Il vincitore verrà annunciato il 7 settembre prossimo a Venezia, ma per Alberto Alarico Vignati è già una bella soddisfazione essere tra i cinque finalisti del Premio Campiello Giovani. Il suo racconto, che si intitola Girasole impazzito di luce, ha infatti saputo farsi notare assieme a quelli di altri quattro giovani (tre di loro, Ilaria Catani, Valentina Giuliano e Paola Vivian, le abbiamo già incontrate) tra i circa trecento che hanno partecipato al concorso letterario promosso dalla Confindustria del Veneto, rivolto a giovani penne che hanno tra i 15 e 22 anni.
Ma chi è Alberto Alarico Vignati? È un giovane di 21 anni che frequenta il terzo anno di Lettere Moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È da poco rientrato dagli Stati Uniti, dove ha partecipato a un programma di studio all’estero durante il quale ha già sostenuto alcuni esami di sceneggiatura e cinema. Ma la sua vera passione è leggere, non lo nasconde, anzi, pure nel suo racconto, la lettura appare importante, quasi quanto i personaggi. Perché Girasole impazzito di luce parla di molto altro, certo. È un racconto «contemporaneo e cinematografico», come si legge nelle motivazioni della candidatura alla finale. Un po’ romanzo di formazione. Ma soprattutto una storia dedicata alla passione per la lettura. I personaggi principali, infatti, sono tutti dei grandi lettori, e la stessa “redenzione” di uno di loro avviene proprio grazie a una grande amicizia nata da una passione comune, quella per la lettura.
La prima domanda che rivolgiamo a Vignati è d’obbligo: a chi pensa si rivolga Girasole impazzito di luce e come può suggerire una via per la "redenzione"?
Giuseppe (il protagonista, ndr) sceglie di non far parte della ‘Ndrangheta perché si ritiene troppo intelligente. Lui che passa tutto il giorno a leggere romanzi e ad ascoltare arie liriche non riesce proprio a immaginare un futuro da boss mafioso. Lui è una sorta di filosofo adolescente. Ma da solo non potrebbe andare da nessuna parte. Piuttosto la vera “redenzione” di Giuseppe scatta solamente quando incontra Joseph, il ragazzo di origini senegalesi che gli dà ripetizioni di matematica: perché alla fine è impossibile “redimersi” da soli. Serve sempre un incontro, nel caso di Giuseppe con il suo primo vero amico.
La scelta del soggetto parte dalla lettura di un libro, ci può svelare se, di fondo, c'è qualche altra fonte di ispirazione (parlo di libri di altri autori, film...)?
Per scrivere questo racconto mi sono fatto ispirare dalla lettura di Buccinasco, la ‘Ndrangheta al nord, un saggio scritto da Nando dalla Chiesa e Martina Panzarasa. Girasole impazzito di luce è infatti ambientato a Buccinasco, città alla periferia sud ovest di Milano, e di fatto nasce dalla lettura di questo libro.
Ci racconta la trama in breve?
Certo, è la storia di Giuseppe, un ragazzo strano che si veste sempre con un gessato grigio topo e nel taschino porta un fazzoletto rosso. Non esce mai di casa, il suo unico passatempo è leggere e ascoltare opere liriche. Joseph, invece, è un ragazzo di origine senegalese, ha vent’anni, è al terzo anno di Matematica e, per guadagnare, dà ripetizioni a Giuseppe. Joseph, rincasando una sera, trova sul pianerottolo di casa Giuseppe. Giuseppe è scappato di casa e non conoscendo nessun’altro si è rifugiato nell’unico posto che riteneva sicuro. Nel giro di poco tempo si scopre il motivo della fuga: la famiglia appartiene alla ‘Ndrangheta e lui ha deciso di uscirne. Con l’aiuto di Joseph riuscirà addirittura ad affrontare Vittorio, il nonno capo mafioso.
Ecco, nella costruzione dei protagonisti ha seguito qualche personaggio realmente esistito o esistente? In particolare, incuriosisce il protagonista, Giuseppe, questo ragazzo che «si veste sempre con un gessato grigio topo e nel taschino porta un fazzoletto rosso». Le è per caso capitato di conoscere direttamente ragazzi così?
A dir la verità no, non conosco nessuno come il Giuseppe descritto nel racconto. Il “mio” Giuseppe ha smesso di andare a scuola quando suo padre è stato arrestato per associazione mafiosa. Da quel momento si è chiuso in camera e da lì non è più uscito per almeno quattro anni: dà gli esami da privatista alla fine dell’anno. Mi sono chiesto cosa può fare una persona per quattro anni in una stanza: leggere sicuramente, studiare. E Giuseppe, infatti, si rintana nei libri, soprattutto perché ha una gran voglia di essere diverso dalla sua famiglia, di distinguersi.
Come abbiamo già detto emerge, e diviene elemento portante della storia, l'importanza della lettura. Quanto importante è stata, ed è, per lei, la lettura? C'è un libro che le ha "cambiato la vita"?
Non posso dire che ci sia un libro che mi ha cambiato la vita, piuttosto ci sono alcuni autori che mi piace particolarmente leggere. Su tutti David Foster Wallace, per gli americani, e Pier Vittorio Tondelli tra gli italiani. Di David Foster Wallace la raccolta di racconti La ragazza dai capelli strani e Questa è l’acqua. Di Tondelli, invece, Altri libertini e Pao Pao. Comunque sì, la lettura è molto importante per me, e lo dico con il personaggio stesso di Giuseppe: lui sceglie di distinguersi dalla propria famiglia mafiosa proprio mettendosi a leggere.
Nella motivazione della candidatura finale il volume viene descritto come «contemporaneo e cinematografico». Immagino lei speri di farne un film: visto il suo percorso di studi, che ruolo potrebbe avere lei nel tradurre questa storia con un linguaggio cinematografico?
Direi che sarebbe un sogno! E in questo sogno mi ritaglierei un posticino da sceneggiatore.
Il tema da lei scelto mi fa pensare alle opere di Roberto Saviano. La spaventa come accostamento o ci si ritrova? Pensa che quello della malavita organizzata sarà un tema che riprenderà e svilupperà anche in futuro, o ci sono altre tematiche che cercherà di affrontare?
Come accostamento mi spaventa, anche perché Saviano è un giornalista, e documenta fatti. Il mio invece è un racconto di pura fantasia. Mi piace raccontare quello che vedo attorno a me. E finché vivo a Corsico/Buccinasco quello che vedo sono quartieri periferici spesso degradati. Trovo interessante notare chi vive nei palazzoni popolari: pensionati e piccole famiglie. Ma anche immigrati. Ecco che l’altro protagonista, Joseph, ad esempio, è un ventunenne di origine senegalese, nato in Italia che frequenta matematica all’università e che dà ripetizioni a Giuseppe.
[Seguiteci su Facebook, Twitter, Google+, Issuue Pinterest]
Media: Scegli un punteggio12345 Il tuo voto: Nessuno Media: 4 (1 vote)