Gli spartiti in pensione?
Ormai questa trasormazione si attendeva da un giorno all’altro. Mesi fa ho realizzato un’intervista al mezzosoprano Anita Rachvelishvili intitolandola L’artista tecnologica, perchè è la prima cantante che ho visto servirsi di un tablet al posto degli spartiti, durante una prova all’italiana.
Ebbene, a pochi mesi di distanza ecco una notizia simile che però riguarda la Filarmonica di Bruxelles .Infatti questa, è la prima orchestra che utilizza i tablet invece degli spartiti musicali su fogli di carta.
Sotto la direzione del francese Michel Tabachnik i 92 orchestranti hanno suonato il Bolero di Maurice Ravel e le opere di Richard Wagner – le note erano riprodotte sulle tavolette Samsungs Galaxy Note 10.1 da 16 GB. Qualche incertezza iniziale c’è stata: i musicisti devono infatti abituarsi a girare la pagina virtuale, facendo scorrere le dita sullo schermo.
Ebbene, se da un lato la notizia mi esalta per l’evoluzione tecnologica anche in campo musicale, da un lato mi intristisce. Quegli spartiti, quei libri dal profumo di carta e inchiostro che hanno accompagnato tutta la mia vita professionale, non ci saranno più. Ne ho una libreria piena, e penso che li terrò quasi come reliquie affinchè un domani i miei pronipoti possano vedere e capire che lavoro manuale c’era dietro ogni nota, dietro ogni esecuzione, con tutti i segni a matita suggeriti dai vari maestri di coro e grandi direttori d’orchestra con i quali ho avuto la fortuna di lavorare. Qualcuno reca anche qualche autografo importante. Sob!
C’è da dire però che l’utilizzo dei tablet, in questi tempi di crisi, porterà un grande risparmio anche verso la natura. Pensate alla grande quantità di carta che non sarà più utilizzata, risparmiando tanti alberi!
Nella Filarmonica di Berlino si è calcolato un risparmio di 25mila euro per i 100 concerti programmati nell’arco di un anno. Pensate che tutte le modifiche costringevano difatti a rifare le copie – un processo complesso e laborioso – invece oggi basta un clic per avere lo sparito completamente aggiornato.
Ma c’è un ma. E se il tablet dovesse in qualche modo incepparsi? Magari durante un’esecuzione? Che rischi comporterebbe?
Beh, questi purtroppo sono i rischi che si possono correre anche con gli spartiti di carta.
A me ad esempio, è capitato di trovarmi a cantare ad un concerto all’aperto, ovviamente con lo spartito, ed improvvisamente rimanere completamente al buio a causa di un blackout. Finchè il coro e l’orchestra hanno ricordato a memoria, si è andati avanti, ma poi è stato inevitabile l’arresto dell’esecuzione.
In questo caso il tablet, che non è collegato alla rete elettrica, avrebbe permesso di continuare senza problemi .
Pro e contro dell’evoluzione tecnologica.