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spaghetti story

Da Guchippai
spaghetti story
presso il cinema gestito dal parroco cinefilo è stata organizzata una piccola rassegna di film italiani con annessi incontri virtuali con gli autori (nel senso che si collegano via Skype). non so se vedrò tutti i film previsti, ma intanto mi sono goduta questo qua. premetto che da anni (per non dire decenni) non mi riconosco nei film o negli sceneggiati italiani; di solito li trovo poco realistici (a essere buona), però a volte esistono le eccezioni, quelle che tipicamente subiscono una distribuzione miserrima così che se li possono godere solo quattro gatti. venendo al film: è la storia di alcuni trentenni (fascia di età in cui ricade per un pelo pure il regista Ciro De Caro) che si dibattono tra sogni e precariato nell'Italia presente, ed è bello vedere che non ci sono macchiette, non ci sono super-eroi, ma ci sono invece personaggi normalissimi che sono il prodotto di certe circostanze e che potrebbero benissimo essere i nostri amici o i nostri vicini di casa. e questa è la cosa che più ho apprezzato in questo film, senza nulla voler togliere al resto, perchè se è vero che il cinema è sogno, è anche vero che c'è una gran bisogno di un certo genere di cinema che sia invece realistico perchè questo ci porta a interrogarci su noi stessi, sulla società e sul mondo in cui viviamo. ma il pregio di questo film è che tutto questo realismo non risulta affatto pesante, anzi, l'ho trovato in un certo senso molto rilassante. per esempio è stato bello vedere dei personaggi femminili così credibili. il film è stato realizzato in meno di due settimane, con un budget di quindicimila euro largamente coperto col ricavato della vendita della macchina del regista, cosa che la dice lunga su come egli conosca bene la materia che tratta, ovvero il difficile barcamenarsi tra sogni e bollette da pagare. anche solo per questo motivo, vale la pena di vedere questo film.
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