I resti della villa romana di Pollena Trocchia (Na)
(Foto: Il Mattino)
La villa si trova in località Masseria De Carolis ed aveva anche dei notevoli ambienti termali. Gli scavi che ancora si svolgono nell'area stanno rivelando come l'eruzione del 79 d.C. incise sul territorio a nord del Vesuvio. L'eruzione qui non ebbe grande virulenza e lasciò sostanzialmente intatto quanto vi si trovava, tant'è che la vita continuò a svolgervisi inalterata per almeno quattro secoli, fino all'eruzione del 472 d.C., che mutò definitivamente l'aspetto del territorio. Si trattava di un territorio ricco di alberi da frutto, querce ed ulivi, dove era stata impiantata con successo anche la coltivazione della vite.
Resti della villa romana di Pollena Trocchia
Un'altra eruzione, nel 512 d.C., finì per seppellire anche le ultime costruzioni visibili, fino al 1988, quando queste riemersero in seguito ai lavori edilizi per la costruzione di parchi residenziali. Purtroppo, però, i ritrovamenti non ebbero l'importanza che doveva essere loro riconosciuta, tant'è che divennero presto una sorta di discarica abusiva e tale rimasero per diversi anni. Solo un ventennio dopo la loro scoperta, una squadra di archeologi guidata dal Professor Ferdinando De Simone, responsabile del progetto multidisciplinare "Apolline Project", ha iniziato lo scavo sistematico dei resti. Immediatamente sono venute alla luce le antiche memorie del passato. Vasi, monete, lucerne e tessere di mosaico sono andate ad arricchire il "bottino" degli archeologi ed a raccontare una storia fatta di ricchezza e splendori in un territorio prosperoso e generoso.Uno dei mosaici della villa di Pollena Trocchia
(Foto: Il Gazzettino Vesuviano)
Gli scavi della villa di Pollena Trocchia
Nel 2011 è stata ritrovata un'altra sepoltura molto danneggiata dai lavori eseguiti con un mezzo meccanico nel 1988. Si tratta dell'ultima dimora di un individuo di sesso femminile di circa 15 anni di età. Il ritrovamento di queste sepolture durante le campagna del 2010-2011 ha fatto pensare che durante una delle ultime fasi di vita del complesso (472 d.C.), una parte della villa venne adibita ad uso funerario, soprattutto per inumazioni infantili.Sul sito hanno lavorato, lo scorso anno, anche i restauratori dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, diretti dalla restauratrice Jessica Scarpelli, che si sono dedicati al recupero degli affreschi e dei mosaici ancora in situ, quali la pavimentazione delle terme romane ed alcune decorazioni in stucco. Proprio sulla pavimentazione delle terme sono stati identificati alcuni marchi di fabbrica che permetteranno di risalire all'edificazione delle terme.
Il comune di Pollena Trocchia, con Massa di Somma e San Sebastiano al Vesuvio, costituisce un lembo occidentale della caldera del monte Summa. Anticamente si trovava ai margini dei territori di Neapolis ed Herculaneum e confinava, ad est, con il territorio di Nola.