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Sottotitoli alla pagina 777

Creato il 05 agosto 2013 da Lacocchi @laCocchi
Le domande tipo che mi vengono rivolte in questo periodo si contano più o meno su una mano: 1- Ti piace la Scozia? 2- Perché ti sei trasferita? 3- Come mai Edimburgo?  4- Dove abiti? 5- E lo scozzese, lo capisci?
Ecco, io mi concentrerei un po' di più sulla quinta domanda, che sinceramente ho spiegato anche troppe volte che mi sono trasferita perché in Scozia c'è sempre il sole e il caldo, non come a Londra, che non ho scelto Glasgow solo perché è chiamata la capitale inglese degli accoltellamenti, altrimenti ci sarei andata subito, e che abito in quella zona della città dove c'è sempre o la polizia o un'ambulanza o la polizia e un'ambulanza insieme.
Sono giunta alla conclusione che gli scozzesi non li capirò mai. Nemmeno dopo che una di loro ha tentato di farmi una lezione di pronuncia delle vocali e delle consonanti in scozzese, che più o meno fa così: "arrotola le r, taglia le a, stringi le eeee, le i diventano e. E apri la bocca quando parli. Tutto chiaro no?" "Si, ok. Penso di aver capito." "Wiethei dooune!" "Cos'hai detto?" "Molto bene!" 
Ormai gioco a Indovina chi, ma senza quello con gli occhiali pelato alto basso, gioco con le parole.
Ogni volta che parlo di un posto in cui sono stata so che potrei sbagliare la pronuncia, e quindi indico su Google Maps.
Ogni volta che mi chiedono qualcosa, ripeto per essere sicura che stiamo parlando della stessa cosa e ci troviamo nello stesso posto, nello stesso momento e stiamo parlando la stessa lingua, anche se non sembra.
Ma è tutto inutile, le figure di merda mi attendono sempre dietro ogni parola.
Facciamo degli esempi:

Sul taxi:
"Cockburn street, per favore", dico, certa che Cockburn si pronunci con quel cock ben scandito, come in inglese. E sì, lo so che cock vuol dire cazzo. Non temete.
Il tassita mi guarda, come se io gli avessi appena detto STRADA CAZZO, per favore. Il ché in effetti era appena successo.
"Cockburn street, quella vicino al castello, alle cornamuse, alla stazione, in centro! Questa!" E indico sconsolata su Google Maps.
"AAAH! COBURN STREET!"
Ripetete con me: Co-burn. E lasciate il COCK a casa.
Al bancone, prendendo un'ordinazione:
ragazzo mi guarda e dice qualcosa che somiglia a bundi and coke. Bundi e cola. Mai sentito.
Bundi. Sarà un rum? No, non c'è. Sarà un gin? Macché, i gin li conosco tutti. Una vodka! Una vodka russa! No. Non è vodka.
Richiedo, e lui ridice bundi and coke. Che cos'è sto bundi? Bandi? Bondi? Un paese? Un fiore? Una città?
Richiedo. Scusa, amico, sono italiana, sì, sono venuta qui per il sole, ah ah ah, sì, anche per l'accento, ah ah ah. Che cos'è che vuoi da bere?
E lui sapete cosa indica? Il BRANDY. Un brandy e cola. Il Bundi era il Brandy.
Ripetete con me: BUNDI. Bundi un cazzo.
Parlando del più e del meno con amici scozzesi:
"Let's meet at sex" ovvero: incontriamoci al sesso.
"Scusa cos'hai detto?"
"Sex, ok?" 
"No, vabbè, guarda, non è che proprio voglio fare sesso con te, non te la prendere, sei molto carino ma io..."
"Io intendevo le sei di sera."
"Ah ah ah. Ovvio. No, cioè, avevo capito. Cosa pensi. Stavo scherzando. Ovvio. Sex. Come sesso. Ma invece del sesso sono le sei."
Ripetete con me: SIX si dice SEX. E non vuol dire sesso, nel più dei casi, ma sei. Il numero sei.
Io ci ho provato, ragazzi. Ci ho provato ma ci sono troppe figuracce pronte ad attendermi. Troppi intralci. Troppe pronunce a me sconosciute, e ho preso una decisione.
Ho deciso che mi farò degli amici scozzesi quando avranno inventato i sottotitoli, rigorosamente alla pagina 777 del che cazzo dici?

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