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Spaghetti cacio e pepe

Da Supremo

Spaghetti a Cacio e Pepe

Spaghetti cacio e pepe

 Quasi una causa persa per chi non ha eccessiva dimestichezza con pile, padelle, fornelli e piatti. Tuttavia non desistete, anche se la prima volta, sicuramente, non riuscirete ad andare a segno. Un piatto «pizzicante», che invita a bere. E oggi è ritornato di moda, anche in ambienti «bene», come piatto di mezzanotte. Una preparazione che non può essere aggirata, corretta, presa e ripresa. Tutto si svolge irrevocabilmente, e molto velocemente.


INGREDIENTI:
600 g di spaghetti, non meno di un etto di pecorino grattugiato, un buon cucchiaio di pepe macinato grosso

PROCEDIMENTO: 

Si cuoce la pasta in abbondante acqua salata. Arrivata a giusta cottura, al dente, si fa scolare, lasciandola però appena brodosa. Proprio quell'acqua residua giocherà, sempre con rapido tempismo, nel far «sciogliere» pepe e pecorino, lasciandoli amalgamare al meglio con la pasta, che si sarà versata in un piatto di portata, e nella classica «insalatiera» romana tuttofare. Per essere poi «girata» quando basta. Devono insomma venir fuori spaghetti «scivolosi», affermava Fabrizio Sarazani, vero romano, uomo di gusto e di cultura. Il pepe sempre secondo lui, doveva essere «arguto», acquistato direttamente in erboristeria (al Pozzo delle Cornacchie), e il pecorino, «va sans dire», romano autentico ed eccellente. Tra i piatti imposti un tempo nei giorni di astinenza, potremmo pure aggiungere questi «Spaghetti di magro alla ciociara», che ritrovo nel Manuale pratico di cucina di Giaquinto. Una ricetta quasi «una...», nella quale colpisce in finale, ad esempio, quel movimento della padella nel gioco del «saltare», e che si potrebbe benissimo far rientrare in circolazione, magari attenuando le quantità dei peperoncini.

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