La carovana ormai si è sciolta; i tre Polo sono stati ricevuti con onore a palazzo (come vedete in questa miniatura medioevale che illustrava una delle prime edizioni del libro) e il buon Khan ha soprasseduto al fatto che non abbiano portato con loro i cento saggi cristiani, evidentemente giudicando che una religione che lo snobbava, avesse poca credibilità essa stessa. Stimandoli, ha assegnato loro incarichi importanti e il giovane Marco deve essere piaciuto subito. Ma padre e zio non hanno tempo da perdere e si buttano subito negli affari. Possiamo immaginare invece che Marco, colpito dalla ricchezza e dalla potenza del luogo, sia rimasto un poco in una fase di attonita meraviglia a considerare e ruminare il nuovo che lo circondava. Infatti per molti capitoli prosegue la descrizione della corte e della sua magnificenza, delle grandi feste e della sontuosità che le accompagnavano.
Cap. 88/94
E quando lo sire viene alla mastra città di Cambaluc, egli dimora nello palagio. Tiene grande corte e grandi tavole e grande festa e mena grande allegrezza con tutte sue femmine... E fanno loro festa a capo d'anno del mese di febbraio. Egli e sua gente si vestono di vestimenta bianche perché a loro prenda tutto l'anno bene e allegrezza. E la mattina di quella festa , prima che le tavole siano messe, tutti vengono a la sala dinanzi al grande Khane e quegli che qui non cappiono dimorano al di fuori dal palagio.
Questi favolosi banchetti diedero senza dubbio la possibilità a Marco di conoscere la grande varietà della cucina cinese, a lui così estranea ed esotica, che evidentemente lo colpì a tal punto che tradizione vuole, ne abbia portate molte cose al suo ritorno in Italia, piatti e tradizioni entrati poi a far parte anche della nostra cucina e ormai diventati tipicamente italiani, come gli agnolotti, la pizza (che in cina era più un calzone, diremmo oggi) e appunto gli spaghetti. Chi ha visto un cuoco fare a mano gli spaghetti, non può che essere rimasto affascinato da questo spettacolo di destrezza di giocoleria più che di culinaria. E ritorno proprio ad un capodanno di qualche anno fa, dietro la Città Proibita, dove ordinati gli spaghetti, ci disponemmo a goderci il cuoco che, preparato un grumo di pasta, attraverso stiramenti successivi e duplicazioni susseguenti (ad ogni raddoppio, raddoppia anche il numero degli spaghetti; sei duplicazioni fanno quindi 64 spaghettoni che vengono buttati poi nell'acqua bollente) preparava in meno di un minuto una bella porzione. Non trovo per il momento il mio video ma solo la foto, quindi vi allego quello tratto da Youtube, che è sostanzialmente identico. In pratica l'apoteosi della pasta fresca e preparata al momento. E poi a pancia piena, via ad esplorare la città piena di genti mai viste, merci, colori, sensazioni ed esperienza. Cosa troverà Marco, finita la festa a palazzo, quando si butterà nella sterminata città dei mercanti?
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