.bellezza.
Il Carnevale è un qualsiasi divertimento continuativo nel tempo che va dal giorno successivo a quello del Natale sino al dì delle Ceneri (altri ne danno l’inizio dal giorno dell’Epifania); rappresenta la massima consacrazione spassosa ritenuta indispensabile per cancellare con la burla gli acciacchi del fisico e le preoccupazioni per la mente; è una gioiosa liberazione per il cuore; è la efficace e feconda sensata risata di massa; è una sublime farsa recitata nell’anno duemilatredici (finalmente è superato il dopo Pietro?) nella quale puntuali coincidono: i bombardamenti contro gli islamici, le dimissioni del papa, il festival della canzone di San Remo, le elezioni politiche anticipate con il sistema ”porcellino” con il quale i politicastri tentano di attuare il ‘’salva casta” affinché i ricchi privilegiati possano moltiplicare il denaro rapinato dalla speculazione finanziaria. Il Carnevale è quel luogo indefinito e passeggero degli umani, è la perenne beffa degli indecenti che adorano l’idolo della prima era tecnocratica europea. (Ricordo da un racconto di Bicefalo).
L A C A N Z O N E D E L L E B A N C H E
O Italia mia, vedo le banche e i parchi
Metallici presidii e l’eccedenza
Di carte consorziali,
Ma il marengo non vedo.
Non vedo il franco e il rame and’eran carchi
I nostri padri antichi. Or senza arredo
D’oro e d’argento vuote casse mostri.
Ohimè, quante cambiali
In lunga sofferenza!
E questo è peggio
Che tutte son di deputati nostri
Ricercanti il pareggio
Delle lor tasche, a spese
Del sempre mai diletto almo paese.
Tu, di forma sol vaga,
O Italia ipotecata,
Dormi tranquilla e paga
Sì, paga, Italia mia,
Le tasse a pagar nata
Nella prospera sorte e nella ria.
-Leopardi Risorto-
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