Monti abbatte la scure dell’esecutivo sull’esubero di statali. Si taglia sugli ospedali, solo ridimensionate le province. Monti difende le prerogative delle varie caste che predano il paese.
C’era una volta lo statale: fiero, ricco, bello. Inutile dire il contrario, era una sorta di privilegiato, un dottore senza laurea, cittadino rispettabilissimo, meno problemi ed indagini per mutui, finanziamenti, pagamenti rateali. E anche qualche convenzione per acquistare beni e servizi. Oggi non più: gli intoccabili cadono e vengono ridimensionati dalla crisi. Si diceva un tempo che il posto statale fosse il vero posto fisso, quello noioso per intenderci.
Non esistono più certezze: la farsa della spending review è servita unicamente per riesumare Bondi e Amato, per far credere al popolo che i pareri (inviati tramite email al governo) fossero in qualche modo in grado di indirizzare Mario mani di forbice verso la direzione giusta. Nulla di tutto questo: non si tagliano le pensioni dei grand commis di stato, né le province (autentiche fabbriche di clientele che verranno redistribuite su base dell’estensione territoriale e della popolazione), non si evita di spendere sul comparto difesa (i famosi aerei da guerra acquistati dall’Italia che ci costeranno circa 15 miliardi di euro) e i parlamentari sono stati ridotti soltanto a 508 unità, settantatré in più del Congresso di Washington.
Si bloccano invece gli stipendi dei dipendenti di società pubbliche, i concorsi per i dirigenti, i fondi all’università, la ben nota sanità. La pubblica amministrazione potrà contare sul blocco degli affitti, che non andranno adeguati all’indice ISTAT , e se hai difeso l’Italia in Kossovo e ti sei beccato il cancro a causa dei proiettili all’uranio impoverito, sei pregato di startene in un angolo senza disturbare: il fondo per le vittime di questa diabolica invenzione verrà ridotto di circa 10 milioni di euro.
Il governo alza la barricata per difendere la manovra: serve per non aumentare l’iva di due punti, cosa che siamo certi dovrà comunque verificarsi entro i primi mesi del prossimo anno. Diranno agli italiani che gli sforzi non sono bastati e che serve tassare, tassare, tassare. E la ripresa si allontana.
Non è una manovra? Sì, lo dice anche il ministro Balduzzi che non verranno chiusi ospedali. Ma, come diceva Shakespeare, se una rosa avesse un altro nome, non avrebbe comunque lo stesso profumo? La chiamino come vogliono, è una manovra a tutti gli effetti che prova a ridimensionare il carrozzone degli statali, spesso utilizzato dai partiti per gestire le proprie clientele. Adesso si calcola un esubero per la macchina (e le casse) dello stato, che si aggira intorno al dieci percento della forza lavoro totale, da ricollocare o da mandare in pensione o in mobilità. Tra questi, gli assurdi numeri della presidenza della Regione Siciliana, con un dirigente ogni sei dipendenti: Lombardo ha pensato proprio a tutti gli amici da collocare in dorate alcove, pagate con denaro pubblico.
In effetti i numeri di Palazzo dei Normanni giustificano le proteste delle altre regioni d’Italia: quasi trentamila dipendenti sono indice di un sistema in cui la clientela è regola aurea.
Concludendo, sarà più facile bombardare lo stato di Palau o l’Islanda, ma sarà un po’ più complesso farsi ricoverare in ospedale: si è calcolata una diminuzione di circa 30000 posti letto nelle strutture sanitarie,l’ennesimo disegno socialicida del governo dei banchieri verrà approvato.
E i sindacati sono sul piede di guerra: quindi, il governo, può dormire sonni tranquilli…