Magazine Maternità
"Se sapessi che ti rimane un solo minuto da vivere, che cosa faresti??"
Divertimento, tenerezza, commozione, ansia, paura, scandalo, ribrezzo, nel bene e nel male perchè resti nel cuore un film deve suscitare una qualsiasi emozione.Quando il film passa e va, senza una pur minima traccia di emozione , il fallimento è più cocente rispetto a quelle pellicole di una bruttezza clamorosa che, comunque un segno nei tuo ricordi di cinefilo lo lasciano.E' purtroppo, il caso di "Source Code" ."Source Code" racconta del capitano Colter Stevens, risvegliatosi su un treno di pendolari senza avere la minima idea di dove si trovi. Di fronte a lui Christina, una bella ragazza che lo conosce ma che lui non riconosce.La sua identità ora è quella di un giovane insegnante di nome Sean Fentress. All'improvviso una esplosione squarcia il convoglio, ma Colter non è morto. Da un monitor un ufficiale donna lo informa che dovrà tornare sul treno per identificare l'attentatore e prevenire un successivo, più micidiale attacco, ma ogni volta avrà solo 8 minuti a disposizione"Source Code" avrebbe tutto per essere un vero e proprio capolavoro.Una trama davvero originale, tempi drammatici perfetti ed un regista, Duncan Jones, che aveva già dimostrato un notevole talento con la sua opera prima "Moon".Eppure clamorosamente non decolla, rimane lì sospeso in specie di limbo.Se a livello tecnico non presenta grossi difetti, Jones gira molto bene, è proprio nello sviluppo della vicenda che "Source Code" resta clamorosamente al palo.Sorta di, tanto per usare un termine consono al film, bomba inesplosa, in alcuni punti di una noia mortale, pare quasi che l'approccio un pochino zen scelto dal regista abbia privato il film di quella passione che ne avrebbe forse fatto una pellicola da ricordare.Il cosiddetto spiegone risulta un tantino contorto, così come pare sempre aleggiare all'interno della pellicola l'attesa per un colpo di scena che non arriva mai.Il protagonista Jake Gillenhall poi risulta clamorosamente sbagliato.Non possiede la fisicità e l'intensità emotiva per un ruolo che, personalmente, avrei visto più adatto ad uno come Michael Fassbender.Peccato davvero. Attendiamo fiduciosi Duncan Jones alla sua prova d'appello.
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