Premesso che, nonostante la convinzione che non sarebbe stato tutto rose e fiori, la mia ricerca sull'argomento è stata quasi pari a zero. Io che mi informo su ogni cosa, che passo giornate intere su internet alla ricerca di consigli e istruzioni per prepararmi al meglio ad ogni cambiamento della vita dei miei figli, che vivo nel costante pensiero che bisogna essere pronti a tutto ma soprattutto con un minimo di nozione, questa volta ho toppato alla grande.
Tempo fa mi ero capitato di leggere sporadicamente temi sull'argomento e ne lessi davvero di tutti i colori: dai bambini super che, a detta della mamma, hanno tolto il pannolino in 5 minuti a quelli invece di genitori più disperati che hanno dovuto sudare sette camice. Io, probabilmente, inizierò a far parte della seconda lista.
Mentre eravamo a Milano pensavo a tutto quello che ci spetterà per la preparazione all'ingresso all'asilo, dalla scelta del grembiule alla personalizzazione degli accessori, ecc..., ma la parte che sapevo avremmo dovuto obbligatoriamente affrontare, e magari anche con qualche difficoltà, era proprio lo spannolinamento. Cesare infatti è nell'età giusta (o almeno credo).
A settembre non avrà ancora compiuto i tre anni e quindi siamo abbondantemente nei tempi per riuscire a far si che questo "vizio" non si protragga a lungo nella sua crescita.
Con l'arrivo dei primi caldi e alle porte dell'estate ho quindi deciso che sarebbe stato il momento più giusto per tentare il grande passo. Come già detto sapevo che probabilmente non sarebbe stato facile e di quelle poche cose che avevo letto nell'arco del tempo, una mi era davvero rimasta impressa: il periodo più ideale per fare il grande passo sarebbe stato proprio quello della stagione estiva, dove i bambini rimangono più scoperti, vanno al mare e i vestiti "incriminati" si ascugano in quattro e quattr'otto.
Negli acquisti del cambio stagione per i miei bimbi ho deciso quindi di fare una bella scorta di boxer per Cesare e, al rientro dalla nostra vacanza, avremmo iniziato finalmente anche noi ad addentrarci nell'avventura che ci porterà verso questo grande obiettivo.
Ho aspettato qualche giorno per iniziare, volevo prima si riambientasse e che riprendesse le sue abitudini e la sua routine quotidiana. Al mattino tra l'altro lui va al nido e, nonostante ci sia la zia a tenerlo sempre d'occhio, non volevo che questo momento lo vivesse al di fuori di casa ma soprattutto non mi andava di essere esclusa da questa fase.
Ho aspettato quindi la prima domenica e lo ammetto, alzata dal letto la mattina il mio primo pensiero è stato solo quello riuscire a centrare il grande passo.
Ci siamo svegliati, abbiamo fatto colazione e cambiato il pannolino, o meglio... tolto il pannolino e messo il primo paio di mutandine che erano già state lavate, piegate e sistemate per il grande giorno.
Messo il primo paio molto decisa (io), ho spiegato attentamente a Cesare ogni passaggio che avrebbe dovuto seguire in questa fase. Ad ogni mio " hai capito?" il suo " si" era deciso e convinto, proprio come se avesse assimilato e fatto tesoro di ogni informazione. Sicura di aver già vinto, e da mamma intelligente (moooooolto intelligente), io non ho fatto nient'altro che controllare le mutande di tanto in tanto e chiedere a mio figlio " ti scappa la pipì?" e la sua ovvia risposta era sempre " no ".
So cosa stai pensando tu che leggi: questa è scema! "Yes... I am!" Come premesso all'inizio, non mi sono informata su come si gestisse lo spannolinamento e nella mia testa da genio credevo che bastasse chiedere al proprio figlio di essere avvisata se scappava la pipì (o di domandandarglielo spesso), contando anche il fatto che Cesare riconosce perfettamente lo stimolo e, fino a poco tempo fa (circa a qualche mese dopo la nascita di Vincy), avvisava sempre che stava per fare sia liquidi che solidi... poi, ha smesso di colpo!
Non sapevo (e ammeto di non averci nemmeno pensato) che invece avremmo dovuto passare più tempo in bagno che altrove: ogni ora o ogni mezz'ora provare a farlo sedere sul gabinetto o sul vasino (che tra l'altro sono mesi che è nel bagno a fare da antiestetico soprammobile) per far si che collegasse la "richiesta" alla" soluzione".
Fu così che da una mutandina bagnata, nel giro di 2 ore passammo a sei. SEI!
Per le prime due mi ha fatto una tenerezza infinita. Non era abituato a sporcarsi con la pipì e si era "spaventato" convinto di esseri fatto male: " Non preoccuparti amore, capita... la prossima volta che ti scappa però dillo alla mamma così andiamo a farla insieme nel gabinetto" " si... va bene"
Le quattro successive invece, probabilmente avendo anche preso confidenza con i suoi liqindi su gambe e piedi, continuava bellamente a fare quello che stava facendo senza nemmeno avvisare. Peccato solo che il pavimento di casa nostra è chiaro e lucido, con una fantasia che difficilmente ti fa percepire i liquidi tanto che anche per capire se è asciutto dopo aver passato lo straccio è un problema.
Ho passato la mattina alla ricerca delle pozzanghere del mio bambino in giro per casa e devo ammettere che non si è fatto sfuggire quasi nulla facendola un pò ovunque: sulle scarpe, sul tappeto, sui giocattoli, in giardino... e alla fine di queste due estenuanti ore, ho ceduto rimettendogli il pannolino.
Ammetto che speravo andasse meglio, non pretendevo certo una padronanza completa al primo tentativo ma nemmeno sei pipì in due ore. La mia amarezza più grande è soprattutto per il fatto che per un passo così importante, io abbia avuto a superficialità di partire in quinta senza nemmeno aver fatto una guida di prova. L'errore è stato il mio e lo riconosco.
Ho passato il resto della mattina, anche se ormai era ora di pranzo, leggendo qua e la sul tema e trovando esperienze di ogni genere. Alla fine la scelta è ricaduta su un libro che ho ordinato seduta stante via Amazon
e che leggerò tutto d'un fiato. Nel frattempo ho deciso di darmi il tempo di avere le conoscenze necessarie per aiutare Cesare a superare questo momento senza far si che possa sentirsi in colpa, in errore o non in grado per causa mia.Il capitolo spannolinamento per adesso si è già concluso e lo riprenderemo sicuramente tra qualche giorno, giusto il tempo di sentirmi più sicura, di essere certa di poterlo sostenere ma soprattutto di essere tranquilla del fatto che lui sia pronto a questo cambiamento. L'errore più grande che ho potuto fare è stato infatti dare per scontato che lui fosse preparato a questo momento quando in realtà, ancora non lo sono nemmeno io.
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