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Speciale Rodolfo Cimino: “Il viaggio è la ricompensa”

Creato il 16 maggio 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
Uno dei temi principali sfruttati da Cimino nel corso delle sue avventure con Paperone protagonista è quello del viaggio.
L’incipit in cui il vecchio papero sente notizia di un tesoro, arruola i nipoti e parte alla volta di una terra lontana è diventato così famigliare al lettore di “Topolino” da risultare quasi un cliché ormai abusato. 
La verità, come afferma giustamente in questo suo pezzo, è che non è per niente semplice scrivere una storia in cui Paperone va alla ricerca di un tesoro.
O perlomeno, preciso io, non è facile scriverla con un certo rispetto per i personaggi, per le loro intenzioni e per il lettore.

Speciale Rodolfo Cimino: “Il viaggio è la ricompensa”> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="278" width="287" alt="Speciale Rodolfo Cimino: Il viaggio è la ricompensa >> LoSpazioBianco" class="alignleft wp-image-51521" />Nel parlare di Paperone e di cacce al tesoro è impossibile non citare ancora una volta , che ha creato anche questa particolare mitologia della figura del papero più ricco del mondo. Cimino, in questa tipologia di storie come in altre, si rifà direttamente al creatore del personaggio per ispirarsi e capire il modo più corretto di imbastire l’avventura, ma decide di fare una scelta di campo ben precisa: se Barks portava Paperone e nipoti in luoghi realmente esistenti del nostro pianeta o in terre appartenenti a leggende che si tramandano da secoli, Rodolfo Cimino sceglie di spedire i Paperi in posti assolutamente inesistenti, se non nella straordinaria fantasia dell’autore
Isole sperdute, pianeti lontanissimi, terre selvagge, oceani inesplorati… ma rigorosamente introvabili sul nostro mappamondo e mai ipotizzati da nessuna antica leggenda o fiaba. I luoghi in cui il Paperone di Cimino si reca si trovano in quella fertile zona del cervello umano che risponde al nome di fantasia, e c’è da dire che Cimino ne aveva proprio tanta! 
Dall’isola del Paperzucum alla terra delle montagne trasparenti, dal pianeta Pacificus alla Fossa del Moloch, Cimino ha sempre saputo creare terre fantastiche in cui far arrivare i Paperi.

Ma ci sono almeno altre due caratteristiche che val la pena esaminare in riferimento ai viaggi ciminiani: i mezzi con cui si arriva alla meta e i popoli che abitano queste terre.

Speciale Rodolfo Cimino: “Il viaggio è la ricompensa”> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="292" width="295" alt="Speciale Rodolfo Cimino: Il viaggio è la ricompensa >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-51522" />Per quanto riguarda i veicoli utilizzati per raggiungere le proprie destinazioni, Cimino si è sbizzarrito nel creare alcuni dei mezzi di locomozione più impensabili e folli, tanto da diventare da soli un ulteriore marchio di fabbrica delle storie scritte dall’autore. Che abbiano la possibilità di volare, di andare per mare, di superare terreni impervi, di scalare montagne, o che siano cingolati piuttosto che dotati di ruote motrici o altri mezzi propulsivi, quel che è certo è che difficilmente dal garage personale di Paperone uscirà un veicolo normale, e non a caso la reazione tipica di Paperino alla vista di questi mezzi di trasporto è un istantaneo svenimento.
Sono tutte macchine che sanno unire la realizzazione economa con le caratteristiche utili per affrontare il percorso necessario a giungere alla destinazione di turno. Posso solo immaginare il divertimento dei disegnatori nel dover rappresentare marchingegni così inusuali.

Sui popoli che i Paperi incontrano nei loro viaggi c’è da dire che una delle loro caratteristiche è la semplicità: gli autoctoni, come Cimino stessi li definiva spesso e volentieri ricorrendo come suo costume a parole ricercate e meravigliose, rappresentano il più delle volte gente genuina, non intaccata dal progresso e dallo stile di vita occidentale, perlopiù insensibile al richiamo della ricchezza e spesso dediti al contatto più originario con la natura. 
Il contrasto con le mire di Paperone appare subito evidente, dunque, ed è proprio su questo infatti che gioca l’autore per cercare di trasmettere una specie di morale tanto al protagonista quanto al lettore. Non è un caso che in questi popoli ci sia spesso un vecchio saggio, altra figura ricorrente nella narrativa ciminiana, che ha il compito di ricordare allo Zione l’importanza della correttezza e del rispetto verso gli altri.

Speciale Rodolfo Cimino: “Il viaggio è la ricompensa”> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="162" width="283" alt="Speciale Rodolfo Cimino: Il viaggio è la ricompensa >> LoSpazioBianco" class="alignleft wp-image-51523" />In ultimo, è bene comunque sottolineare una componente assolutamente di primaria importanza nella figura di Paperone, già affermata da Carl Barks e Don Rosa ma in Cimino evidenziata con particolare enfasi: l’autore friulano suggerisce che per Paperone quel che più conta è proprio il viaggio, piuttosto del guadagno che potrebbe ottenere giunto alla meta. Il viaggio con le sue insidie, i suoi pericoli e tutta la componente avventurosa, da affrontare fianco a fianco con i suoi parenti più prossimi e con il fedele Battista, lo fa sentire ancora vivo, allontana da lui il rischio dell’inattività tipica della pensione. Paperone non vuole rassegnarsi all’età, e sa che gli anni non sono un ostacolo per chi sa mantenersi attivo nel corpo e nel cervello. 

Per questo l’immagine di Paperone che studia antichi manoscritti nella sua biblioteca, e che parte lancia in resta verso nuovi, improbabili tesori è quanto di meglio rappresenta il personaggio.

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