Magazine Società

Spermi indifferenti

Creato il 14 febbraio 2012 da Tnepd
Spermi indifferenti

Pratico ciondolo da regalare insieme alla collana di cemento, stasera al porto dopo la cenetta romantica.

La fine di una storia rappresenta sempre un brutto momento per un uomo: delusione, sogni infranti, malattie veneree come ricordo. Umore Maligno vuole affrontare dal punto di vista maschile il dramma della perdita dell’amore e le terribili conseguenze psicologiche che ne possono scaturire. Soprattutto se lei ingoiava.

La mia ragazza mi ha mollato. Mi ha detto che le conviene da un punto di vista fiscale.

La fine dei miei rapporti ha sempre coinciso con i periodi più divertenti della mia vita. Giuravo che non ci sarei caduto mai più, solo relazioni fugaci, frugali e di altri tipi dei quali mi sfugge il significato. Certo alcune cose cambiano: ad esempio, i calzini non vanno più da soli dall’angolo della camera al cassetto inspiegabilmente puliti. Un fenomeno sul quale mi sono sempre ripromesso di indagare ma che ho sempre evitato, per non rompere l’incantesimo.
È in situazioni come questa che emerge l’innata capacità organizzativa maschile. Per esempio, dopo che hai usato l’ultimo paio di calzini preso dal cassetto di una vita precedente, dai una sniffatina al mucchio e ti rendi conto che alcuni li hai cambiati con troppa fretta al primo giro. Passano al secondo.
Se sei fortunato a volte ne salvi la metà. Dopo il secondo utilizzo, essendo l’uomo un animale dall’eccellente capacità di adattamento, dai una rapida controllata agli scarti del primo giro e ti chiedi perchè mai li avevi messi da parte: sono molto più profumati dei recuperi che hai appena usato.
Ne deduci che da quando sei single i calzini sì, si lavano da soli, ma smettono di andare nel cassetto. Probabile che anche loro siano intaccati da un certo lassismo dovuto all’assenza di una figura femminile. Passa anche il terzo giro con la stessa tecnica ma i recuperi sono sempre meno e per il rotto della cuffia. Fino a che ti ritrovi davanti al giro svolta: il quarto. Il quarto giro è duro e non è da tutti.
Innanzitutto richiede una certa filosofia di base, con delle sfumature indiano-buddiste, e delle forti convinzioni. Arrivati a questo punto ci sono due tipi di persone: chi molla e mette tutto a lavare e chi tiene duro. Se tieni riparti da zero, i recuperi non sono ammessi al quarto giro: è il giro boa che ti fa capire di che pasta sei fatto.
Se non molli e riparti da zero acquisisci coscienza di una nuova realtà: “I calzini puliti sono così”, “La lavatrice utilizza detersivi altamente inquinanti”, “Devo farmi dire che deodorante usa dal marocchino sotto casa”. Il mondo muta radicalmente ed entri in un nuovo stato di coscienza. Le camicie iniziano a sporcarsi solo di rado. E non laverai mai più un maglione in vita tua.

Ricordo ancora il mio primo amore, Anselma. Venticinque anni, bionda, occhi azzurri, un culo sodo come l’impasto per la pizza. Mi lasciò dopo il terzo appuntamento, quando capì cosa volevo realmente da lei: sua figlia.

- Ti lascio perché ti…
- …”Amo”?
- No, perché ti odio e mi fai schifo.
- Ha senso.

- Basta! È finita! Ormai sembriamo due estranei!
[Le parole di quella sconosciuta mi colpirono. Chi era? E cosa ci faceva in casa mia? Mi sentii tirare la giacca da dietro]
- Devo fare la pupù.
[Oh cazzo, e questo chi è?]
- Papà, mi scappa!
[Quel piccolo essere mi ricordava qualcuno. Probabilmente l'avevo già visto, ma dove?]
- Lo senti tuo figlio? Ci vuoi pensare tu per una volta o devo fare sempre tutto io?
[Quella sconosciuta continuava a mantenere un tono estremamente astioso nei miei confronti. Presi il coraggio a due mani e lo accompagnai in bagno senza la minima idea di cosa fare]
- Occupato.
[Sbaglio o avevo appena sentito la voce di una vecchia provenire dal mio bagno?]
- C’è nonna.
[La tranquilla noncuranza nell'affermazione di quello sconosciuto metro e dieci mi fece venire una punta di vertigini. Cominciavo a pensare di essere drogato. Più del solito. E non era neppure sabato sera. O forse sì, non avevo sottomano un calendario. Decisi di capire meglio e mi rivolsi all'unica persona che in quela momento aveva un aspetto familiare]
- Mi scusi, che giorno è?
- Martedi.
- Grazie, mi sa anche dire lei chi è?
- Sono tuo padre.
[Perfetto: ora avevo parecchie informazioni in più,  e soprattutto sapevo chi ero. Luke Skywalker]

- …E allora vattene, che mi fai ridere. Ma dove la trovi un’altra come me?
- L’idea è quella, troia.

Non mi sorprende che con la mia ex non abbia funzionato: volevamo entrambi avere sempre l’ultima parola su tutto. Per dire: il giorno dopo che ci eravamo lasciati mi mandò una su foto mentre faceva un pompino a un negro. Mi ci vollero quasi due settimane per trovarne uno col cazzo più grande.

- Che fine ha fatto l’uomo dolce, tenero e caldo che amavo?
- Non so. Provo a chiamarlo, troia?

- Mi dispiace davvero per tutto il male che ti ho causato, credimi, non avrei voluto e farei di tutto per poter tornare indietro.
Cominciai col farmi restituire i trecenquarantacinque euro e dodici centesimi.

Siamo onesti. Se la mia ex mi ha mollato è perché pur essendo un bravo ragazzo, pur avendola sempre trattata come una regina, rispettata, mai insultata, mai sodomizzata, mai obbligata all’ingoio e mai costretta a scopare con trentotto di febbre, non l’ho mai trattata di merda, mai mancato di rispetto, mai insultata, mai sodomizzata, mai obbligata all’ingoio e mai costretta a scopare con trentotto di febbre.

La fine di una relazione è sempre un momento scioccante. Hai difficoltà a respirare, a guardare la luce del sole, a rapportarti con chi ti sta intorno. Ma non ti devi preoccupare: è sempre così, quando non sei più abituato alla libertà.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :