Il Festival dell’Economia di Trento, giunto alla sua ottava edizione, si svolge a partire da oggi fino al 2 giugno. Come ogni anno, questo appuntamento, che riveste un interesse ormai internazionale, si svilupperà attorno ad un tema unico, cercando di metterne in evidenza i vari livelli di profondità e interesse. Il titolo di questa edizione è “Sovranità in conflitto”, sovranità nazionali, in primo luogo, sempre più in crisi in un momento storico sul quale si affacciano con sempre più prepotenza organizzazioni politiche, e soprattutto economiche, molto più complesse.
Responsabile scientifico del Festival è Tito Boeri, economista, docente all’Università Bocconi di Milano. È lui a spiegare la necessità di trovare risposte concrete a domande che assumono una primaria importanza. «A che livello di governo si possono prendere decisioni fondamentali nel determinare il grado di benessere dei cittadini? Quale è il livello di integrazione della politica economica ottimale nell'ambito di gruppi di Paesi? Quali cessioni di sovranità vengono imposte dalla costruzione di una unione monetaria?» Temi attualissimi, non solo per il perseverare di una crisi che sembra minare alla base le convinzioni dei più strenui europeisti. «Cominciano a esserci studi ai confini fra economia, sociologia e scienze politiche, sulla formazione di una élite e classe dirigente in grado di governare processi globali – ha aggiunto Boeri durante la presentazione dell’evento –. L’emergere di questa classe dirigente è fondamentale poiché la storia ci insegna quanto il rischio che si passi dalla cooperazione al conflitto sia tutt’altro che remoto, soprattutto dopo lunghe crisi economiche come quella che stiamo attraversando».
Tra i molti appuntamenti interessanti di un programma (consultabile direttamente sul sito), organizzato in format e al quale collaborano molte case editrici (numerosi gli autori presenti al Festival), vi sono gli incontri sull’Economia in Scena. Quasi degli spettacoli di teatro sociale: il primo, il 30 maggio alle 21.30 con Federico Rampini che racconta il declino dell’Occidente e la sfida dell’Oriente; il secondo, il 31 maggio alle 21.30 sul tema dello straniero nella sua evoluzione da Erodoto a Claude Lévi-Strauss. Ma in particolare segnaliamo l’appuntamento del 1 giugno, ore 15, con Raccontare l’Europa, incontro curato dall’Osservatorio Storytelling sul tema della sfiducia verso le istituzioni, provando a rispondere a domande come “È possibile contrastare l’euroscetticismo? E se sì, con quali tecniche comunicative?”
Tutto il Festival comunque merita attenzione, per la grande necessità che esiste, in Italia ma non solo, di rendere alla portata di tutti anche temi complessi, come spesso sono quelli dell’economia. Chi non potesse recarvisi può visitare il sito internet dell’evento, ricco di contenuti, e in aggiunta scaricare le app per smartphone e tablet, create per l’occasione, che offrono anche l’opportunità di seguire alcuni eventi in tempo reale. Magari scoprendo che non sarà proprio come per quelli della musica, ma anche il Festival dell’Economia ha i suoi motivi… d’interesse.
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