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Speciale Liga 2013-14, pt.2: la Real Sociedad sogna in grande, il Betis vuole crescere ancora. Valladolid significa sopravvivere, occhio al Celta di Luis Enrique

Creato il 21 agosto 2013 da Pablitosway1983 @TuttoCalcioEste
Speciale Liga 2013-14, pt.2: la Real Sociedad sogna in grande, il Betis vuole crescere ancora. Valladolid significa sopravvivere, occhio al Celta di Luis Enrique

Seconda puntata dello speciale TCE dedicato alla Liga 2013/14. Fari puntati su due grandissime rivelazioni della scorsa stagione, Real Sociedad e Betis, oltre che sul Valladolid – orfano di Djukic e alle prese coi soliti problemi finanziari – e sul rinnovato Celta Vigo che, dopo una salvezza aggantata in extremis, prova a ripartire sotto la guida di Luis Enrique.

REAL SOCIEDAD

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Continuità assoluta al progetto tattico esploso, fragoroso, l’anno scorso. Due rinunce forzate ma, a giudicare dalle prime due partite della stagione, la Real Sociedad sembra intenzionata quantomeno a ripetere la stagione passata: Philippe Montanier, il tecnico, ha deciso di tornare in patria e accettare l’offerta del Rennes. Asier Illarramendi, cervello e fulcro della manovra, dopo un grande Europeo Under 21 si è accasato al Real Madrid. Perdite gravi ma che, siamo sicuri, peseranno meno di quanto temuto. Il nuovo tecnico, per cominciare, è una scelta intelligente della società: Jagoba Arrasate, sebbene vanti solo un’esperienza in quarta categoria come primo allenatore, era nello staff di Montanier e ne proseguirà il grande lavoro tattico. Una specie di Vilanova post-Guardiola. Tanto dipenderà dall’esito della gara di ritorno del preliminare di Champions contro il Lione; se, come sembra, i baschi riusciranno a passare, inevitabilmente la fase a gironi influirà anche sul cammino in campionato. La rosa, a dirla tutta, non è ampissima ma è probabile che arrivino altri due calciatori in caso di qualificazione. A San Sebastian, comunque, la fiducia e l’entusiasmo sono alle stelle: l’ultima grande Real Sociedad fu quella del 2002, con Kovacevic centravanti, capace di contendere il titolo fino alla fine al Real Madrid. Forse non arriverà a tanto Arrasate, ma le premesse per vivere una stagione da protagonisti ci sono tutte.

IL MERCATO

Impossibile rinunciare ai 30 milioni offerti dal Real Madrid per Illarramendi, l’affare – mettiamola così – l’hanno fatto entrambe. Si era parlato con insistenza dell’arrivo di Jonathan dos Santos dal Barcellona, in prestito, ma alla fine è stato scelto Granero per sostituire il nazionale spagnolo Under 21. Il “pirata” è reduce da un’annata negativa al Qpr, condita da molta panchina, ed avrà bisogno di tempo per tornare a pieno ritmo. In uscita si registra solo la cessione di Sarpong al NAC Breda, a dimostrazione di quanto si credi nella continuità di quanto cominciato lo scorso anno. Azzeccatissimo l’acquisto de giovane Seferovic, l’anno scorso alla Fiorentina prima, al Novara poi. Lo svizzero, di origine bosniaca, è un attaccante rapido e tecnico, capace di giocare sia da punta esterna che da centravanti. Dotato di grandi colpi, ha fatto già innamorare i suoi nuovi tifosi con due grandi gol al Getafe (pallonetto delizioso) e Lione (conclusione dai 45 metri nel sette).

LA ROSA

Si potrebbe scrivere lo stesso di un anno fa. Purtroppo, però, ci sarà l’impegno europeo (Champions o Europa League) e forse la rosa doveva essere rinforzata almeno numericamente. Ruben Pardo o Granero dovranno sostituire Illarramendi, Seferovic, Vela, il Chory Castro e, soprattutto, il talento francese Griezmann sono una batteria di attaccanti esterni invidiabile. Mikel Gonzalez e Ifran salteranno l’inizio di stagione a causa di due gravi infortuni, importante capire se Cadamuro e Ansotegi riusciranno a far assorbire il colpo. Claudio Bravo, tra i pali, è una garanzia. In attacco, si spera che Agirretxe possa almeno ripetere la scorsa stagione, sia in termini realizzativi (14 gol) che soprattutto di “lavoro sporco”. Come sempre, infine, attendiamoci sempre meraviglie da quel genio che porta il nome di Xabi Prieto.

LA STELLA

Carlos Vela è reduce da una stagione devastante: 14 gol più una marea di assist e ammonizioni provocate. Il messicano si è rivelato, finalmente libero da infortuni, in tutto il suo talento. Sulla destra è inarrestabile, quando converge al centro è praticamente certa un’occasione da gol per la Real Sociedad. Decisivo.

BETIS SIVIGLIA

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Dopo sette anni, il Betis torna in Europa. A fine agosto, i biancoverdi disputeranno i preliminari di Europa League, giusto premio a una stagione elettrizzante, quella passata, che li ha visti lottare fino a poche giornate dal termine addirittura per il quarto posto. Un vero e proprio miracolo, considerato le ridotte disponibilità economiche: artefice del prodigio, Pepe Mel. Il tecnico è arrivato tre estati fa, reduce prima da una promozione in Segunda poi da un esonero al Rayo Vallecano. Al primo anno, Segunda Division stravinta; al secondo, salvezza comoda; al terzo, qualificazione in Europa League. Un crescendo costante che ha posto il nome di Mel sul taccuino di diversi grandi club spagnoli. Il mercato, come da tradizione, è stato parecchio movimentato, ma a cessioni eccellenti hanno fatto da contraltare arrivi altrettanto validi, oltre a diverse scommesse. D’altronde, il Betis non può far altro che puntare su giovani di prospettiva o su calciatori più avanti con l’età, ma con una fame calcistica da 18enni. Quest’anno gli andalusi viaggeranno in Europa, importante incastrare questo tassello nel miglior modo possibile nell’ambito della crescita economica e strutturale della società. Il primato cittadino avrà comunque la stessa importanza, ma l’EuroBetis è pronto per decollare.

IL MERCATO

Benat e Canas formavano la mediana dello scorso anno; il regista, che nel frattempo è entrato nel giro della nazionale, si è accasato all’Athletic Bilbao coronando il suo “sogno da bambino”, il mediano – con Pozuelo – è emigrato in Premier, allo Swansea. Il cileno Lorenzo Reyes, 22 anni e proveniente dall’Huachipato (da dove arriva anche Brian Rodriguez che potrebbe ritagliarsi spazi importanti in attacco), è un’ottima scommessa per occupare uno dei due posti lasciati vuoti a centrocampo. I “piedi buoni”, invece, saranno quelli di Verdù: è lui l’acquisto boom della campagna estiva del Betis. 30 anni, arriva a Siviglia dopo 4 stagioni all’Espanyol. Verdù sarà un’arma preziosissima per Pepe Mel, l’uomo giusto per non far rimpiangere Benat. Cambio completo in porta dove sono andati via Adrian (West Ham), Casto e Fabricio. Al loro posto il danese Andersen (titolare in nazionale ma l’anno scorso panchinaro all’Evian) e il para-rigori argentino Sara che, almeno per questa stagione, dovrebbe fare da dodicesimo al più esperto collega. Didac Vila è stato preso in prestito dal Milan dopo il buon campionato con l’Espanyol, è arrivato anche un rinforzo “internazionale”: Steinhofer, stantuffo sulla fascia destra, si è messo particolarmente in evidenza col Basilea, durante la splendida Europa League disputata dagli svizzere la stagione passata. Dalla Segunda Division sono arrivati Chuli, Juanfran e Matilla (grandi aspettative su di lui), oltre a Cedrick, la cui storia ha occupato le pagine dei giornali sportivi negli ultimi giorni: il congolese, gran protagonista dell’esordio in Liga al Santiago Bernabeu contro il Real Madrdi, è stato prelevato per appena 1,20 euro (compresi di Iva) dal Numancia, grazie a una clausola che lo liberava in caso di offerta di un club di Primera. Torna in Spagna anche Jordi Figueras, dopo tre stagioni al Club Brugge

LA ROSA

Il doppio impegno è difficile da gestire quando non si può operare con totale libertà sul mercato. Il Betis farà di necessità virtù, sperando nell’esplosione di qualche giovane. E’ il caso di Nosa, arrivato in Spagna lo scorso anno: il nigeriano, mediano, ha risposto con un gran finale di stagione agli scettici iniziali. Perquis e Paulao formeranno una collaudata coppia di centrali difensivi, Chica e Nacho saranno i due terzini di spinta che vuole Mel. Occhio a Cedrick e a Juanfran ma in attacco tanto dipenderà dalle lune di Verdù e dai gol di Ruben Castro e Molina. Sono loro due le bocche da fuoco degli andalusi.

LA STELLA

Dopo tanto girovagare, ha trovato il suo habitat naturale al Betis Siviglia: Ruben Castro è sempre più anima e gol di questa squadra. 60 gol negli ultimi 3 campionati, 18 lo scorso anno: fiuto del gol e tecnica, fisico compatto che gli assicura rapidità sotto porta. Il canario, a 31 anni, è nel pieno della maturità agonistica.

VALLADOLID

Real Valladolid CF v Real Betis Balompie - La Liga
Abbandonati da Djukic, ma senza timore per la stagione appena cominciata. A Valladolid, d’altronde, sono abituati a far fronte alle emergenze, anche economiche, negli ultimi anni. Inutile nascondere che la partenza, decisa dal serbo stesso unilateralmente (aveva ancora un anno di contratto), verso Valencia ha lasciato l’ambiente interdetto. Djukic è stato l’artefice della stupenda promozione due anni fa, e del bel campionato scorso caratterizzato da bel gioco e risultati. Il progetto dell’ex difensore non poteva che portarlo avanti un altro “mago” delle panchine spagnole: Juan Ignacio Martinez, mente del miracolo Levante, approdato l’anno scorso agli ottavi di Europa Legua, e già nel mirino del presidente Suarez due estati fa. Martinez avrà a disposizione una rosa sufficientemente competitiva per conquistare un’altra salvezza tranquilla: d’altronde, il club è riuscito a trattenere tutti i protagonisti (tranne Balenziaga) resistendo anche ad avances di club importanti (Atletico Madrid su Ebert). Manucho sarà probabilmente ceduto, ma Javi Guerra e Osorio garantiranno peso e gol in attacco. Insomma, anche in questo caso la continuità è la chiave per il successo: niente rivoluzioni a Valladolid, qui si bada all’aspetto pratico.

IL MERCATO

Il vero successo è quello di aver confermato in blocco tutta la rosa. E’ partito il solo Balenziaga, di ritorno all’Athletic Bilbao (i baschi avevano un’opzione di ri-acquisto pari a 300mila euro). Al suo posto, sulla sinistra, è stato preso dal Lens il franco-marocchino Bergdich che avrà spazio per farsi notare nella Liga. In porta, ceduto in prestito Dani Hernandez all’Asteras Tripolis, è arrivato Marino dal Villarreal, giovane portiere nella rosa della Spagna Under 21 campione d’Europa. Gilberto Alcatraz Garcia e Heinz sono gli ulteriori rinforzi per una difesa che, nei bassifondi della Liga, è ad oggi probabilmente la più solida e più ricca d’alternative. Partirà Manucho (Portogallo?), in rotta con l’ambiente: al suo posto è arrivato però Osorio, colombiano proveniente dal San Martin San Juan argentino, con ottime referenze. Si giocherà la maglia da titolare con Javi Guerra.

LA ROSA

Difesa fortissima, almeno in relazione all’obiettivo salvezza: Valiente e Jesus Rueda sono i titolari sulla carta al centro, ma Martinez ha l’imbarazzo della scelta. Rukavina, sulla destra, vuole replicare quanto di buono fatto lo scorso anno, aspettative anche per Bergdich. Jaime e Marino sono in ballottaggio per il posto da titolare tra i pali, per ora l’ha spuntata il giovane ex-Villarreal. Alvaro Rubio e Victor Perez (qui si potrebbe migliorare) formano la coppia di mediani davanti alla difesa, a protezione del trio tutto fantasia Ebert-Oscar-Omar. Il tedesco è stato fermato spesso dagli infortuni, ma è risultato ugualmente tra i più decisivi dell’ultima Liga. Di Oscar parlano i piedi e il focus a parte, Omar è una garanzia. In avanti Javi Guerra e Osorio sono due ottimi centravanti nella giusta dimensione. Questo è l’undici titolare, più che sufficiente, con un buon numero di alternative, per conquistare una salvezza tranquilla.

LA STELLA

Talento, esperienza, quantità, qualità, leadership. Oscar è uno di quei giocatori di cui si dice: “Avrebbe meritato di più in carriera”. Il fantasista, classe ’82, dopo due stagioni in Grecia con l’Olympiakos, è tornato in Spagna per abbracciare il progetto Valladolid, di cui è diventato presto la bandiera. L’anno scorso, 12 gol (miglior marcatore dei suoi) e 6 assist, oltre a una marea di giocate per palati fini. Oggi, il Valladolid è anche Oscar.

CELTA VIGO

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Una salvezza da infarto, lo scorso 1 giugno. Poi il via ai festeggiamenti per il 90esimo compleanno e l’arrivo in panchina di Luis Enrique. Che estate per il Celta Vigo! In Galizia, per una volta, si può sognare. Tanto, a cominciare dalla solidità economica del club, ha fatto sì che a Vigo arrivasse un nome del calibro di Luis Enrique. Il progetto è ad ampio raggio, a cominciare da un vivaio tra i migliori in Spagna, per poi proseguire con una tifoserie sempre più giovane e identificata in modo “sano” coi colori della propria squadra del cuore. Insomma, l’ambiente giusto per sviluppare un “progetto alla Luis Enrique“, senza far riferimento alla precedente avventura del tecnico. Tre giorni, a fine luglio, hanno rischiato di rompere quest’idillio: il Barcellona assorbe il colpo delle dimissioni di Vilanova e comincia il tourbillon di voci sul prossimo allenatore. Si fa, con insistenza, il nome di Luis Enrique. Alla fine, in Catalogna è arrivato Martino, l’asturiano può essere l’alfiere della stagione della rinascita. Tanti giovani, anche provenienti dal Barça, sono la miglior garanzia di spettacolo e dedizione, caposaldi della filosofia calcistica del nuovo tecnico. Al Balaidos, quest’anno, non sarà facile per nessuno.

IL MERCATO

Iago Aspas, gioiello della cantera del Celta e sorpresa della scorsa stagione, è volato a Liverpool. Un’offerta troppo importante per essere rifiutata. Al suo posto è arrivato il portoghese Charles, capocannoniere della Segunda Division con 32 reti e sul quale Luis Enrique sembra riporre tanta fiducia. In attacco, comunque, il colpo principale è quello di Nolito, reduce dall’esperienza – positiva – al Benfica. Via il coreano Park (fine prestito dall’Arsenal), Demidov, Dani Abalo, Lago e Javi Varas. A centrocampo è Rafinha, fratello di Thiago Alcantare, il colpo più importante; l’ispano-brasiliano sarà di certo una delle rivelazioni di questa Liga. Dal Barça arriva anche Fontas, rinforzo utilissimo per la difesa, uno dei reparti meno positivi durante l’ultimo anno.

LA ROSA

Il giovane Ruben prenderà il posto di Javi Varas tra i pali, è comunque una scommessa. La difesa resta quella dello scorso anno con l’aggiunta di Fontas; Cabral e Tunez non costituiscono, però, quella che si potrebbe definire una “fortezza”. Senza contare che ci sono poche alternative di valore. Da centrocampo in su, la musica cambierà notevolmente: gli arrivi di Rafinha, Nolito e Charles faranno compiere il salto di qualità al gioco offensivo dei galiziani, che comunque già contavano sull’estro di Augusto Fernandez e sull’esperienza di Krohn-Dehli. Bermejo proverà in tutti i modi a scalzare Charles, Luis Enrique ha davvero una vasta scelta.

LA STELLA

4000 persone per la sua presentazione: Rafinha ha tutto per diventare il nuovo idolo del Balaidos. Torna a Vigo, dove visse per 13 anni (suo papà Mazinho, ha giocato per il Celta). Qualità indiscutibile e carattere: col Barcellona non ha esordito in Liga ma l’ha fatto in prima squadra. Lui è il futuro.


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