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SPECIALE ELEZIONI 2013: Italia. Bene Comune

Creato il 18 febbraio 2013 da Idispacci @IDispacci
18 febbraio 2013 by SPECIALE ELEZIONI 2013: Italia. Bene Comune

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Le scorse primarie di coalizione hanno portato alla definitiva affermazione di Pier Luigi Bersani, legittimato, oltre che dal risultato nel ballottaggio con il sostegno degli altri candidati, dall’alta affluenza alle urne. L’entusiasmo per la battaglia serrata portò, all’inizio del dicembre scorso secondo i sondaggi, al massimo vantaggio sul PDL obbligando un ritorno di Berlusconi. Per questa tornata elettorale il Centro-Sinistra, come le componenti esterne alla coalizione, ha optato per un contatto diretto con il territorio maggiore rispetto al passato, benché non siano state disprezzate comparizioni in radio e televisioni.

La coalizione, lo ricordiamo, si compone del PD, vero “peso massimo” del panorama politico italiano, a cui si aggiunge Sinistra Ecologia e Libertà, il partito guidato da Nichi Vendola e scissosi nel 2009 da Rifondazione Comunista proprio con l’intento di formare un’alleanza con il PD per portare più a sinistra l’asse politico del Centrosinistra.
A questi due partiti relativamente grandi si aggiungono il PSI, ormai poco consistente dopo la batosta subita nelle elezioni del 2008, e il Centro Democratico, formato dall’ex UDC Bruno Tabacci, da Francesco Rutelli (fondatore dell’API, ma non candidato alle politiche del 2013) e dall’ex IdV Massimo Donadi.

Difficile perciò dare una scaletta. Il programma comune è basato su grandi punti generali distribuiti in un secondo livello sulle diverse tematiche, portando  spesso a ripetere lo stesso concetto in più punti. Inoltre, i singoli programmi del PD e di SEL, separatamente, presentano differenze talvolta vistose. Gli obiettivi della coalizione da raggiungere a fine legislatura sono: uscire dalla crisi, ridare dignità e legittimità a politica e istituzioni e una grande coordinazione con gli apparati europei. Alcune soluzioni sono innovative, ma non sappiamo se riusciranno ad andare in porto.

Democrazia e diritti:

  • Il programma prevede l’utilizzo delle riforme sociali per ridare forza alle istituzioni e alle sue leggi. Le disuguaglianze sarebbero una delle cause della crisi, e la democrazia il primo passo per riavviare il processo economico. In poche parole, sarebbe riconosciuta la parità, tramite una serie di riconoscimenti,  sia tra uomo e donna, con leggi più severe in loro difesa a partire da quella per il femminicidio, sia a livello familiare ponendo sullo stesso piano coppie eterosessuali e omosessuali. Quest’ultimo è un punto fondamentale per Nichi Vendola. Proprio questo sarà il più difficile da gestire perché si troverà a scontrarsi con l’anima cattolica del partito maggiore e probabilmente il raggiungimento di tale scopo avverrà con grossi sacrifici all’interno della coalizione.
  • Nello studio l’età dell’obbligo sarà estesa fino ai 18 anni. In chiave di ripresa economica la coalizione proverebbe ad avviare un piano di edilizia scolastica non solo con costruzioni di residenze studentesche, per quanto riguarda l’università, ma anche con lavori su vastissima scala per porre tutti gli edifici a norma e maggiormente efficienti. Sebbene anche SEL spunti massicciamente per un progetto di messa a norma di tutti gli edifici scolastici pubblici in un’ottica eco-compatibile, nel suo programma è previsto anche la costruzione di nuovi comprensori scolastici e l’ampliamento degli edifici bibliotecari.
  • Altro gruppo sotto la lente del partito sono gli immigrati e pur mantenendo l’attuale legge (ma qui ci sarebbe il contrasto perché SEL e l’ala sinistra del PD propone la cancellazione della Bossi – Fini) si vedrebbe una modifica nell’ottenimento della cittadinanza con il passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli, cioè legato alla nascita sul territorio, come avviene negli Stati Uniti e in Germania. Il bambino nato nel nostro paese sarà riconosciuto subito come italiano.

Lavoro:

  • Punto centrale nel programma, e uno dei più difficili da attuare, viene proposto un alleggerimento della pressione fiscale tramite l’applicazione di una patrimoniale sulle rendite, operazione che ha portato i timori di molti soggetti della media impresa e finanzia.
    Inoltre, vi è un contrasto tra il programma del PD e quello di SEL; con Vendola che propone un’imposta speciale sui patrimoni superiori ai 700.000 euro e una tobin tax su ogni transazione finanziaria effettuata da o per ogni azienda italiana quotata.
  • I giovani ottengono una loro attenzione grazie a una serie di leggi per migliorare l’accesso al credito con la creazione di un fondo di garanzia per finanziare i progetti e una semplificazione delle procedure per l’avvio. Le regioni saranno competenti a vagliare positivamente i progetti proposti. 
  • Per l’ingresso al mondo accademico Vendola proporrebbe la diminuzione del valore delle pubblicazioni per l’avanzamento accademico, giustificandolo che l’attuale metodo garantirebbe il metodo individuale a scapito dell’educazione dall’alto, ma qui è forte il rischio di rendere sterile la ricerca stessa perché eliminerebbe il suo scopo principale e cioè mettere in luce gli aspetti sconosciuti di una conoscenza. SEL inoltre propone l’applicazione del “testo unico” in alcuni corsi universitari nel tentativo di regolare il caos conseguente alle riforme Moratti e Gelmini e, inoltre, l’aumento dell’autonomia scolastica degli istituti (lo ricordiamo, proprio sull’autonomia scolastica si creò la prima opposizione di CGIL e COBAS nei confronti della riforma Moratti)
  • La lotta al precariato avverrebbe con aumento della tassazione su questo tipo di contratti, benché ci sia il rischio che il lavoratore precario ottenga un’ulteriore riduzione di paga, ma verrebbe sopperita dalla proposta Boeri-Garibaldi, senatori PD, sul contratto unico d’ingresso.  La proposta prevede alcuni vincoli; 25.000 € lordi come retribuzione per la prestazione piena e un’aliquota più alta per l’assicurazione involontaria e tutto ciò per non compiere gli errori del passato fatto con i contratti interinali.
  • Nella scuola una delle priorità sarebbe lo sblocco del turn over, con le opposizioni che attaccheranno sulla questione della spesa pubblica. Lo stesso problema si ripresenterebbe nel caso di finanziamento integrale dei progetti di dottorato, non solo la metà come avviene ora, con possibilità di svolgerlo anche all’estero. La formazione di Vendola sulla scuola ci punta molto proponendo l’aumento degli investimenti nell’istruzione, dall’attuale 9% al 13%, media europea, per poter reintrodurre laboratori e insegnanti di sostegno e la redistribuzione dei fondi tramite la creazione di nuovi parametri per valutare le scuole e superare il contestato metodo INVALSI.
  • Le soluzioni per la cultura trovano una risposta in SEL piuttosto che nel PD, con quest’ultima che nel programma presenta gli obiettivi senza una precisa spiegazione sui mezzi per raggiungere tali scopi. L’industria culturale subirebbe uno snellimento della burocrazia per cercare di aprire, o riavviare, gli enti privati e non grazie anche a una defiscalizzazione a loro favore. Anche l’editoria e il mondo del teatro dopo i colpi di Berlusconi riceverebbero delle boccate di ossigeno grazie agli incentivi proposti e all’aumento dei fondi.

Sviluppo e beni comuni:

  • Senza più l’attuazione della svalutazione della moneta come in passato per la ripresa economica, PD e SEL propongono maggiori investimenti sulla ricerca e l’innovazione. La speranza è un abbattimento dei costi per sfruttare quella che era la forza della nostra industria e cioè l’esportazione dei capitali. Il tutto si baserebbe su una politica d’incentivi a coloro che tentano di produrre in maniera ecologica e considerando le risorse locali, con un ulteriore alleggerimento fiscale per coloro che aprirebbero aziende nel Mezzogiorno. I vantaggi ricadrebbero in particolare verso le cooperative agricole e chi si dedica all’agricoltura comparata.
  • Con Ermete Realacci in posizione bassa per l’ingresso alla Camera è soprattutto SEL che ha spinto sulla politica ambientalista criticando la precedente gestione di governo, basata sull’utilizzo di combustibili fossili e carbone “pulito”, mettendo da parte le fonti rinnovabili. Oltre al recupero di quest’ultime, nelle città ci sarebbe la revisione dei piani smaltimento rifiuti propendendo nettamente sulla differenziata e il porta a porta.
  • Quest’ultimo punto si lega all’obiettivo di crescita di efficienza dell’apparato statale basato su: tagli alla spesa pubblica e migliore rendimento nel prelievo fiscale pro capite. Nel primo campo ci sarebbe la riduzione dei fondi ad alcuni ministeri, difesa in primis con la riduzione della flotta degli F35, ma SEL punterebbe a una cancellazione del contratto. Sugli enti locali sarebbe attutata una politica di accorpamenti per ridurre le inefficienze, controbilanciato da una maggiore autorità e “autogoverno”, probabilmente con un trasferimento quasi integrale dell’IMU a loro favore con SEL che vorrebbe caricare sulla chiesa i mancati introiti di un’eventuale taglio o riduzione del carico sulla prima casa. La riduzione del debito si avvarrebbe anche dalla svendita del patrimonio fiscale nel tentativo di fare cassa e promuovere maggiormente gli incentivi legati al programma elettorale.

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