Rientrare nel cuore della notte dal lavoro, per quanto faticoso, ha pur sempre un suo fascino.
Si viene accolti da un silenzio armonioso, quasi riassumesse, sintentizzandoli, tutti i rumori di una giornata, riconsegnandoli puliti ed aggraziati.
Si scarica l'auto e si chiude la porta dietro si sé. Le luci che giungono dai lampioni del giardino, attraverso le fessure dei balconi in legno, illuminano appena l'ingresso e gli occhi si abituano subito al buio, riconoscendo le sagome che arredano la notte.
Silenzio e penombra. E pace.
Se non fosse per questo vociare sommesso. No, non è la televisione della vicina che si è nuovamente addormentata in salotto. E questo odore? Non ricordo di aver lasciato lunghe cotture a bassa temperatura prima di uscire..eppure..
Improvvisamente si apre la porta della cucina.
"Pina! Ma che stai facendo a quest'ora?! A-gata, e tu?!"
La stanza sembra un campo di battaglia: nessun elettrodomestico o strumento è scampato dalla furia sperimentatrice dell'inedita coppia ai fornelli.
Cerco A-gata con lo sguardo. Ricevo come risposta due fessure verdi ed una coda ondeggiante illuminati dalla luce del forno.
"Pina, vedi di calmarti: A-gata è l'emblema della quiete prima della tempesta." rispondo mentre cerco di capire, nel baillamme di ciotole e fruste, cosa bolle in pentola. Gusci d'uovo, una confezione di panna fresca, riconosco l'incarto del Blu61, un erborinato affinato con vino passito e mirtilli, scorze d'arancia lucide, sembrano sciroppate (come la Pina, del resto), farina, burro.... "Pina, cosa sono questi semi? E questa farina verde?" L'annuso, sa di erba. Un buon profumo.
"Canapa sativa?! Ma sei impazzita?! Semi di canapa sativa?!!?? Vuoi che ci arrestino tutte?!"
Mi sembra di essere stata investita da un'apecar ed improvvisamente la stanchezza e il desiderio di dormire sono solo un lontano ricordo."
"Miao", interviene A-gata. "Non ti ci mettere anche tu, razza di gattamorta!" sbotto fuori di me.
In silenzio assaggiamo i soufflé, accompagnati da un passito profumatissimo, un Lindul Antonutti recentemente scoperto, e da una salsa morbida, vellutata, che sa di arancia.
"Esigo delle spiegazioni" esclamo, mentre lucido con un pezzo di pane la salsiera.
"Si, Pina. Ma vai avanti, ti prego." rispondo rassegnata.
"Continua, stai diventando interessante." intervengo curiosa.
"I botanici nei secoli hanno individuato oltre 20 specie e sottospecie di cannabis anche se è la cannabis sativa quella più titolata."
"Quella che hai utilizzato nel piatto che abbiamo mangiato. Quindi non ho mangiato un soufflé bensì mi sono fatta un soufflè....." rifletto, rassegnata.
Pina parla come un direttore di un Sert. Mi piacerebbe sapere proprio la natura delle sue ultime frequentazioni.
A-gata dorme beata, scossa appena da fusa ritmate.
"Quindi già allora veniva studiata per le sue qualità terapeutiche." rispondo senza trattenere il sorriso, mentre mi immagino la Regina Vittoria con i dreadlocks sotto la corona.
"Bene Pina, ora spiegami questa farina e questi semi da dove provengono, giusto per sapere cosa rispondere in caso di arresto, visto che si tratta di una sostanza proibita."
"Che fai, ti dai alla cucina? Pensavo fossi tutta presa da sesso-droga-rockn'roll!" la stuzzico mentre cominciamo a pulire.
"Macchè. Il gallo è scappato con un pollo e la musica a quest'ora non si può ascoltare: non mi rimane che preparare soufflé. Buoni. Così buoni da essere stupefacenti ;)"
Ecco il piatto pensato dalla Pina per la sfida dell'Mtchallenge di marzo: non dovrei finire fuori concorso, ma fuori legge credo di si. Per cui, se mi dovessero arrestare vi prego, non arance, ma Crèpe Suzette :)
Soufflé con Blu61 al profumo di canapa sativa e salsa olandese all'arancio
Ingredienti (per sei cocotte diametro 6/7 cm)
200 ml di panna fresca, 3 uova bio (4 se particolarmente piccole), 20 gr di burro chiarificato 10 g di farina Petra5, 10 gr di farina di canapa sativa, 1 cucchiaio di semi di canapa sativa, 160 g di Blu61, 50 g di Asiago stravecchio grattugiato, pepe nero del Madagascar.
2 tuorli bio, 2 arance bio, 2 cucchiai di aceto di mele, 125 g di burro chiarificato, pepe nero lungo, un pizzico di sale.
In un pentolino, a fuoco dolce, unire l'aceto di mele, due cucchiai di acqua e un'abbondante macinata di pepe nero lungo, far ridurre della metà e abbattere o far raffreddare.
In un'altro pentolino unire il succo delle arance con parte della scorza (senza la parte bianca) e far sobbollire dolcemente, riducendo della metà. Mettere da parte.
In una casseruola dal fondo pesante ed a fuoco dolcissimo montare i tuorli con la riduzione di aceto e appena si fanno più chiari e soffici unire il burro liquido, continuando a montare per una decina di minuti sul fuoco dolce, fino ad ottenere una salsa lucida e morbida. Fuori dal fuoco unire la riduzione di arance senza le scorze, regolare di sale e mettere da parte al caldo: deve essere servita tiepida.
Spennellare 6 stampini di porcellana con burro burro e spolverarli di abbondante asiago grattugiato, abbattere e tenere al freddo fino al momento della cottura.
Accendere il forno a 180°, statico.
In una casseruola ottenere un roux dal burro e dalle farine setacciate, unire la panna calda e continuare la cottura fino ad ottenere una salsa densa. Fuori dal fuoco unire i tuorli, uno alla volta, il formaggio erborinato sbriciolato con le mani, i semi e qualche mirtillo utilizzato per l'affinamento ed infine gli albumi montati a neve.
Versare il composto negli stampini riempiti per 2/3 e cucinare nel forno già caldo per 18'.
Sfornare, fotografare velocemente (a futura memoria) e servire con la salsa e qualche mirtillo fresco.