Il tetto di un grattacielo forse un po' troppo affollato una sera di un Capodanno qualunque.Così inizia "SottoSopra - perchè ho più diritto di te di suicidarmi", scritto e diretto (oltre che interpretato) da Marianna Esposito ed andato in scena il 23 maggio 2015 (prima romana) al Teatro dell'Orologio all'interno della rassegna teatrale INVENTARIA (V edizione).Uno spettacolo a tratti fresco e divertente che, però, in alcuni momenti lascia un po' perplessi. Un'oscillazione tra senso e non-senso e una voluta e, forse troppo forzata, ricerca di linguaggio e gesti scenici; i quali in realtà non hanno nulla a che fare con ciò che viene detto (il che, in sé, non sarebbe un problema), ma non regalano nulla di nuovo alle situazioni e non completano la descrizione dei personaggi.Tutto rimane un po' sospeso. Forse era questo il tentativo della regista: lasciare i propri personaggi fluttuare nei loro problemi tra passato e futuro e non dare loro una vera e propria risoluzione (in fondo sono suicidi...sono abituati a scappare, non ad affrontare le difficoltà).Tutto si gioca sopra ed intorno a questa impalcatura al centro dello spazio, la quale diventa simbolo universale di casa/grattacielo/letto/pulpito.La messa in scena non sembra molto curata nei dettagli, gli attori spesso si muovono in modo confuso, senza una vera direzione interna ed esterna. La scenografia spoglia (che io, in realtà preferisco), non ha dietro una vera e propria idea ed una motivazione, ha oggetti sparsi che sembrano richiamare la casualità delle cose (era questo l'obiettivo? Anche questo non è chiaro).E' evidente, inoltre, come la regista sia anche uno degli attori la quale, infatti, li guida letteralmente nei movimenti, a volte li sposta affinché prendano le posizioni giuste e le luci ed, in modo molto evidente, "supervisiona" tutti i cambi di scena senza che vi partecipi realmente.Ma in questa "confusione", ci sono stati degli sprazzi di bellezza che mi hanno fatto letteralmente tremare: l'uso del palloncino come personaggio (CHAS), il modo in cui sono riusciti a farlo "parlare" con gesti e soprattutto suoni, è stato per me geniale.Il personaggio più riuscito e anche meglio scritto è quello di Martin (il primo che vediamo in scena). Risulta il più completo e con un carattere irriverente. Non ha paura di dire quello che pensa, un po’ per il lavoro che fa e un po’ perché non ha più nulla da perdere. Si diverte a bisticciare con la più piccola Jess (figlia apparentemente solo capricciosa di un importante politico inglese), creando i siparietti più divertenti di tutta la pièce, ma anche quelli che permettono una vera evoluzione della storia.Nel complesso un bel tentativo di spiegare le piccole-grandi sconfitte che affliggono l'animo di giovani e meno giovani e di come basti in fondo un po' di comprensione e di condivisione al momento giusto per capire che al mondo "c'è di peggio".L'accettazione delle proprie difficoltà è il passo più importante che un uomo possa fare nel rispetto di se stesso e della propria vita. Spesso ce lo dimentichiamo ed abbiamo bisogno di altri tre personaggi borderline come noi, incontrati un Capodanno qualunque sul tetto di un grattacielo, l'attimo prima che sia "troppo tardi".Tea Milani
perchè ho più diritto di te a suicidarmi
scritto e diretto da Marianna Esposito
con Ettore Distasio, Marianna Esposito, Claudia Ciuffreda, Davide Rustioni
assistente alla regia Stefania D'Ambrosio
visto al
TEATRO DELL'OROLOGIO
via dei Filippini 17/a, 00189 - Roma
[email protected] o 06-68.75.550
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