Photo Credit: Daniel Lombraña González Segui /
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Sebbene l’enorme distanza, quantificata in 700 anni luce, Kepler-78b è stato dichiarato dagli esperti «il pianeta più simile alla Terra». Di formazione rocciosa, Kepler-78b ricorda molto per dimensioni, massa e densità il nostro pianeta. La sua scoperta è stata permessa da un’equipe di esperti astronomi fra i quali vi è stata la partecipazione di ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Gli studi hanno registrato la presenza di un nucleo formato per gran parte da ferro, nonché l’esistenza di un’orbita intorno alla stella Kepler-78. Insomma un’«altra» Terra intorno a un «altro» Sole. Nonostante la grande somiglianza col nostro pianeta, Kepler-78b ha una temperatura notevolmente superiore che non permette la presenza di forme di vita, almeno simili alla nostra. Quest’elevata temperatura, che si traduce in un calore quasi «infernale», è dovuta dall’orbita stretta che lo stesso Kepler-78b percorre intorno alla sua stella. Si è infatti calcolato un periodo di rivoluzione di circa 8 ore e mezzo, per una distanza dalla stella Kepler-78 di circa un milione di chilometri (un centesimo di Unità Astronomica).
La stella Kepler-78, tuttavia, a differenza del Sole, presenta una massa inferiore, ovvero intorno al 70%. Nonostante ciò, la poca distanza intercorrente fra la stella e il pianeta, per via di un’orbita stretta, fa sì che il pianeta stesso sopravviva in condizioni non ottimali per la specie umana. Questo pianeta non sembra tuttavia essere il solo simile al nostro. Il satellite americano Kepler, infatti, ne ha già trovati altri per un totale di circa 1000: tutti pianeti esterni al Sistema Solare. Questo satellite, del resto, risulta non funzionante dal maggio di quest’anno a causa di un danno ai giroscopi.
La scoperta del pianeta Kepler-78b è stata permessa anche grazie alla collaborazione di uno spettrometro posizionato sul Telescopio Nazionale Galileo, Harops-N, presente ad oggi nelle Isole Canarie. Il presidente dell’Inaf, Giovanni Bignami, ha così commentato la scoperta: «È un risultato straordinario. Non si era mai arrivati così vicini ad individuare un pianeta di massa e densità simili a quelli della Terra». La scoperta di Kepler-78b ha così incentivato la «caccia agli esopianeti» extrasolari. «Harps-N e il Telescopio Nazionale Galileo, due tecnologie differenti» ha ancora spiegato il Prof. Bignami, «hanno confermato l’importanza di lavorare in sinergia per scrutare al di là del Sistema Solare».