La Recensione
Se dovessi descrivere in una frase questo libro, direi “Dune: un inizio difficile, un percorso agevole, un finale in crescendo”.
La sensazione all’inizio del racconto è di trovarsi già nel vivo degli eventi senza conoscerne le premesse: Herbert introduce concetti e fa riferimento a fatti storici (ovviamente fittizi) come se fossero noti a tutti. Si parla di “Bene Gesserit”, di “Mentat” o di “Gilda spaziale” come in un qualsiasi altro libro si può citare la Chiesa cattolica o il Corano o l’Illuminismo senza la necessità di spiegare cosa siano poiché fanno riferimento a un patrimonio di conoscenze condiviso.
Si tratta, comunque, di una fastidiosa sensazione che si riduce man mano che il racconto procede, o meglio man mano che il mondo creato da Herbert prende forma e tutti i pezzi si incastrano nella cornice creata dall’autore. L’esperienza è simile a un viaggio in un paese straniero di cui non si sa molto: usi e costumi, storia e tradizioni, pratiche religiose e superstizioni sono conosciute dal viaggiatore attraverso l’osservazione attenta dei comportamenti della gente del luogo, quindi in maniera disordinata e non sistematica come avverrebbe invece leggendo una guida turistica, la cui lettura è più utile in un secondo momento per approfondire e organizzare le scoperte fatte in autonomia. Forse anche Herbert la pensava così e, infatti, alla fine del romanzo ha inserito una serie di appendici che chiariscono quei presupposti di cui avevo sentito la mancanza nelle prime pagine; il mio consiglio, comunque, è di leggerle alla fine per evitare qualche spoiler indesiderato e per non perdere il senso di scoperta e di stupore di fronte alla capacità “creativa” di Herbert. L’autore, in realtà, lascia al lettore - inizialmente spaesato - una serie di indizi che lo aiutano gradatamente a mettere insieme i fili di un ordito molto articolato e cioè le citazioni, poste a inizio di ciascun capitolo, tratte dagli scritti storici della principessa Irulan (figlia di Shaddam IV, imperatore Padishah dell'universo conosciuto), in cui si narrano gli eventi di Arrakis e le gesta di Muad'dib, il condottiero che guiderà i Fremen nella rivolta contro le logiche di sfruttamento delle risorse e della popolazione locale attuate dalle Grandi Case e dalla Gilda spaziale il cui unico imperativo è che “la spezia deve fluire” anche a costo di congiure, tradimenti e violenza.
Il personaggio di Paul Atreides è quello meglio caratterizzato negli aspetti psicologici: grande spazio viene data alla lotta che intraprende tra il destino apparentemente inevitabile, tracciato da forze più grandi lui, e la volontà di essere artefice delle proprie scelte; minore attenzione è dedicata agli altri personaggi che appaiono più stereotipati. In particolare il ruolo delle donne è improntato a una concezione tradizionale della suddivisione dei compiti tra i generi: sono sacerdotesse, madri, compagne, a volte guerriere, ma sempre sottoposte alla volontà degli uomini e la loro felicità è subordinata alle necessità dei questi ultimi.
Gli eventi narrati si intrecciano con alcune tematiche che, a mio avviso, sono le vere protagoniste del romanzo: la logica individualista (rappresentata dalle Grandi Case e dalla Gilda spaziale) in contrapposizione con il senso di comunità (esemplificato dal forte senso di appartenenza dei Fremen), lo sviluppo sostenibile (termine moderno antecedente alla pubblicazione di “Dune” ma che riassume il pensiero di Herbert verso lo sfruttamento del territorio e delle persone che vi abitano), la manipolazione della comunicazione attraverso la creazione di miti religiosi, i rischi insiti nella commistione tra religione e politica.
Dune è un romanzo d’azione, ma senza il continuo interrogarsi su tali questioni (nonostante la vicenda narrata ne risulti, a volte, appesantita) sarebbe uno dei tanti romanzi di fantascienza ambientati in un futuro lontano e in mondi ostili. La prova di questa affermazione, a mio parere, si trova nelle due versioni cinematografiche, (un film di David Lynch del 1984 e una miniserie Tv del 2000) che hanno dato poco spazio alle questioni di sfondo (grazie alle quali nel romanzo l’intera vicenda acquista il suo specifico senso) riducendo l’intreccio narrativo a una serie di battaglie e di combattimenti che finiscono per stancare lo spettatore; per ovviare a questo inconveniente non sono valse a molto le soluzioni degli sceneggiatori di introdurre eventi in contraddizione con la narrazione o di dare più spazio a personaggi che, nel romanzo, non hanno un ruolo attivo. Una sorta di “effetto dune” si ritrova anche in "Guerre stellari" (lo stesso George Lucas ha sempre ammesso di aver subito il fascino del romanzo di Herbert) nell’aspetto di Tatooine, (il pianeta desertico di Luke Skywalker), nell’organizzazione politica dell’Impero, nell’addestramento dei Jedi all’uso della Forza.
Giudizio:+4stelle+
Articolo di Patrizia O.
Dettagli del libro
- Titolo: Dune
- Titolo originale: Dune
- Autore: Frank Herbert
- Traduttore: Cossato G.; Sandrelli S.
- Editore: Fanucci
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: Tif Extra
- ISBN-13: 9788834718452
- Pagine: 720
- Formato - Prezzo: ebook - 9,90 Euro