L’Espresso e Repubblica hanno iniziato la pubblicazione di nuovi cablogrammi provenienti da WikiLeaks riguardanti l’Italia. I primi uscito sono in generale positivi riguardo il ruolo dell’Italia, con gli americani che si dichiarano molto soddisfatti dell’alleato. Non manca, tuttavia, qualche sferzata nei confronti della classe dirigente.
Il lento ma sostanziale declino economico del Paese minaccia la sua capacità di avere un peso sulla scena internazionale. E la sua classe dirigente dimostra spesso di non avere una visione strategica – caratteristica sviluppatasi attraverso decenni di coalizioni di governo instabili e di breve durata. Le istituzioni italiane non sono sviluppate come sarebbe opportuno aspettarsi da un moderno Paese europeo. La mancanza di volontà e l’incapacità dei leader italiani di affrontare i problemi strutturali che affliggono la loro società – un assetto economico non competitivo, la decadenza delle infrastrutture, il debito pubblico che aumenta, la corruzione endemica – continuano a essere fonte di preoccupazione per i suoi partner, e danno l’impressione di un governo inefficiente e debole. Il primo ministro Silvio Berlusconi è involontariamente diventato il simbolo di questo processo. Le sue continue gaffe e la sua povertà di linguaggio hanno più di una volta offeso gran parte del popolo italiano e molti leader europei. La sua chiara volontà di anteporre i propri interessi personali a quelli dello stato, il suo privilegiare le soluzioni a breve termine a discapito di investimenti lungimiranti, il suo frequente utilizzo delle istituzioni e delle risorse pubbliche per ottenere benefici elettorali sui suoi avversari politici hanno danneggiato l’immagine dell’Italia in Europa, creato un tono disgraziatamente comico alla reputazione dell’Italia in molti settori del governo statunitense.
Mentre una crescita stagnante ha prodotto maggiori pressioni sul bilancio, desta ulteriore preoccupazione la mancanza di volontà del governo italiano nel prendere decisioni rapide in supporto alle esigenze dell’alleanza. In molti casi, l’Italia ha cercato di compensare la mancata allocazione di risorse, proponendosi come grande mediatore mondiale, un ruolo autoconferitosi che i politici (e in particolare Silvio Berlusconi) credono dia grande visibilità e virtualmente nessun costo. Senza alcun tipo di coordinamento esterno, i leader italiani hanno cercato di mediare nei rapporto dell’Occidente con la Russia, nell’impegno verso Hamas e Hizballah, nello stabilire nuovi canali di negoziazione con l’Iran ed espandendo l’agenda e il mandato del G8.
Inoltre, i delegati americani svelano qualche retroscena, tuttavia nulla di straordinario. È stato un colloquio con l’ambasciatore a far cadere il ddl voluto da Alemanno contro gli OGM: gli USA avrebbero perso parecchi soldi con la mancata vendita di sementi biotech. Nel 2008, dopo la larga vittoria di Berlusconi sul PD guidato da Veltroni, il primo ha neutralizzato la Lega mettendola al Ministero degli Interni, mentre il secondo si è visto sabotare il suo governo ombra da D’Alema, desideroso di farlo fuori dalla segreteria il prima possibile.
La pubblicazione, vista la mole, sarà graduale. Vi terremo aggiornati.