by Giuseppe Causarano
Il tema dei diritti televisivi nello sport negli ultimi anni è stato più volte oggetto di dibattito, anche perché per molte società in varie discipline è l’unica fonte di introito nel proprio bilancio, e in particolare nel calcio, dove biglietti, pubblicità, merchandising sono poco valorizzati anche a causa della mancanza di stadi di proprietà, e infatti la Serie A perde di competitività europea.
Ma il discorso che vorrei fare, cari lettori, è più ampio: certamente i diritti tv che riguardano il pallone sono i più importanti per la televisione italiana, ma anche automobilismo, motociclismo, ciclismo, basket, tennis, atletica, nuoto, volley e altro rivestono la loro importanza, poiché seguiti da milioni di spettatori italiani.
Partiamo però dallo sport più popolare cioè il calcio: per rimanere solo agli ultimi tempi, la Rai ha garantito (a parte un periodo di tre anni) i diritti tv in chiaro della Serie A, Serie B, Lega Pro e negli ultimi 6 anni pure della Champions League, oltre che delle partite della Nazionale in esclusiva. Dal 2006 però deve spartire i Mondiali di calcio con Sky, mentre ha mantenuto l’esclusiva degli Europei. Proprio Sky, emittente satellitare del magnate Rupert Murdoch, che in Italia entrò nel 2003 dalla fusione delle precedenti tv del satellite (e che ormai può vantare cinque piattaforme, nel Regno Unito e Irlanda, Germania, Brasile, Messico e Italia), è la principale pay tv nel nostro paese; da subito acquistò i diritti per trasmettere il campionato di Serie A, la Champions League e poi mise a segno il grande colpo dei Mondiali 2006, replicati con i Mondiali 2010, e si ripeterà anche nel 2014 in Brasile, lasciando alla Rai circa metà delle partite (dovute ad accordi di garanzia con la Fifa, che tutela il pubblico in chiaro) o comunque le più importanti e le sintesi ampie delle altre. La Rai, che da sempre resiste con gli Europei, meno costosi per il bilancio della tv di Stato dei Mondiali, ha però rinunciato anche dal 2012-2013 alla Champions League, i cui diritti in chiaro saranno di Mediaset, che torna ad avere la Champions League dopo averla avuta sulla piattaforma a pagamento del digitale terrestre Mediaset Premium in questi ultimi anni, e ha tenuto testa a Sky. Ma la Uefa ha alzato i costi, e dunque solo Sky ha rinnovato i contratti per i diritti pay, lasciando a Mediaset una partita in esclusiva a settimana e le sintesi ampie delle altre. Sky, che ha ormai tutti i canali in HD, può offrire ai 5 milioni di abbonati un ottimo servizio lasciando quasi nulla agli altri. Così per la prossima stagione Rai avrà highlights di Serie A, Serie B e tutti i diritti radiofonici, e tratta in esclusiva Coppa Italia e la Supercoppa Italiana, mentre Mediaset avrà la Champions League sulle reti generaliste, e su Mediaset Premium Serie A, Serie B ed Europa League in esclusiva oltre al Mondiale per Club e la Supercoppa Europea, mentre Sky risponde con Serie A, Serie B, Champions League (128 partite su 145 in esclusiva), Premier League, Bundesliga e Liga (anche se il contratto è in scadenza), e altri campionati europei.
Parliamo di automobilismo: la Formula 1, si sa, coinvolge milioni di telespettatori in tutta Europa, e in Italia la passione per la Ferrari è di tanti, compreso chi vi scrive. Ormai da anni la Rai segue in esclusiva la F1, a parte una breve parentesi in compagnia di Mediaset nei primi anni ’90; milioni di ascoltatori ogni GP per la tv di Stato, soprattutto quando la Ferrari è in lotta per il titolo. Ma da quando Ecclestone gestisce la vendita dei diritti tv, i costi sono saliti a dismisura, fino ai 35 milioni di euro annuali di adesso: costi insostenibili, anche se i ricavi dagli ascolti e dalla pubblicità coprono in parte la cifra. Ma ecco che per il triennio 2013-2015 Ecclestone chiede alla Rai 43,5 milioni di euro all’anno. Nonostante le rassicurazioni del dg Lei, che poco tempo fa diceva che la Nazionale di Calcio, la Ferrari e il ciclismo saranno sempre e solo sulla Rai, l’offerta giusta la fa Sky, che già ha l’esclusiva in Inghilterra (con la BBC) e trasmette pure in Germania, e paga i soldi (qualcuno dice 48 Milioni) necessari almeno per il 2013 e torna con la F1 dopo l’esperienza (non positiva) della stagione del 2009. Ma Ecclestone vuole garanzie per gli spettatori in chiaro, così come accade nel Regno Unito, un canale nazionale in chiaro potrà trasmettere 9 dei Gp in diretta (su 20) e gli altri 11 in differita integrale. Sarà la Rai? Oppure sarà il canale digitale di Sky in Italia, Cielo? Di certo è che questo colpo di Sky fa il paio con l’assegnazione in esclusiva del Motomondiale dal 2014, con Mediaset che dal 2013 strappa a La7 il Mondiale Superbike. Troppo poco però: la F1 in chiaro è a rischio, anche se Sky può dovere rientrare della spesa fatta dividendo i diritti con un’altra emittente.
Olimpiadi: anche qui siamo a una novità, giacché eravamo abituati a seguire tutto sulla Rai. Sky mise il colpo a segno per Vancouver 2010 (Giochi Invernali), per Londra 2012 (Olimpiadi estive), Sochi 2014 (Invernali) e Rio de Janeiro 2016. E la Rai? Dalle 800 ore di Pechino 2008 si passa a 200 ore di Londra (a fronte delle 1600 di Sky) e solo perché il Comitato Olimpico Internazionale vuole garanzia per tutti. Ore ancora più ridotte per i Giochi Invernali. Certamente i 12 canali HD satellitari dedicati di Sky sono irraggiungibili, sebbene il passaggio definitivo al digitale terrestre permette alla Rai di arrivare fino a 3 canali (Rai2, Rai Sport 1 e 2).
Il tennis è, gare della Nazionale a parte, ad appannaggio di Sky che sfrutta la diretta di Eurosport 1 ed Eurosport 2, oltre Eurosport News, che fa parte del suo bouquet di oltre 200 canali, anche se la Rai sta tentando di inserirsi, vedi la diretta del Roland Garros appena concluso e insieme a Supertennis, canale ufficiale della Federazione Italiana.
Il ciclismo, sport nazionale insieme al calcio, è trasmesso dalla Rai, a cominciare dalle classiche invernali fino al Giro d’Italia e al Tour de France, per arrivare con le classiche di fine stagione e poi il Mondiale, anche se pure Eurosport trasmette le corse più importanti.
Il basket invece ha fatto il percorso inverso: dopo sette anni Sky non ha voluto più rinnovare con la Lega di basket, che cercava più visibilità peraltro e ha così trovato l’accordo con Rai e La7, che si dividono i diritti dalla stagione 2012 e lo faranno pure nella prossima. Oltre alla Nazionale, che verrà trasmessa in parte anche da Sportitalia, che trasmette anche la NBA (assieme a Sky) e l’Eurolega.
Così come la pallavolo, con la Rai che segue il Campionato di Serie A e la Nazionale maschile femminile e trasmette le competizioni internazionali.
Il nuoto è anch’esso esclusiva della Rai, in particolare Mondiali e Europei.
L’atletica è trasmessa da Rai ed Eurosport, sia la Diamond League che Mondiali e Europei.
La scherma è esclusiva Rai, soprattutto i Mondiali.
Lo sci è trasmesso dalla Rai e da Eurosport, compresi i Mondiali.
La vela è invece divisa tra Rai e Mediaset, con Louis Vuitton Cup e America’s Cup.
Il circuito internazionale e nazionale del golf è esclusiva Sky.
Infine, dopo anni passati con Rai e La7, Sky ha acquisito i diritti del rugby, Sei Nazioni e Mondiale inclusi pure.
Abbiamo parlato degli sport principali, ma il quadro è chiaro. La televisione in Europa è ormai in continua espansione e l’introduzione del digitale terrestre può concorrere in parte con la tv digitale satellitare. La Rai è televisione di Stato e la sua crisi dipende molto sia dalla situazione economica, sia dalla presenza decennale della politica all’interno della sua dirigenza, che ha distrutto la competitività dell’azienda usata a piacimento dai governi di ogni estrazione politica, i quali hanno dimenticato che è un’azienda all’interno di un mercato importante come quello della televisione. Il digitale terrestre, che ha ampliato l’offerta della Rai a 3 canali generalisti e 12 tematici, può servire da rilancio necessario.
Mediaset, del gruppo Fininvest, ha vissuto gli anni d’oro della nascita della tv generalista lanciata da Silvio Berlusconi e ha formato la piattaforma pay di Mediaset Premium, e ha sfruttato politiche anche troppo favorevoli all’espansione della tv generalista. La crisi però, ha diminuito gli introiti pubblicitari e peggiorato il bilancio, e la diminuzione di competitività dovuta a una razionalizzazione dei costi è evidente.
La 7 del gruppo Telecom Italia, con scelte opportune, ha aumentato i propri ascolti e ricavi negli ultimi anni, ma adesso la crisi sta spingendo Telecom a cercare nuovi acquirenti e si preannuncia battaglia sull’acquisto dell’emittente.
Gli altri arrancano, ma c’è Sky Italia chem sfruttando la potenza economica del magnate Murdoch (che ha già conquistato il Regno Unito), sta provando in Germania e c’è quasi riuscito in Italia, ed è uscito anche indenne dallo scandalo del News of The World, giornale chiuso in Inghilterra per i suoi servizi oltre qualsiasi limite della privacy.
Il mercato della televisione è, come detto, in continua espansione e chi ha possibilità di investire, come Sky, è legittimato a poterlo fare: ma se il potere d’acquisto diventa monopolio? In Italia ci sono agenzie di Stato che assicurano le leggi della concorrenza, che al momento sembrano essere spazzate via proprio da Sky, che ha intrapreso da tempo diverse battaglie legali in tribunale contro Mediaset, che accusa Sky di posizione dominante e viceversa. E chi perde in tutto questo sono proprio gli spettatori, che dovranno, in tempo di crisi, inseguire un’emittente che potrà di questo passo proporre qualsiasi cifra d’abbonamento se non viene contrastata la deriva del monopolio. Se solo il 15% degli italiani può permettersi l’abbonamento, con 5 Milioni di clienti Sky, a cui vanno aggiunti i quasi 3 di Mediaset Premium, un motivo c’è: gli sport popolari non possono diventare sport esclusivi.