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Space Colony: Steam Edition – Recensione

Creato il 14 maggio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Abbiamo provato la versione restaurata di Space Colony, videogioco del 2003 da poco approdato su Steam

Firefly Studios è una software house britannica con un passato rinomato alle spalle: dal 2001 in poi Firefly è famosa per Stronghold, apprezzata serie di strategici a sfondo medievale del cui ultimo capitolo, Stronghold Crusader 2, ci siamo occupati alcuni mesi fa. Nel 2003, tuttavia, il team si prese una pausa dal franchise sviluppando un gioco simile nell’impostazione ma completamente differente nel contesto: si trattava di Space Colony, titolo che permetteva di comandare una colonia spaziale gestendone gli aspetti produttivi, finanziari, militari e sociali. Il 30 aprile Space Colony è arrivato su Steam con una versione riveduta e migliorata al costo di 14,99 euro.

L’originale Space Colony

Dal Medioevo alla fantascienza, per Firefly il salto è grande. Di primo acchito Space Colony potrebbe sembrare un clone di The Sims nello spazio, ma in realtà è molto di più: un ibrido tra un gestionale, uno strategico e un simulatore di vita, condito da un irriverente humour “british” tipico dello studio.

È anche possibile costruire strutture turistiche e dare vita a un vero business.

È anche possibile costruire strutture turistiche e dare vita a un fruttuoso business.

In Space Colony siamo al soldo della Blackwater Industries, azienda dedita all’esplorazione dei pianeti dello spazio profondo e alla conquista delle loro ricchezze. Il gioco è strutturato in campagne, ognuna composta da una o più missioni: dovremo esplorare i pianeti, stabilire industrie, raccogliere minerali e risorse nutritive, istruire i coloni e, ovviamente, proteggerli dalle minacce portate da forme di vita ostili. Come in Stronghold, i coloni vanno resi felici soddisfando le loro richieste e i loro bisogni economici, sanitari, igienici, di riposo, ristoro e socializzazione. Rispetto alla serie medievale, però, in Space Colony c’è un focus maggiore sui singoli personaggi, che hanno gusti e personalità distinte, possono litigare, fare amicizia e persino innamorarsi: se alcuni di loro risultano un po’ ridondanti, altri sono caratterizzati in modo molto simpatico, come il biker Stig o il vecchietto cinese Mr Zhang, e le situazioni assurde in cui ci imbatteremo durante la campagna possono strappare più di un sorriso. Il tutto è aiutato da un doppiaggio italiano un po’ troppo enfatico ma particolarmente vivace.

La varietà di strutture ed edifici sicuramente non manca, come tipico dei gestionali vecchio stile, e possiamo sbizzarrirci grazie a idee fantasiose quali lo psicorobot o l’unità criogenica di rianimazione. Non mancano neanche strutture ricreative, come discoteche, saune e idromassaggi, volte al relax dei coloni. La parte gestionale può insomma dirsi riuscita, mentre risulta dimenticabile quella militare-strategica contro gli alieni, frustrante e piuttosto sbilanciata.

Il ritmo di gioco passa dal blando al frenetico a seconda delle situazioni, ma per fortuna è possibile scegliere fra tre livelli di difficoltà, il più facile dei quali ha subito un ribilanciamento da parte degli sviluppatori per adattarsi ai tempi odierni. Tra campagna principale, modalità Galassia, modalità Protetta e partite personalizzate l’offerta del titolo rimane di tutto rispetto, anche se la mancanza di qualsiasi forma di multiplayer lascia con l’amaro in bocca.

Space Colony rimane comunque un gioco ricordato con affetto dai fan e che ben si presterebbe a una riedizione. Negli ultimi anni abbiamo visto come un buon remaster possa ridare grande dignità a un gioco ormai datato: certo, non sempre va di lusso, e anzi fin troppo spesso abbiamo assistito a discutibili operazioni commerciali, ma remaster come quelli di Homeworld e Gabriel Knight hanno reso possibile giocare titoli di assoluta qualità a chi a suo tempo era troppo giovane. In altre parole, i remaster sono ben accetti a patto che migliorino l’esperienza di gioco dell’opera originale.

In cosa consiste la riedizione di Space Colony?

È presto detto: la Steam Edition presenta una campagna bonus, introduce le carte collezionabili e gli achievements di Steam, consente di usare l’editor integrato con lo Steam Workshop, sincronizza i salvataggi sulla piattaforma di Valve e permette di giocare a nuove risoluzioni HD fino a un massimo di 2560×1600. Essa si presenta quindi come il pacchetto definitivo per gli amanti del classico gioco del 2003.

Il problema è che, da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Con un remaster all’altezza Space Colony avrebbe ancora oggi molto da dire, invece il processo di miglioramento del gioco è ridotto al minimo sindacale: questa Steam Edition infatti si limita a perfezionare solo marginalmente il gioco originale. Per il resto il comparto grafico è rimasto inalterato, sia negli effetti che nelle animazioni, e risulta oggi antiquato. Anche i filmati in bassa definizione e con ampi bordi neri confermano la sensazione che si potesse fare di più. Inoltre il poco sostanzioso lavoro di rimasterizzazione del gioco è purtroppo aggravato da un’ottimizzazione lacunosa: nonostante la prevedibile leggerezza del titolo non sono mancati diversi crash durante la nostra prova.

Similmente il gameplay rimane lo stesso di dodici anni fa, con tutte le conseguenze del caso. L’interfaccia non ha subito ritocchi e le meccaniche gestionali, seppur solide, pongono un gravoso problema di microgestione: per quanto ai coloni possano essere affidate delle mansioni da svolgere, infatti, è necessario dire continuamente loro cosa fare per evitare che si stressino troppo rischiando una crisi di nervi.

In definitiva Space Colony: Steam Edition è un gioco non insufficiente ma adatto soltanto ai nostalgici dei vecchi gestionali firmati Firefly Studios, dal momento che, nuova campagna e risoluzioni HD a parte, il titolo è fondamentalmente lo stesso del 2003 con i suoi difetti e i suoi innegabili pregi. Il gioco inoltre costa 15 euro e su Steam a un prezzo simile si possono trovare gestionali più moderni nella concezione e nel comparto tecnico. Non vogliamo sembrare ingenerosi, semplicemente non ci sono molti motivi validi per consigliare l’acquisto di Space Colony: Steam Edition se non per il piacere di giocare un gestionale vecchio stile nel corpo e nell’anima. La nota positiva, per chi ancora possiede una copia dell’originale, è la possibilità di scaricare gratuitamente la patch che aggiorna il gioco all’edizione HD.

Tags:firefly,firefly studios,remaster,space colony: steam edition,Steam,stronghold,stronghold crusader 2

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