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Come ogni anno è arrivata la Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese: al suo interno viene fatta una dettagliata analisi degli andamenti finanziari degli effetti ottenuti dalle scelte politiche del Governo, in materia di lavoro, istruzione, sanità e previdenza sociale.
Per quanto riguarda la Sanità nazionale, la spesa 2011 ha di poco superato i 110.000 miliardi di euro, con un incremento dell’1,4% rispetto al 2010. Il rapporto tra spesa del sistema sanitario nazionale e prodotto interno lordo è del 7,1%, rispetto al 7,2% dell’anno precedente. Si registrano poco più di 1.900 miliardi di perdite, con andamenti differenti a seconda delle regioni: se da una parte abbiamo tre regioni (Lombardia, Friuli e Provincia di Trento) con incrementi nei costi superiori all’1,5%, dall’altra si registra una flessione superiore al 2% in Campania, Puglia e Calabria, essenzialmente legata al Piano di rientro economico.
Complessivamente, può essere considerata una dinamica di spesa nazionale piuttosto contenuta, frutto sia del blocco dei contratti sul personale e della stretta regolamentazione della spesa farmaceutica, che dall’effetto dei Piani di rientro economico, a carico delle singole regioni. Nonostante questi buoni risultati, si evidenziano ancora delle mancanze organizzative e gestionali, che di fatto rappresentano un insuccesso finaziario ed economico. Infine, nel documento ministeriale viene rimarcata l’assoluta necessità di individuare precise metodologie per la verifica e il controllo dei tempi di attesa nel percorso diagnostico e terapeutico delle patologie più complesse.
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