Speciale Europeo 2013 Calcio Femminile (by Mario Villa)

Creato il 03 agosto 2013 da Simo785

E’ ormai da qualche giorno che l’Europeo Femminile ha chiuso i battenti e facendo un piccolo passo indietro non possiamo non rivivere con grande piacere quello che la Svezia ci ha offerto.

Partiamo senza ombra di dubbio col dire che è stato un torneo vinto non dalla squadra più forte, ma da quella che ha saputo sfruttare al meglio le occasioni che gli sono capitate e che, nonostante tutto, resta nuovamente la regina d’Europa.
La Germania metteva piede in Scandinavia con un numero importante di pedine fuori per infortunio. Pensiamo a Popp, Kulig, Odebrecht, Bresonik..insomma, quattro giocatrici che farebbero comodo a chiunque e invece, per un motivo o per un altro, l’attento tecnico tedesco Silvia Neid ha dovuto inventarsi qualcosa di nuovo per traghettare la Germania al suo sesto titolo consecutivo.
La linea verde tedesca non ha tradito; Marozsan, Lotzen, Da Mbabi e Bajramaj non hanno fatto rimpiangere le assenti, garantendosi un posto nell’olimpo del calcio giallo-rosso-nero.
Un plauso va anche alla veterana Angerer, portiere delle mille battaglie, che è risultata decisiva e che con la sua grandissima esperienza e bravura, ha saputo condurre le sue compagne alla vittoria finale.

Delusa ma non troppo è la Norvegia che dopo aver battuto la Germania nella fase a gironi, è riuscita a proseguire il suo cammino battendo Spagna e Danimarca ma si è poi fermata sul più bello, ad un passo dal trofeo. Amarezza ma anche soddisfazione per le nordiche che si consolano con un argento comunque molto dolce.

Tristi e col muso lungo sono senza dubbio Svezia e Francia che partivano come grandi favorite alla vigilia dell’Europeo.
Delle due chi sta peggio è la Francia che ha abbandonato la corsa ai quarti di finale, uscendo ai rigori con la Danimarca che, senza troppi giri di parole, non è certo al livello delle blues. Con questo brusco stop, le transalpine vanificano gli ultimi anni in cui c’è stata una grande crescita delle singole ma anche del gruppo, con una squadra che puntava almeno a giocarsi la finalissima e invece…nulla di fatto ed ora non resta che affidare la panchina ad un altro CT per provare a dare nuovo smalto ad una squadra che resta comunque ricca di grandi giocatrici e numeri.
La Svezia invece, con l’arrivo di Pia Sundhage  e l’Europeo casalingo, sembrava davvero poter mettere piede sul gradino più alto ma la semifinale con la Germania è stata fatale alle svedesi che hanno davvero sbagliato partita, concedendo un gol per una svista difensiva e fallendo numerose occasioni là davanti, dove normalmente le gialloblu sono piuttosto pericolose.
Una doppia occasione persa per una Svezia che ha intrapreso un nuovo cammino con Sundhage  e che continuerà, come le francesi, a far parlare di se.

La Danimarca, insieme alle campionesse tedesche, è la squadra maggiormente sorridente per la semifinale conquistata con grande caparbietà. Una sola sconfitta (con l’Italia) e una fila di pareggi che ha portato le danesi a vincere con la Francia ai rigori ai quarti e poi a perdere (solo ai rigori) in semifinale con la Norvegia.
Un posto tra le prime quattro non è certo da buttare per le biancorosse, che tornano, dodici anni dopo, a respirare aria di podio.

 

Parlando invece della nostra Italia non possiamo non avere un pizzico d’amarezza per un’altra eliminazione ai quarti e contro una Germania non certo invincibile. Abbiamo provato a giocarci le nostre carte ma sfortunatamente la caratura dell’avversaria ha avuto la meglio e dobbiamo accontentarci di una posizione di rincalzo da cui l’Italia deve e dovrà ripartire.
Il gruppo ha mostrato miglioramenti anche sotto l’aspetto del gioco e i giovani innesti apportati dal Ct Cabrini non hanno fatto altro che aumentare in noi la fiducia per un futuro più roseo.
Stiamo crescendo e le avversarie se ne sono accorte. Avanzare passo-passo resta la cosa più importante, facendo crescere parallelamente le nostre promesse che hanno fame di azzurro e che rappresentano il nostro presente ma soprattutto  il nostro futuro.
Vietato perderle per strada se vogliamo fare un altro piccolo balzo ma soprattutto, dobbiamo continuare a credere in loro per aiutarle ad acquisire maggior esperienza internazionale che certamente si potrà rivelare importante tra quattro anni, quando riproveremo l’assalto al titolo continentale.


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