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Speciale Essential 11: le storie imperdibili di Rodolfo Cimino

Creato il 23 maggio 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

La produzione pluridecennale di Rodolfo Cimino è sterminata.
Sceglierne un campione rappresentativo si presentava da subito come impresa ardua: ho deciso allora di seguire soprattutto il mio gusto personale, selezionando undici storie che io ritengo tra le migliori che Cimino ha scritto nel corso degli anni, cercando comunque di orientarmi verso avventure che toccassero un po’ tutti i temi cardine della produzione dell’autore.
Ne è risultato un elenco che ritengo abbastanza rappresentativo, che possa costituire una piccola bussola sulla poetica ciminiana.

 

ZIO PAPERONE E LA FIAMMA FREDDA

In molte storie di Cimino Zio Paperone oltrepassa, pur senza malizia, il confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è per raggiungere i propri scopi.
Anche a questo servono le figure dei vecchi saggi, che nel tempo sono diventati una delle caratteristiche tipiche della narrativa di questo autore:

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Anche in questa storia c’è un personaggio ascrivibile a questa categoria: questi viene preso allo sfinimento dall’avido Paperone, che da lui vorrebbe le indicazioni per raggiungere la mitica fiamma fredda, innocua con gli amici ma in grado di bruciare i nemici.
Dopo un lungo viaggio e vari pericoli, il vecchio papero otterrà quanto cerca, e una volta tanto non troverà una punizione, anche perché deciderà di essere onesto con Paperino che, grazie alla sua purezza d’animo, gli è di prezioso aiuto nel gestire la fiamma fredda.
E proprio nel finale, quando non ci si ricordava quasi più di lui, torna il saggio, che si dimostra ancora più deus ex machina di quanto non avessimo già visto all’inizio.
L’evoluzione paperoniana è ancora più sottile che in altri casi: il protagonista parte con l’atteggiamento sbagliato ma ha modo verso la fine di capire qual è il modo più corretto di agire, ottenendo quello che voleva comportandosi comunque in modo corretto e dando il giusto riconoscimento a Paperino, che si riconferma un ragazzo semplice e genuino. 

Abbiamo parlato di
Zio Paperone e la fiamma fredda
Rodolfo Cimino,
“Topolino” #754, 10 maggio 1970

 

ZIO PAPERONE E LA TRIPLICITA’ PROGRESSIVA

Per Paperino è già dura avere a che fare con uno Zio Paperone… figuriamoci cosa può essere doversi relazionare con ben tre versioni del ricco papero!
Come in altre occasioni, anche in questa storia il motore dell’azione sta nell’atavica paura di Paperone verso l’esborso delle tasse.

Speciale Essential 11: le storie imperdibili di Rodolfo Cimino> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="400" width="265" alt="Speciale Essential 11: le storie imperdibili di Rodolfo Cimino >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-51725" />Stavolta, per evitare salassi, il magnate ha l’intuizione di dividere in tre parti il suo patrimonio, assegnandole a tre versioni di sé stesso: Paperone, Raperone e Taperone. 
Contraddistinti da cilindri e occhiali differenti, i tre ricconi si alternano dividendosi la giornata in turni da otto ore ciascuno, ognuno con un suo Deposito. Ma quello che era iniziato come semplice cavillo per eludere il fisco diventa presto qualcosa di più profondo. 
Cimino sembra suggerire due temi interessanti in questa storia: ancora una volta, viene additata come sbagliata qualunque scelta che sia una scorciatoia rispetto alle regole, cosa che in effetti è generalmente estranea al carattere di Paperone. C’è da dire infatti che le “furbate” che il personaggio compie nelle avventure ciminiane, sono spesso mosse da un animo quasi infantile e ingenuo di intendere la vita da parte di questo bambino cresciutello che gioca con le monete. Ciononostante, ogni volta Cimino prepara una punizione adeguata, e qui si gioca il secondo tema della storia: Paperone si immedesima così tanto nel suo gioco delle parti da subire dei veri e propri cambi di personalità tali da rendere ciascuna identità ignara dell’esistenza delle altre. Si sconfina nella psicologia pura, insomma, fornendo un bel quadro della scissione interiore dell’uomo moderno.

Abbiamo parlato di
Zio Paperone e la triplicità progressiva
Rodolfo Cimino,
“Topolino” #758, 7 giugno 1970

 

PAPERINO E LA SFIDA MANCATA

La produzione di Cimino non è costellata solo di storie lunghe, di avvincenti cacce al tesoro e di luoghi fantastici.
Sovente, lo sceneggiatore ha dimostrato di saper declinare la sua narrativa in modo vincente anche su avventure più brevi e di ambientazione urbana: 

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In quest’occasione Paperino si trova suo malgrado a confronto con un nobiluomo borioso; da uno spunto tutto sommato classico Cimino riesce a inserire una simpatica disamina sulle aspettative del mondo femminile verso i propri partner, una nota strisciante sulla contrapposizione tra nobiltà e proletariato (la scena del guanto di sfida è emblematica in tal senso), il progresso che sfida il glorioso passato e il potere di distorsione della realtà operato da un certo tipo di giornalisti.
E tutto questo in una quindicina di tavole scarse! Sono anche piccole perle come questo racconto a testimoniare l’abilità narrativa di Rodolfo Cimino. 
Alle matite lo accompagna anche stavolta il fido Cavazzano, che agli inizi degli anni ’70 stava entrando nel suo cosiddetto “periodo techno”, e alcuni passaggi di questa storia già lo dimostrano, soprattutto nelle pose molto dinamiche che assumono le varie parti del corpo di Paperino.

Abbiamo parlato di
Paperino e la sfida mancata
Rodolfo Cimino, Giorgio Cavazzano
“Topolino” #780, 8 novembre 1970

 

ZIO PAPERONE E IL RICUPERO… ARMATO

Zio Paperone vorrebbe avere la botte piena e la moglie ubriaca. In questa storia di Cimino, infatti,

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Il bello è che sembra proprio che lo Zione riesca a trovare la giusta via di mezzo, ma per sua sfortuna qualcosa ostacola i suoi piani…
Rodolfo Cimino, coadiuvato ai disegni da un magistrale Giorgio Cavazzano, realizza una storia che ha molto da dire sulla vita dell’uomo civile, diviso tra l’obbligo dei doveri e la volontà di godere dei diritti. E’ decisamente umana, per non dire italiana, la tendenza ad eliminare i primi massimizzando i secondi, e proprio qui si concentra la vena satirica ma sempre elegante dell’autore, che mostra come chi vuole fare il furbo rischia di essere ripagato con la stessa moneta.
Finezze come la sentenza di Bartolomeo Pandetta, ovvero “Arrangiati e Spera”, o lo stesso nome dell’esattore delle tasse che Paperone teme come la peste (Dottor Tritorchia) non fanno altro che impreziosire ulteriormente una storia ricca di riflessioni sulla società moderna. 

Abbiamo parlato di
Zio Paperone e il ricupero… armato
Rodolfo Cimino, Giorgio Cavazzano
“Topolino” #904-905, 25 marzo-1 aprile 1973

 

ZIO PAPERONE E L’ELMO DEL COMANDO

Per trovare sollievo allo stress derivato dalle troppe attività finanziarie, Zio Paperone decide di recarsi su un pianeta in cerca di leader, dove poter esercitare un’attività di comando che lo distolga dai quotidiani problemi che lo affliggono,

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Partendo da questo inusuale spunto, Rodolfo Cimino dà il via ad una storia che insegna più di quanto si potrebbe pensare sull’arte del comando: l’idea di un elmo schiaffeggiatore, pronto a redarguire il capo che non intende legiferare per il bene del popolo ma per suo tornaconto è un’ottima allegoria della moralità e del comportamento di chi possiede un potere istituzionale. E che latita anche in Paperone, che infatti subisce ripetutamente la punizione dell’elmo. Da notare che Cimino usa spesso i comportamenti di Paperone come metafora del potere, che però (messaggio morale) viene punito quando diventa fine a se stesso.
Il contrasto tra l’animo imprenditoriale del vecchio Papero e quello più umano di Paperino rende ancora meglio l’insegnamento della storia, espresso del resto anche da uno degli autoctoni: “Far il cap è facil, far il buon cap è difficilissim”. 
I disegni di Romano Scarpa sono eccellenti, il tratto del Maestro è in quella fase di morbidezza che rende bene le espressioni di un Paperone frustrato dagli eventi.

Abbiamo parlato di
Zio Paperone e l’elmo del comando
Rodolfo Cimino, Romano Scarpa
“Topolino” #940-941, 2 e 9 dicembre 1973 

 

PAPERINO E L’ERRORE DEL PAPERZUCUM

Paperino non è solo il papero scansafatiche che molte storie ci hanno mostrato: Cimino ce lo ricorda nelle prime tavole di questa storia,

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Le troverà, anche se non nel modo in cui avrebbe voluto. Rapito da giovani e bellissime fanciulle e portato sulla loro isola, riverito come un re, Paperino ignora che dovrà presto pagare il conto di tali e tante attenzioni.
Questa storia trova il suo punto di forza in tre elementi. I disegni di Giorgio Cavazzano, innanzitutto, che troviamo qui nel pieno del suo “periodo techno” dove il tratto si fa guizzante e sperimentale, e che ci dona delle papere mozzafiato. La figura di Paperino, poi, che si trova suo malgrado a gestire una situazione decisamente sfavorevole che dimostra quanto occorra stare attenti a ciò che si desidera. Infine, l’intervento risolutore dei nipotini, che riescono a risolvere la pericolosa situazione in modo ottimale e mossi dal desiderio genuino di salvare il proprio zio. 
Non mancano elementi caratteristici della narrativa ciminiana, quali lo strano popolo e il vecchio saggio, e che costituiscono il terreno ideale per comporre una storia tra le più celebri dell’autore.

Abbiamo parlato di
Paperino e l’errore del Paperzucum
Rodolfo Cimino, Giorgio Cavazzano
“Topolino” #997, 5 gennaio 1975

 

PAPERINO E IL RITORNO DI REGINELLA

Paperino e l’avventura sottomarina aveva presentato ai lettori il personaggio di Reginella, affascinante papera sovrana del pianeta Pacificus,

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Ma le problematiche di questa situazione vengono fuori con maggior chiarezza nella seconda storia in cui appare la bella papera, Paperino e il ritorno di Reginella, dove la nostalgia della regina per Paperino è così forte da spingerla a fuggire col suo popolo sul suo pianeta d’origine. Peccato che, per una serie di coincidenze, rivedrà proprio il suo amato. La narrazione sapiente di Cimino unita alle tavole idilliache di Giorgio Cavazzano rende quelle pagine tra le più romantiche del fumetto Disney.
Ma Cimino non concede sconti alla coppia: il fulcro della saga di Reginella sta nel fatto che l’amore tra i due paperi è impossibile, rendendo di fatto tragico il loro sentimento. Moderni Romeo e Giulietta, i due vengono sempre separati dal mondo reale, che crudele bussa alla porta dell’uno e dell’altra, ricordando i loro rispettivi doveri.
L’ultima tavola raggiunge vette di lirismo altissime, che regalano emozioni pure e forti; merito della prosa di Cimino, che sa usare le parole giuste per comunicare un sentimento così burrascoso e difficile.

Abbiamo parlato di
Paperino e il ritorno di Reginella
Rodolfo Cimino, Giorgio Cavazzano
“Almanacco Topolino” #219, settembre 1975

 

TOPOLINO E I “TAM-TAM” PREISTORICI

Quando ci si riferisce alla carriera di Rodolfo Cimino, è molto raro pensare a Topolino: viene istintivo ricordarsi dei viaggi di Zio Paperone o delle belle avventure con Paperino protagonista assoluto e positivo.

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Eppure, anche se occupano una minima parte della produzione dell’autore, anche Topolino, Minni e Pippo hanno vissuto avventure scritte da Cimino. In queste occasioni è bello osservare la sensibilità particolare con cui questi personaggi vengono mossi, e le dinamiche in cui vengono inseriti.
Cimino non perde infatti le caratteristiche di sceneggiatura che lo contraddistinguono con i Paperi, per cui spesso vediamo Topolino che affronta un viaggio, perlopiù per indagini in cui viene coinvolto, e la compagnia quasi costante di Minni che, a differenza di altri autori, è rappresentata come una ragazza molto propositiva e pronta a seguire il fidanzato ovunque egli vada. 
In Topolino e i “tam-tam” preistorici, in particolar modo, altri stilemi ciminiani che si notano sono il classico bestio e l’importanza del buon cibo che, sottoforma di ghiottissimi piatti di spaghetti, sarà la chiave che consentirà a Topolino di risolvere la faccenda in cui si trova. 
Alla parte grafica nientemeno che uno dei migliori disegnatori dell’universo di Topolinia degli ultimi 30 anni, quel Massimo De Vita che proprio in quegli anni stava per raggiungere il suo apice stilistico.

Abbiamo parlato di
Topolino e i “tam-tam” preistorici 
Rodolfo Cimino, Massimo De Vita 
“Topolino” #1677, 17 gennaio 1988

 

PAPERINO E LA FORTUNA SFORTUNATA

E’ questa una storia emblematica per quanto riguarda la concezione che Rodolfo Cimino ha sul carattere di Paperino.
Lungi dall’essere l’iracondo e indolente papero che troppe storie ci hanno tramandato,

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La gratitudine verso un destino perlopiù avverso è una grande lezione di positività e genuinità che Cimino mostra al lettore, e che ci appare perfettamente in linea con il carattere del miglior Paperino possibile: onesto, capace di impegnarsi seriamente quando vuole raggiungere i suoi scopi, generoso e riconoscente.
Queste ultime due caratteristiche si notano soprattutto nei confronti dell’indiano Joe, incontrato durante la storia, che non viene dimenticato ma viene invece aiutato appena Paperino e i nipotini ne hanno la possibilità. Ricevendone, per quel senso di giustizia cosmica tipica di Cimino, una ricompensa insperata e meritata.

Abbiamo parlato di
Paperino e la fortuna sfortunata
Rodolfo Cimino, Giorgio Cavazzano
“Topolino” #1881, 15 dicembre 1991

 

ZIO PAPERONE E L’ERBA VOGLIO

In questa storia Rodolfo Cimino si concentra sul lato più utilitaristico del carattere di Paperone, quello che mosso dall’orgoglio e dalla voglia di primeggiare lo spinge a compiere di tutto e di più per ottenere ciò che vuole.
In particolare,

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Inutile dire che, come da prassi ciminiana, Paperone pagherà il fio della sua prepotenza intellettuale, imparando una volta di più che chi troppo vuole nulla stringe. Il contrappasso infatti non tarda a colpire il vecchio papero, che rimedierà una cocente delusione.
Per la stessa logica, invece, l’autore grazia Paperino e Battista, che solo involontariamente hanno mal consigliato il protagonista.
Le tavole disegnate da Alessandro Del Conte con un bello stile classicheggiante ben rappresentano una storia piuttosto breve ma che ben esplicita una delle più classiche morali di Cimino.
Nota personale: questa è una storia a cui sono molto affezionato avendola letta e riletta da piccolo, nei primi mesi del mio approccio alla lettura. Anche negli anni ’90, quindi, Cimino dimostrava di essere ancora un validissimo autore, capace di lasciare il segno.

Abbiamo parlato di
Zio Paperone e l’erba voglio
Rodolfo Cimino, Alessandro Del Conte
“Topolino” #2062, 5 giugno 1995

 

ZIO PAPERONE E I BOTTARI DIOGENISTI

Si tratta di una storia recentissima, pubblicata su “Topolino” appena un paio di mesi fa, che proprio per questo ho ritenuto importante analizzare:

Speciale Essential 11: le storie imperdibili di Rodolfo Cimino> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="400" width="278" alt="Speciale Essential 11: le storie imperdibili di Rodolfo Cimino >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-51734" />è infatti decisamente interessante, nonché piacevole, vedere come ancora negli ultimi tempi la mente di Rodolfo Cimino fosse lucida e pronta a sfornare nuove storie, sempre fantastiche, sempre godibili. E se negli scorsi anni si poteva certamente notare come molte sue avventure risentissero spesso dei cliché tipici del Maestro, fino in alcuni casi a risultare poco originali, non erano poche le felici eccezioni.
Una è rappresentata da questa avventura, disegnata da un altro “grande vecchio” del settimanale, Luciano Gatto, in cui Cimino riprende la figura di Diogene partendo dallo spunto filosofico per cui è famoso e portandolo alle estreme conseguenze, immaginando cioè che un discepolo del filosofo greco avesse fatto proseliti su un’isola sperduta, che ancora adesso sarebbe popolata da persone che vivono nelle botti cercando l’uomo ideale, lontani dal progresso e dalla società civile.
Bello come Paperone cerchi di approfittare dell’ingenuità dei bottari per trarne profitto, per essere in realtà irretito a sua volta dal loro stile di vita semplice. Una situazione che dice molto del carattere fondamentalmente puro di Paperone che gli attribuisce Cimino, che con questa storia ci ha regalato l’ennesimo strano popolo che offre al lettore più attento spunti su cui riflettere. 

Abbiamo parlato di
Zio Paperone e i bottari diogenisti
Rodolfo Cimino, Luciano Gatto
“Topolino” #2937, 13 marzo 2012

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  1. Speciale Rodolfo Cimino: Cimino e la giustizia cosmica
  2. Speciale Rodolfo Cimino: “Il viaggio è la ricompensa”
  3. Rodolfo Cimino: una vita con Zio Paperone
  4. Il regista Cimino e i suoi attori
  5. Gommo – Origine (Lavoradori)

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