Magazine Diario personale

Sotto questo sole si legge che è un piacere

Da Patalice
Sotto questo sole si legge che è un piacereSi fa un gran cincien sui libri da leggere sotto l'ombrellone, in questi giorni.
I siti sono pieni zeppi di post dedicati, e mi è arrivato anche un opuscoletto Feltrinelli a casa, con i consigli per la mia estate di lettere e relax. Personalmente, non ho mai fatto grande distinzione tra lettura invernale o estiva, non è che abbia una stagionalità un libro, non ci sono sfilate autunno-inverno, sulle novità o cose simili...Tuttavia, come un cappotto, è pur vero che un libro può scaldare l'anima.Ma dobbiamo tener conto che l'anima, ha una temperatura che non tiene conto dei gradi esterni ne di quelli corporei, l'anima, come diceva Elisa, vola; oppure, è un macigno, che ci ostacola il respiro e la deglutizione.Ed è qui che il libro si colloca: nella necessità. Il fatto di essere al mare, di respirare iodio e spensieratezza a pieni polmoni, non è rassicurazione certa di serenità, ad esempio. Alle volte, si parla di "lettura da spiaggia", pensando a quei romanzetti rosa, che vanno giù leggiadri come un bicchiere di estathe ghiacciato, ma se dentro abbiamo gli iceberg del Titanic come si fa?I libri devono seguire, fedeli e diligenti, lo stato d'animo del lettore, e debbono essere per lui sciarpa calda o ventilatore acceso. Il lettore consapevole, quello che si conosce bene, sa cosa gli serve e quando gli serve.Sotto questo sole si legge che è un piacereCon questa premessa di lettrice consapevole, mi trovo ad ammettere una cosa che raramente mi era accaduta: ho abbandonato la lettura di un libro.Mi piange il cuore quando accade, mi sento sempre in torto, e, difatti, è veramente un evento raro..."Il seggio vacante" della Rowling, mamma di Harry Potter, avete presente?Beh, ecco, ho mollato proprio quello! Non sono una fan letteraria del maghetto, ho letto il primo capitolo qualche anno fa, ma non mi ha lambita particolarmente, però ero curiosa di approcciarmi al "day after" della sua ideatrice...Niente da fare.Troppi personaggi, una prosa che rimbambisce di aggettivi e descrizioni, una lentezza elocubrata; troppi elementi negativi in sole 189 pagine. Che sono quelle che le ho concesso per svoltare. Inutilmente. Lo ammetto, venivo da letture esigenti.La saga dell'amica geniale della Ferrante, mi ha regalato mesi intensissimi, ed Olivia Kitteridge è stata una travolgente esperienza; quindi non era facile ne scontato accontentarmi. "Il seggio vacante" è stato una pessima idea, così l'ho sostituito con "Noi" di Manson. Ma in 3 giorni, ho letto 3 pagine, e non è una media che mi si confà. Deduco quindi, che il problema non è del libro in corso, ma più probabilmente della mia verve di mangia-libri! Ho letto troppo bello, ed ora fatico ad accontentarmi di qualcosa che non sfiori l'eccellenza. Problemone.Alcuni si fermano, non leggono per un po', ed anche io ho pensato all'estremo gesto, ma non ce l'ho fatta... Puoi fare di una mora convinta, una bionda giuliva, ma non puoi debellare la lettura, da chi ha l'anima fatta di pagine!Comunque, sono ritornata sui passi che mi muovevano tempo fa, ed ho preso in mano un classico, "Claudette a Parigi", ed in poco meno di un'ora, sono a pagina 40. Forse la mia carriera di bookslover non è poi così a rischio... 

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