Julia- Le avventure di una criminologa è una serie detection a fumetti ideata da Giancarlo Berardi e edita dalla Sergio Bonelli Editore a partire dal 1998> LoSpazioBianco" alt="SPECIALE Julia e il detection italiano Julia: la serie >> LoSpazioBianco" height="310" />, organizzata in episodi, uno al mese, di 128 tavole, giunta ormai al dodicesimo anno di pubblicazione.
La serie racconta le avventure di Julia Kendall, insegnante di criminologia alla Hollyhock University di Garden City, immaginaria cittadina del New Jersey, e consulente del Garden City Police Department.
Julia, orfana di genitori dall’età di tre anni, ha superato da poco la trentina e vive da sola, insieme alla sua gatta persiana Toni, nella casa della nonna materna, Lillian Osborne, che, vista l’età avanzata, ha scelto di vivere in una signorile casa di riposo. Sua sorella minore, Norma, fa l’indossatrice, viaggia in continuazione, ha qualche problema di dipendenza dalle droghe e, a parte le volte in cui si reca a fare visita a Julia di persona, anima i frequenti incubi notturni della criminologa in preda a paure e sensi di colpa profondi dettati, tra le altre cose, dalla preoccupazione per la sorella. Tra i pochi ma stabili affetti su cui Julia può fare affidamento ci sono: Emily Jones,
Ogni episodio è strutturato secondo diverse linee di racconto. La prima linea , quella che potremmo definire l’asse portante di ogni singolo episodio, è la linea del crimine, che comprende la presentazione del crimine, le sequenze di indagine insieme al team investigativo (sopralluoghi, colloqui con i testimoni e sospettati) le sequenze action che mostrano l’incontro tra il team investigativo e l’autore o gli autori del crimine, le sequenze che raccontano la vita delle vittime, e le sequenze che adottano il punto di vista dell’Antagonista. La linea del crimine ha uno sviluppo verticale attraverso i casi di puntata, che si risolvono, tranne rare eccezioni, all’interno di un singolo episodio, e una linea orizzontale caratterizzata dal racconto delle vicende che coinvolgono Julia e l’Antagonista principale della serie: la serial killer Myrna Harrod.
Un’altra importante linea di racconto riguarda la vita intima, familiare e relazionale di Julia. A questa linea appartengono le sequenze che raccontano la sua vita domestica con Toni e Emily, il rapporto con la nonna Lillian e con Norma,
Anche all’interno di questa linea possiamo trovare sia uno sviluppo verticale, autoconclusivo, dato ad esempio dalle sue avventure sentimentali che si esauriscono nell’arco di un solo episodio, oppure uno sviluppo orizzontale dato ad esempio dalla suarelazione con Weeb o con altri partner. Negli ultimi numeri della serie un ulteriore sviluppo alla linea orizzontale relazionale è dato dal il suo rapporto conAbebe, il bambino africano che Julia decide di adottare a distanza.
Una costante della serie è poi la voce narrante, affidata a Julia stessa attraverso l’espediente del diario, che agisce come didascalia o voce fuori campo, che descrive i sentimenti e le riflessioni di Julia appartenenti a entrambe le linee di racconto, quella del crimine e quella relazionale.
Julia è una donna single, nel corso della serie avrà numerose avventure sentimentali che però non si consolideranno in un rapporto duraturo.
La realizzazione di questa solida struttura di genere è determinata dallo spazio assegnato alla linea di racconto investigativa, che in queste storie è predominante.
Questo, però, non esaurisce il nostro discorso perché, come abbiamo detto, Julia al tempo stesso è capace di dare conto di quell’aspetto intimo e relazionale, che nel modello italiano preso in esame strangola e fagocita interamente la detection,
Spazio adeguato assegnato al caso investigativo all’interno del racconto ma anche attenzione alla caratterizzazione delle vittime e dell’antagonista e alla costruzione di un rapporto empatico tra queste due figure, determinanti per il detection, e il lettore, e ancora e soprattutto un lavoro importante di scavo e approfondimento sul dibattito tematico animato dalla serie.
Questi elementi, assenti o del tutto stravolti nel modello italiano che abbiamo analizzato in precedenza, devono essere presi in considerazione se si vuole ragionare in modo costruttivo sulla mancanza all’interno di un’ ampia, ma non così variegata, proposta della narrazione seriale televisiva italiana di genere detection di storie che tengano conto dell’esigenza di una più complessa e moderna strutturazione del racconto, e, soprattutto, sull’opportunità di colmare questa lacuna.
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