L’Italia, si sa, registra tassi di sedentarietà tra i più elevati in Europa, ad ogni età. Sempre più precoce è l’abbandono dell’attività sportiva (dropout), che comincia già a 11 anni. I pediatri lo sostengono da tempo: per prevenire patologie anche gravi che possono insorgere in età adulta occorre adottare stili di vita corretti sin dalle prime età della vita. Basti pensare ad esempio alla sindrome metabolica, che presenta un’insorgenza fortemente correlata con i livelli di attività fisica mantenuti in età pediatrica. Ma quando i bambini possono cominciare a fare attività sportiva? E qual è lo sport giusto per ogni età? Per fornire un aiuto a pediatri e genitori la Società Italiana di Pediatria ha elaborato una guida che vi presento.
Il bambino molto piccolo può avvicinarsi allo sport attraverso il gioco. I corsi di acquaticità e la baby gym sono le attività ideali, mentre l’apprendimento di una disciplina sportiva deve iniziare realmente solo a partire da 6-7 anni. Lo sport perfetto non esiste, tuttavia si possono seguire alcune indicazioni, fino a sette-otto anni è bene prediligere sport completi, che consentono il rafforzamento e lo sviluppo globale e completo dell’organismo. Non solo il nuoto, ma anche la ginnastica e la preatletica. Altri tipi di sport, come ad esempio il tennis, sono asimmetrici perché favoriscono lo sviluppo di una parte del corpo, elemento non adatto a un bambino piccolo, quindi è bene non cominciarli prima dei 10 anni. È importante capire quali sono i gusti del bambino, aiutandolo a scegliere uno sport che lo diverta. Non necessariamente uno sport di squadra perché anche quelli individuali insegnano a stare in gruppo e favoriscono lo sviluppo psicofisico del bambino. Nel caso in cui il bambino sia molto timido ad esempio non è necessario l’inserimento in una squadra: lo svolgimento dell’attività sportiva aiuterà la sua autostima e lo stimolerà a confrontarsi con i suoi coetanei.
La scelta dello sport dovrebbe essere sempre il frutto di un compromesso tra le esigenze fisiologiche del bambino, i suoi gusti e le sue inclinazioni (mai da sottovalutare) e quelle dei genitori. Nel bambini è molto importante considerare che il passaggio dal gioco all’attività sportiva vera e propria, eventualmente anche agonistica, rappresenta un percorso naturale, che deve svolgersi senza forzature. Nell’ambito di tale percorso il pediatra dovrebbe interagire con educatori scolastici e sportivi, al fine di identificare le attività maggiormente indicate in relazione all’età, alle preferenze individuali e alle caratteristiche del bambino. Il pediatra inoltre ha un ruolo importante nell’aiutare i bambini, le loro famiglie e chi interagisce con loro ad individuare ed affrontare e risolvere eventuali situazioni patologiche che potrebbero rappresentare un ostacolo, vero o presunto, alla pratica di un’attività fisica più o meno impegnativa.
Già dall’età prescolare, avvertono gli esperti, i bambini dovrebbero essere introdotti alla pratica di attività fisiche regolari, per poter mantenere vivo nelle età successive l’interesse verso il movimento e lo sport. Per buona parte dell’età pediatrica il bambino dovrebbe essere quindi posto nella condizione di essere attratto dall’attività fisica e sportiva per puro piacere e divertimento, facendogli acquisire le abilità necessarie per progredire nell’ambito sportivo, ma soprattutto facendo in modo che il movimento diventi una vera e propria abitudine, piacevole e appagante, da mantenere nelle epoche successive della vita.
NUOTO: indicato anche nei primi anni di vita, da svolgere con i genitori per i più piccoli. Aiuta la coordinazione, migliora la “sicurezza” in acqua, è simmetrico e costituisce un’utile integrazione per sport asimmetrici. Da 3 anni. Attività agonistica da 8 anni.
CICLISMO: stimola l’autostima, l’equilibrio, la capacità di risolvere situazioni nuove e affrontare i problemi. È però asimmetrico (predilige gli arti inferiori). Da 4 anni. Attività agonistica da 12 anni.
GINNASTICA: sport completo adatto anche ai più piccoli, la ginnastica promuove la consapevolezza e il controllo del proprio corpo. È simmetrico e costituisce un’utile integrazione per sport asimmetrici. Da 5 anni. Attività agonistica da 6-7anni.
DANZA: aiuta ad acquisire una postura corretta e la coordinazione motoria. È fondamentale che venga insegnata da istruttori preparati: la postura di rotazione degli arti inferiori all’esterno, se non insegnata con cautela, essendo innaturale, può causare danni irreversibili. Insegna l’autodisciplina, con ricadute significativamente positive sulla vita quotidiana e sui risultati scolastici, affina il linguaggio non verbale in sintonia con l’ascolto musicale, sviluppando la musicalità in età evolutiva. Da 5 anni. Attività agonistica da 8 anni.
PATTINAGGIO: potenzia la flessibilità articolare e l’equilibrio; migliora la coordinazione e l’attenzione all’ambiente e alle situazioni che possono creare pericolo. È asimmetrico (predilige gli arti inferiori), tuttavia il pattinaggio sperimentato come attività ludica aiuta nella socializzazione e nella condivisione del momento ricreativo con i coetanei. Da 5 anni. Attività agonistica da 7 anni.
ATLETICA LEGGERA: fino all’adolescenza in realtà si può parlare solo di preatletica, ottima per arricchire il bagaglio di esperienze motorie, ma deve essere condotta con tempi e sforzi commisurati all’età del bambino. L’atletica leggera infatti richiede capacità di coordinazione neuromuscolare e capacità metaboliche che prima di una certa età non sono sviluppate. Da 6 anni. Attività agonistica da 16 anni.
TENNIS e SCHERMA: sono sport asimmetrici (fanno lavorare in particolare uno degli arti superiori), richiedono prima una preparazione generica in modo che si possa riequilibrare la simmetria dell’allenamento e poi imparare la tecnica. Divertono e appassionano, inoltre sviluppano molta concentrazione e disciplina. Da 6 anni. Attività agonistica: tennis da 10 anni; scherma da 8.
PALLAVOLO e BASKET: si tratta in realtà di corsi specifici per bambini che prendono il nome di minivolley e minibasket. Da non cominciare prima dei 7-8 anni perché prima manca ancora la coordinazione neuromuscolare. Sono attività complete che fanno lavorare sia le gambe sia la parte superiore del corpo, i muscoli paravertebrali e gli addominali. Stimolano lo spirito di gruppo e sviluppano precisione e abilità. Da 7 anni. Attività agonistica da 12-13 anni.
KARATE e JUDO: richiedono una certa forza e una coordinazione neuromotoria che al di sotto di una certa età è poco sviluppata. Utili sia ai bambini più timidi e insicuri (infondono fiducia nelle proprie capacità) sia a quelli più vivaci (insegnano a controllare la propria aggressività). Attraverso l’apprendimento di certe posture il bambino acquisisce consapevolezza e controllo del suo corpo. Da 7 anni. Attività agonistica: karate da 11 anni, judo da 14 anni.