È di questi giorni, la notizia che il pubblico inizia a preferire i film in lingua originale. Ora, ce ne accorgiamo solo se un giornale di quelli con un nome da quotidiano, sì, insomma quelli veri, quelli che prendono i contributi per l’editoria anche se non vengono venduti e raccolgono altri soldi dagli sponsor, lo mette davanti al naso di tutti. Prima nessuno se n’era accorto, e come regola, d’ora in poi si sentirà una sacco di gente, colta da chissà quale rivelazione, dibattere e ammettere che, beh, “una volta eravamo bravi a doppiare, i migliori del mondo, ma ora…”
Insopportabile l’alieno, a causa della voce italiana
Probabilmente non si sono accorti che nell’ultimo decennio, finita l’era di Ferruccio Amendola, il livello qualitativo del doppiaggio è calato sensibilmente, con scelte spesso azzardate e fuori contesto. Se vi è capitato di vedere il già orribile Eragon, avrete sentito la voce del drago Saphira, affidata all’esperienza di… Ilaria D’Amico. Oppure, posso citare l’alieno Paul, doppiato da Elio, con una voce, un accento e una recitazione che il risultato sembra quello delle parodie che si trovano su You Tube.
Insomma, andrebbe scelta con cura la gente che va a lavorare in questa postazione…
Ma possiamo andare avanti, tirando fuori per l’ennesima volta la voce di Bane nell’ultimo Batman di Nolan, degna di uno che avesse appena preso un calcio nelle noci. E ora, arrivano le note dolenti, quando Daniel Day Lewis in Lincoln non è doppiato da uno del mestiere ma da un attore, o quando non hanno ancora capito che a Di Caprio* è ora di dare una voce diversa, perché quella che aveva in Growing Pains non va più bene.
Cambiategli voce, è cresciuto
Sono solo questi i motivi per cui gli spettatori più esigenti, ancora una fetta piuttosto bassa, visto che siamo un Paese nazionalista e vogliamo che le cose siano per forza “in italiano”, rimanendo indietro perfino ai paesi del terzo mondo, stanno migrando in queste proiezioni in lingua originale? Forse, ma anche l’essere ormai stufi di ritrovarsi con film dai dialoghi adattati alla bell’è meglio, che ci fanno perdere battute, modi di dire e doppi sensi, solo perché non si fa un lavoro con tutti i crismi. Viene da pensare che usino il translator di Google, a volte.
Ed è quindi che anche nel cinema, troviamo madornali errori riscontrati nella letteratura, nelle traduzioni da due centesimi, quelle che ci fanno chiedere chi diamine siano le “persone dal collo rosso”.
*Dai, non mi direte che siete andati a guardare su Youtube se Di Caprio aveva davvero la stessa voce nel telefilm…