SPIGA2: Un negozio per lanciare i giovani

Creato il 21 settembre 2010 da Dg_victims @DG_VICTIMS
Riaperto il 18 settembre Spiga2, che ospiterà accessori del marchio Dolce & Gabbana e le collezioni di venti nuovi designers. A parole, sembrano sempre tutti interessati a lanciare o sostenere giovani talenti, nella moda e non solo. Ma quando si tratta di passare ai fatti, in particolare in Italia, i buoni propositi finiscono spesso in nulla. Onore al merito, quindi, a Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che hanno messo la forza del loro marchio e la loro immagine di stilisti simbolo del made in Italy al servizio di venti designer emergenti, con un'iniziativa che non ha precedenti non solo nel nostro paese, ma nel mondo. Il negozio Dolce&Gabbana di via Spiga 2, una vetrina "prestigiosa tra le prestigiose", riapre domani dopo una ristrutturazione durata qualche mese, ma di fatto rivoluzionato.  Accanto agli accessori Dolce&Gabbana, la boutique ospiterà le collezioni di abbigliamento e accessori di venti stilisti, selezionati tra quelli che non hanno ancora uno showroom o una distribuzione nei negozi. Una sorta di "multimarca" dei talenti, in uno dei punti di maggior passaggio e visibilità del quadrilatero della moda milanese. «L'idea di aiutare dal punto di vista commerciale stilisti emergenti ci era venuta già tre anni fa, ma il modo in cui farlo ha preso forma a partire da gennaio» spiegano Domenico Dolce e Stefano Gabbana alla vigilia della settimana della moda milanese, che porterà in città centinaia di giornalisti e buyer da tutto il mondo. La maggior parte dei quali, almeno una volta, passerà per via Spiga. «Nello scorso gennaio, mentre decidevamo come ristrutturare il negozio, abbiamo pensato che era arrivato il momento per dar vita al progetto a sostegno dei giovani – raccontano Stefano e Domenico –. Abbiamo iniziato a guardare il lavoro di decine di stilisti emergenti e alla fine ne abbiamo scelti venti, di tanti paesi diversi: si va dagli italiani Fausto Puglisi ed Elisa Palomina all'iraniano con base a New York Behnaz Sarafpour o al turco con base a Milano Erkan Coruh. Ma ci sono anche inglesi, olandesi, americani... Il talento non ha nazionalità. Abbiamo chiesto a buyer di nostra fiducia di selezionare, nella produzione di questi giovani, pezzi da vendere nel nostro negozio, seguendo due criteri. Il primo è quello commerciale, perché più che mecenati o benefattori vorremmo essere considerati stilisti che mettono la loro esperienza e visibilità al servizio di chi è agli inizi, ma che allo stesso tempo rappresenta il futuro della moda. Però abbiamo anche chiesto ai buyer di farsi dire dagli stilisti stessi quali capi li rappresentassero meglio, perché sappiamo, visto che anche noi abbiamo iniziato da perfetti sconosciuti, quanto sia importante vedere apprezzate le creazioni che si sentono maggiormente come proprie». Il progetto è destinato a restare un esperimento unico nel suo genere: «Abbiamo negozi nelle più importanti città del mondo, ma vogliamo che questa iniziativa resti un'esclusiva di Milano – concludono i due stilisti –. Sperando che diventi un punto di riferimento sia per i consumatori più curiosi, che rifuggono il total look e amano sperimentare le nuove tendenze, sia per la stampa internazionale. E continueremo a selezionare nuovi talenti».

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