Durante una delle mie innumerevoli traversate sul Bosforo, ieri sera (ma che senso ha vivere a Istanbul se non si prende ogni giorno o quasi il vaporetto?), ho finalmente finito di leggere Soufi, mon amour di Elif Şafak (in turco Aşk, in inglese The Forty Rules of Love; in italiano Le quaranta porte dell’amore (???); l’ho letto in francese perché si tratta di un regalo proveniente da Parigi: così come il mio primo, La bâtarde d’Istanbul). Elif Şafak scrive bene, il tema è suggestivo: la storia parallela di Rumi e Shams di Tabriz (antica), di Ella e Aziz (moderna); ma la trama scade in trappole di banalità, le forzature sono un po’ ovunque (nella storia moderna in cui ci sono solo due veri personaggi: quella antica è meglio congegnata perché a più voci che si completano). Un romanzo sorprendentemente immaturo, che vale però la pena leggere come introduzione soft al sufismo.
E adesso via di nuovo verso il Bosforo e verso Topkapı: per un’intervista al direttore del museo, Ilber Ortaylı, che ieri ci è stata negata a causa della chiusura del palazzo (il capo della polizia non mi ha concesso di entrare) a causa di una sparatoria. Con me, “Resolving Insurgencies” di Thomas Mockaitis: un working paper pubblicato dallo Strategic Studies Institute dell’esercito americano.