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Sport e New Media – A Roma il Convegno di SportLab

Creato il 09 settembre 2010 da Sport24h

Mentre varcavo, ieri pomeriggio su invito degli organizzatori, l’ingresso del Circolo del Tennis al Foro Italico per assistere al convegno “Lo sport: il vero new media”, mi domandavo se era proprio opportuno presentarmi con Il Manifesto sotto il braccio. Infondo l’ASI, l’ente organizzatore del Convegno, è pur sempre una costola della destra italiana. Ripulita, moderna (visti gli ultimi accadimenti politici), ma pur sempre espressione di valori e culture distanti dalle mie.
Si è trattato solo di un attimo. Fortunatamente quando si parla si sport, e lo si fa a un livello alto come nel caso del Convegno in questione, difficilmente si creano steccati di colore politico. L’intervento dell’unico politico, in apertura dei lavori (Claudio Barbaro, presidente ASI) me lo sono perso per questioni di lavoro. Arrivo nel momento in cui Luca Corsolini, il moderatore della giornata e, come sempre, gran comunicatore, dà la parola a Alessandro Vocalelli, direttore del Corriere dello Sport.
Vocalelli avrebbe dovuto parlare di new media ma identifica questi con la tv (!). Grazie alla TV, porta questo esempio, il calcio ha cambiato le regole relative il passaggio indietro ai portieri… Non è uno scherzo, ha detto proprio così. Il limite dell’intervento di Vocalelli? Lo stesso del suo giornale: pensa e tratta solo di calcio. Il quale, facendo il pieno nelle TV, grandi e piccole, non si pone, per ora, il problema dei new media, ne di costruire un nuovo rapporto di comunicazione con i propri appassionati.
E’ toccato poi a Luigi Ferrajolo, presidente dell’USSI, che si è lanciato in una premessa forse ardita, se non fossero tempi in cui anche a destra si permettono di criticare l’operato del Berlusca. In sostanza ringrazia l’accantonamento della legge sulle intercettazioni, che avrebbe creato problemi anche ai giornalisti sportivi. Dichiara la sua predilezione per i mezzi tradizionali di comunicazione, svelando in qualche modo una diffidenza e una poca conoscenza delle meccaniche della rete. Oltre a nascondere a se stesso (come altri relatori dopo di lui, ma non tutti) che il giornalismo definito “di qualità” ormai saccheggia a piene mani da internet, senza spesso avere le conoscenze specifiche per valutare attendibilità e affidabilità.
Dal “mondo Corriere” alla Gazzetta dello Sport, con l’intervento di Gianni Merlo il quale ha avuto il merito di ricordare che spesso, parlando di giornalisti, si confonde la bravura con una deontologia che dovrebbe essere accettata e condivisa da tutti. Ha portato l’esempio di Mentana, elogiato per il suo nuovo TG su La 7, quando in realtà fa un telegiornale che dovrebbe essere la regola. Peccato che lo stesso Mentana per anni è stato organico e funzionale alle logiche di Craxi prima e Berlusconi dopo…
E’ seguito l’analisi di Riccardo Cucchi, Caporedattore Sport Radio Rai. Mi sembrava di ascoltare Tutto il Calcio minuto per minuto. E proprio da questa innovativa (quando nacque nel 1960) trasmissione della RAI è stato il fulcro dell’intervento. Da quella intuizione di Zavoli e Moretti sono nate tutte le trasmissioni sportive degli ultimi 40 anni. E’ vero e dimostra che in TV non si inventa nulla. Basta pensare – aggiungo io – a Portobello di Tortora, da quella trasmissione sono nate Carrambate e Grandi Fratelli. E in TV si continua a copiare.
Fin ad allora gli interventi mi sono sembrati relativamente banali e forse per questo noiosi. Nulla di nuovo. Autoreferenziali sul ruolo dei giornalisti (come se si trattasse di geni) e con pochi cenni verso i veri new media.
Fortunatamente, però, mandati in archivio i dinosauri, ecco i mammiferi e la nuova era.
Stefano Coffa, vice presidente di Filmmaster, ha mostrato come lo sport (spettacolo) crei altri spettacoli, le cerimonie di apertura. Queste sono diventate un modo di comunicare che ha assunto valenze e significati nuovi, in grado non solo di veicolare emozioni, ma di muovere interessi e creare un dibattito culturale. Le cerimonie di apertura stimolano la ricerca storica e culturale e offron una sintesi ragionata (non sempre valida) al grande (a volte, come nel caso di olimpiadi e mondiali, grandissimo) pubblico della storia di un paese o regione.
Carlo Santi, Caporedattore Sport del Messaggero, è forse l’unico che è entrato decisamente nel tema. I nuovi mezzi di comunicazione (internet, social forum, iphone/ipad, cellulari e DTT) offrono una buona visibilità a costi contenuti.
Nicola Tolomei, Marketing Manager della Federazione Basket ha detto la prima grande verità di questo convegno. I media tradizionali parlano solo di calcio. Agli altri sport restano scampoli di visibilità e cavalcare i new media, gli unici che permettono di uscire dall’anonimato e dal silenzio.
Bruno Stirparo ha lanciato il progetto che vedrà la nascita a fine settembre con i mondiali di pallavolo di Sportube. Una tv su internet basata su due direttrici distinte: canali gestiti dalla redazione centrale che selezioneranno gli avvenimenti da trasmettere, anche in diretta, e canali gestiti direttamente da altri sogetti interessati, Federazioni, associazioni o utenti. Sempre per cercare di rompere il monopolio dell’informazione sportiva, in mano al calcio (e, aggiungo io, alla F1).
AU


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