L’idea di far rivivere ad un personaggio un pezzetto di vita in maniera ripetuta non è nuova ed è anzi vista e rivista negli ultimi anni.
Source Code ha però uno sviluppo decisamente ben organizzato e la vicenda raccontata da Duncan Jones è senza dubbio interessante e ad alta intensità emotiva.
Colter, capitano dell’esercito impegnato per anni in Afghanistan, si risveglia su un treno, seduto di fronte ad una splendida ragazza che sembra sapere tutto di lui. Solo che lui non sa chi è nè dove si trova.
Si tratta di un momento di smarrimento nella sua attuale missione segretissima.
Il capitano Colter Stevens è infatti una specie di cavia che, grazie ad un codice sorgente complicatissimo, viene mandato nel corpo di un altro essere umano durante gli ultimi 8 minuti della sua vita.
L’obiettivo è quello di fermare il bombarolo che ha fatto esplodere il treno e Colter verrà rimandato indietro nel tempo (anche se non è proprio così) fino a quando non riuscirà a scoprire il colpevole.
Il riassuntino veloce che vi ho appena fatto non rende per nulla onore all’intreccio davvero interessante che è la base di Source Code.
La situazione è infatti decisamente più complicata e nasconde una serie di risvolti che vanno dal fisico, al sociale, al personale per finire con una grossa riflessione sui principi e sulla vita (rimango volutamente vago).
La narrazione (che come immaginate è complessa) in realtà viene sviluppata in maniera chiara e sufficientemente credibile dando vita a situazioni davvero interessanti.
Gli effetti speciali sono limitati al necessario e mi sembra cosa buona e giusta.
Tutto si gioca sulle ipotesi e sul vecchio dubbio “cosa succede al presente se cambio qualcosa nel passato?”
Jake Gyllenhaal è perfettamente nel ruolo e il suo fisico palestrato è decisamente credibile (shock finale compreso).
Particolarmente interessante (e decisamente riuscito) il ruolo di Vera Farmiga, soldato con ancora un briciolo di autodeterminazione nell’animo.
Facile prevedere un futuro interessante per Michelle Monaghan che qui è però limitata da un ruolo di spalla che regge comunque molto bene.
Il risultato è un gran bel thriller che vi consiglio senza alcun dubbio.