Non tutti i nidi hanno a disposizione grandi spazi da dedicare ai bambini.
Ho fatto tirocinio, un po’ di anni fa, in un nido a Milano sito in una bella palazzina del centro. Il nido era nato dall’unione di due appartementi. L’ingresso dava su un lungo corridoio c’erano tre camere, cucina e due bagni. Era stato diviso molto bene, il corridoio ospitava gli armadietti dei bambini e un grande armadio a muro per le educatrici.
I 2 soggiorni, una volta eliminata la parete divisoria degli appartamenti erano stati trasformati nel salone, e una delle due stanze era diventato il laboratorio, l’altra camera aveva tavoli e sedie per il pranzo e l’ultima stanza era diventato l’ufficio della titolare.
Uno dei due bagni era diventato quello per i bambini e l’altro era rimasto per gli adulti.
Il nido non era grandissimo, ospitava 4 gruppi da 6 bambini e c’erano 4 educatrici. Il nido in collaborazione con il corso che stavo frequentando ospitava tirocinanti che avevano la possibilità di iniziare a fare esperienza diretta. Nel corso del colloquio iniziale mi era stato detto che non mi sarei occupata di un gruppo in particolare, il mio ruolo, soprattutto nei primi giorni era quello di osservatrice. Durante le mie ore di tirocinio, ho aiutato le colleghe durante il pranzo, nelle attività di laboratorio, nella preparazione dei lettini per la nanna e altro ancora, ma non mi lasciavano mai sola con i bambini, o almeno quasi mai.
Gli spazi di appartenenza erano stati ricavati nel salone ed erano spazi mobili, cioè creati e disfatti ogni giorno.
Durnte la mia osservazione ho notato che, nel salone erano presenti spazi per tutti i gruppi, ma i bambini a volte volevano fare merenda senza dividersi e capitava che due o più gruppi si unissero per condividere il momento, anzi spesso si formava un unico grande cerchio al centro del salone e le educatrici si intervallavano tra i bambini per distribuire la mernda.
Non è sbagliato, però così la figura di riferimento può assumere una valenza minore rispetto ad altre realtà che ho visto e vissuto da educatrice.
Ma sto divagando. Torno all’argomento originale.
Se nel nido gli spazi sono piccoli o pochi, le educatrici dovranno impegnarsi maggiormente per avere un gruppo affiatato e in grado di concentrarsi nei momenti più importanti della giornata.
Una divisione può essere fatta anche spostando i mobiletti e creando angoli e spazi di apparteneza mobili.
L’organizzazione degli spazi ovviamente è studiata da tutta l’equipe educativa (non amo molto il termine egquipe, ma esprime bene il concetto di gruppo di lavoro e poi è più corto da scrivere) all’inizio dell’anno e ogni struttura si impegna per creare un clima sereno e rassicurante per i bambini che faranno il loro ingresso al nido per la prima volta.
La figura di riferimento che per i bambini piccoli è molto importante, deve essere mantenuta anche in luoghi dove la divisione degli spazi non è possibile, per garantire un ambientamento sereno e senza grossi traumi, pensiamo che già il distacco dalla mamma per un bambino di 12 mesi è un grande trauma, e l’importanza della figura di riferimento non deve essere messa in discussione. Quindi se il nido non ha abbastanza spazi da dedicare ai gruppi, lo spazio per i piccoli non deve assolutamente mancare. Non deve essere uno spazio enorme, ma deve avere la possibilità di lasciare tranquilli i bambini con la propria educatrice, proprio per dare la possibilità di creare il legame della figura di riferimento tanto importante al nido.
L’argomento è lungo, cercherò di approfondirlo scrivendo altri articoli.