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Speciale "Cinquanta sfumature di Fenice" - RECENSIONE: Sette Giorni in Prestito

Creato il 29 ottobre 2012 da Lafenice

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Sette giorni in prestito di Tiffany ReiszSei.Solo.Mia. - 12 Piccole Sfumature” AA.VV. Harlequin Mondadori Settembre 2012 Prezzo: 9,90€
Attenzione: contiene piccole sfumature di SPOILER
Speciale Continua il viaggio della Fenice nell'universo delle dodici piccole sfumature targate Harlequin Mondadori. Un viaggio ai confini del normale che si sta rivelando piuttosto difficile da compiere: ma la Fenice, stoica come pochi, prosegue e spera vivamente di riuscire ad arrivare fino alla fine. Quest'oggi vi presenterò un racconto sotto alcuni aspetti raccapricciante, sconvolgente e, talvolta, doloroso. Sto parlando di “Sette giorni in prestito” di Tiffany Reisz: iniziamo con una breve trama per comprendere ciò che abbiamo davanti.
Eleanor ha ventitré anni, una torbida relazione con un prete, il suo master, e una alquanto imbarazzante passione per pratiche sessuali ai confini della realtà dove lei, sottomessa al suo master – che tutto può, in quanto padrone assoluto – mette il suo corpo a disposizione del piacere altrui come se, in un certo senso, non le appartenesse nemmeno. Proprio a causa di questa sua “subordinazione”, proviamo a definirla in questo modo, viene prestata per ben sette giorni dal suo compagno prelato ad un amico di questo, un uomo avvenente ma talmente depresso in seguito alla morte della moglie, da non riuscire a mettere il naso fuori casa. L'obiettivo di questa full immersion nei piaceri della carne è quello di costringere il bel vedovo a far pace con la vita, facendogli capire cosa effettivamente si sta perdendo. Riuscirà Eleanor, con la sua verve e la sua straordinaria capacità di dire sempre di sì a far ricordare al proprio “padrone in prestito” ciò che si sta perdendo?
Quello che più mi sta sconvolgendo di questi racconti è l'incredibile quantità di situazioni pornografiche e la praticamente totale assenza di quel sano erotismo in grado di accendere una scintilla nella nostra mente e nella nostra carne. Ma dov'è finita la seduzione, il desiderio, il lento montare del desiderio e l'eleganza di aulici richiami a qualcosa di più basico, materiale e istintivo come può essere il sesso? Per quale strana ragione è necessario sminuire qualcosa di così bello e profondo come l'unione di due corpi, portandolo alla stregua di un dannato rapporto tra due bestie? Vorrei che qualcuno mi spiegasse cosa c'è di eccitante in un paragrafo come quello che leggerete tra pochissimo: “[...] Eleanor cercò di respirare mentre Daniel la cavalcava con affondi lunghi e potenti. Era enorme, ma lei era abituata a dimensioni fuori dall'ordinario. Quello che la scioccava era piuttosto l'insistenza. A ogni nuova spinta affondava sempre più in lei, al punto che le parve di percepirlo fino allo stomaco.” Classico registro da film porno, dove ci si cavalca, si incontrano attributi di dimensioni aliene, e si prova un appetito che pare non saziarsi mai. Della serie “all'imbarazzante non c'è mai fine”, ecco che si chiude questo fantastico resoconto con la frase “le parve di percepirlo fino alla stomaco”. Ma stiamo parlando di una anaconda o di un essere umano? La cosa più interessante è che questo è uno dei punti più ridicoli ma quasi meno volgari. L'unica cosa positiva è che questo racconto di 40 pagine, grazie alla trama ed alle circostanze alquanto ridicole che spingono il lettore all'ilarità più totalizzante, risulta essere scorrevole: insomma arrivi alla fine senza rendertene conto ed asciugandoti le lacrime che ormai hanno “cavalcato con insistenza i tratti del tuo viso”.
Più vado avanti a leggere questi racconti, più capisco di aver a che fare con qualcosa di grezzo, dozzinale e talmente imbarazzante da risultare quasi divertente. Un vero disastro.
Voto: un quarto di mela.

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