E mi sento anche un po’ stronzo
TV-spazzatura, è chiaro. E chi partecipa gente poco seria. Ovvio. Gente per cui l’immagine conta più della sostanza. La superficialità eretta a filosofia di vita. Braccia rubate all’agricoltura… bla bla bla…
Poi mi imbatto per caso in questo video. Classico melodico italiano. Il testo è ripetitivo, il contenuto modesto. La location è bella, la fotografia ottima, ma la vicenda insignificante e soprattutto scollata dal testo della canzone. Che comunque è orecchiabile. Quanto meno gradevole, direi perfino graziosa. Non è proprio il mio genere, ma non mi dispiace.
Certo, però… voglio dire… “Amici di Maria De Filippi”. Ci siamo capiti. Per cui, come si diceva sopra, niente di serio. Spazzatura, appunto. Perché la cultura, quella vera, è tutta un’altra cosa. La letteratura, l’arte, la scienza, la filosofia. Mica canzonette da talent show italiota.
A questo punto, però, scopro i suoi titoli di studio. E faccio uno zompo alto così sulla sedia. E mi sento anche un po’ stronzo. Ché il superficiale sono io, cazzo!
Sicché ho capito tre cose. Primo: io sono un intellettuale spocchioso pieno di pregiudizi. Secondo: la fuga dei cervelli non è l’unica opzione possibile. Terzo: noi siamo strafighi e davvero possiamo fare qualsiasi cosa nella vita (e sì, sono proprio spocchioso).