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Ho come la sensazione di avere scritto una tesi di dottorato per interpretare Inception. Alcuni anni fa.Se Inception sia o non sia tutto un sogno, non cambia assolutamente niente del film. Proprio perché ogni film è come se fosse un sogno: crea un mondo che ha sue regole più o meno coerenti che possono non essere quelle della nostra realtà quotidiana, ma che comunque osserviamo come quelle della nostra realtà quotidiana.
Un film spesso è solo un film, non è come un sogno che la stragrande maggioranza delle volte è concepito come tale solo al risveglio. E tuttavia, lo spettatore entra nel film a volte come in un mondo reale (è ancora la storia della sospensione dell'incredulità di Coleridge) e a quello applica tutte le attitudini e capacità cognitive che applica nella vita quotidiana anche fuori dal cinema.
Solo nel finale il meccanismo di Inception si apre al dubbio e vi sono delle incongruenze: non è mostrato come Cobb si trovi nel mondo di Saito (Ken Watanabe), non è molto chiaro come mai Saito sia invecchiato tanto e Cobb non lo sia (la moltiplicazione esponenziale del tempo mano a mano che si scende di livello nei sogni non basta a giustificare il fatto). Non è chiaro come mai, soprattutto, i personaggi sul pulmino non si sveglino immediatamente al contatto con l'acqua, ma aspettino - per così dire - Cobb per farlo tutti insieme.
Può darsi che tutto il film sia parto della mente di Cobb. Molti dei film complicati degli ultimi anni sono basati sul device di un narratore inaffidabile e sui parti della sua mente alterata e la trottola che vacilla ma non è ancora cascata prima dei titoli di coda lascia astutamente la decisione allo spettatore.
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