E’ passato
esattamente un anno da quando ho ricevuto la prima mail relativa al progetto
Cityrunners: era il 12 settembre, ero a Parigi e più precisamente ero dentro il
Museo d’Orsay di fronte ad un quadro di Degas: “Adidas vorrebbe collaborare con
te”. Mi misi a saltellare, a saltellare davanti ad un Degas, il giorno del mio
30esimo compleanno a Parigi.
Morivo
dalla voglia di conoscere i dettagli del progetto e nel giro di pochi giorni Elisa,
l’adorabile pr Adidas, mi chiamò per spiegarmi a grandi linee la loro idea e
dopo nemmeno qualche secondo, nei bagni degli uffici, stavo di nuovo saltellando.
Le
informazioni all’inizio erano poche ma bastarono per convincermi: maratona,
staffetta, 10 km, allenamenti, Adidas.
E le ho
detto SI, perché mai una sfida mi sarebbe sembrata più sensata di quella.
Avevo già
corso delle 10 km nel 2008 e nel 2009 ma avevo mollato al primo dolorino al
ginocchio, pensando chissà cosa quando invece capisco solo ora che erano le
scarpe sbagliate (erano morbidissime quelle Asics, ma non avevano il sostegno
giusto per la mia caviglia da pronatrice).
Il
progetto vero e proprio è cominciato poi a fine gennaio ma avendo avuto quei 3
mesi di anticipo ho cercato in tutti i modi di arrivare il più allenata
possibile, salvo poi capire che non si è mai abbastanza allenati per il coach
Rondelli quando ti guarda fare le ripetute sconsolato come una mamma chioccia
che guarda schiantarsi i suoi pulcini.
Ciao, io vado al saggio di danza
Quando a
luglio, alla presentazione della II fase dei Cityrunners, mi hanno fatto
parlare di fronte A QUELL’IMMENSA PLATEA di ragazzi e ragazze (il 90%
provenienti dall’università, contribuendo alla sensazione di imminente
vecchiaia) ho anche scoperto di a) non saper parlare in pubblico e b) che il 12
settembre di quest’anno sarei stata impegnata in una corsa.
Se un
anno fa l’idea di trascorrere il mio compleanno indossando un paio di scarpe da
ginnastica mi pareva fantascienza, quest’anno ho capito che tutto è possibile. Anche
programmare il giorno del tuo compleanno minuto per minuto tra arrivi
dall’aeroporto, riunioni, stazioni e borse della palestra e poi ritrovarsi in
strada, alle 2 di notte, guardando il tetto del tuo palazzo bruciare tra le fiamme.
Di
quest’incendio, oltre all’incredibile fortuna che ho avuto di non subire alcun
danno, mi rimarrà di certo quella brutta, orrenda sensazione di paura. Paura
illogica e irrazionale, come quando scampi un pericolo e solo dopo una manciata
di secondi il tuo corpo realizza cosa è successo e comincia a tremare.
Il giorno
del mio compleanno l’ho poi trascorso cercando di ripigliarmi, cercando di
dormire, aiutando i Vigili nei rilievi e dando una pulita al solaio che era
inondato di acqua.
Sapevo di
aver quell’impegno preso con i Cityrunners e non volevo mancare per nulla al
mondo, al costo di trascinarmi per 7 km.
Una
settimana prima ci avevano consegnato il completino da Cityrunner della festa:
un bel fuxia acceso per evitare il rischio di passare inosservate per le
ragazze e una timida tonalità di arancio fluo per i ragazzi.
Il nostro
headquarter per la serata è stata niente meno che Villa Necchi Campiglio, solo
una delle ville più belle di Milano, amano viziarci questi dell’Adidas.
Villa Necchi Campiglio
Per
cercare di motivarci (o deprimerci, a seconda dei punti di vista), prima di
partire per la 7 km intorno al centro di Milano, era prevista una seduta di
riscaldamento con Federica Nargi e il suo indicibile culo personal
trainer.
Parliamone
di Federica Nargi.
Non una
donna, un cartellone della Golden Point.
Non una
donna, uno schiaffo in faccia ai carboidrati.
Non una
donna, un accecante abbaglio di denti bianchissimi.
Ma noi
ragazze siamo delle VERE sportive e abbiamo pensato solamente a correre, anche
quando lei si è fermata dopo il primo km (lasciandoci con il dubbio: ma se
questa nemmeno corre, come fa a essere così figa?).
Sarà che
sono una delle poche fan della città di Milano (mai come in questo periodo
sembra che tutti amino sputare nel piatto in cui mangiano), continuo a credere
che se ami la corsa e ami questa città, poter correre nel mezzo del Centro
Storico di notte renda tutto più magico, come se Milano fosse più bella, come
se il Duomo, Corso Garibaldi, i grattacieli di Porta Nuova, il Castello e i
giardini di Palestro fossero lì solo per noi che stiamo correndo.
(Siamo oneste: sembriamo un grosso, grasso addio al nubilato)
Non provate a cercarmi, non mi si vede. Ciò non toglie che siamo tutti fighissimi.
Io e la lotta impari con i meccanismi tecnologici di monitoraggio del passo
Sarò
romantica, sarà la vecchiaia o sarà che correre mi rimette in contatto con la
parte meno artefatta di me stessa: sto correndo mentre penso intensamente ai
cazzi miei, ascoltando o non ascoltando la musica (sto provando ad eliminare la
dipendenza da Beyoncé o meglio, sto finendo i GB del telefono sempre più spesso
e Spotify è una droga), spesso sudata e nemmeno con l’outfit migliore (anche se
sto cominciando a chiedermi: mi sento più a mio agio in tenuta da corsa o con
una full skirt addosso?). Sono solo io e i miei piedi che si aggrappano alla
strada per fare un passo in più.
SONO FIGA, YEY!
Dopo la
nostra sfilata per il centro città siamo tornati verso Villa Necchi dove lo
chef Oldani ci ha
impartito una lezioncina sull’arte del risotto facendomi ricordare che non ne
mangiavo uno dal 2002.
Antonio Conte Chef Oldani
Dopo il
recovery meal a base di risotto Oldani, pistacchi e taralli io e l’impavida
Veronica abbiamo sfidato la sorte e nel mezzo della nostra Golden Mezzora (che,
per chi non ha letto le puntate precedenti, sono i 30 minuti seguenti la fine
dell’allenamento in cui i muscoli stanno ancora bruciando come altiforni e le
endorfine non ci fanno sentire più la fatica ma solo l’euforia, una grande
enorme E U F O R I A) abbiamo chiesto a Federica Nargi di fare una foto con
noi.
Il mio
ragazzo poi ha avuto l’ingrato, ingratissimo compito di scattare la foto
sapendo che doveva far apparire cessa lei e delle fighe accettabili NOI, quando
insomma adesso con tutto il rispetto per Veronica ma in effetti, è piuttosto
impossibile.
Ma poco
male, la foto ce l’abbiamo, i denti della Nargi sono stupendi e forse sono solo
io che mi fermo su questi dettagli insignificanti ma che sia figa e che abbia un
bel sedere è abbastanza ovvio e alla portata di tutti quindi preferisco
soffermarmi sulle sue sopracciglia e sui suoi denti.
Sarò anche più alta ma non posso fare a meno di notare l'altezza delle tette della Nargi rispetto alle mie.
Il mio fidanzato mi ama tantissimo perché in questa foto solo io sono a fuoco.
La festa
poi è proseguita a base di musica incredibilmente tamarra -e per questo
splendida- a cura di Andrea Delogu ed Ema Stokholma che hanno fatto scatenare
anche il nostro temibilissimo coach.
Diciamolo, di solito non è così felice il coach Rondelli quando ci allena
Sì, capelli da Cityrunner
Insomma,
il primo compleanno dei Cityrunners è stato festeggiato, il mio pure (con forse
troppe candeline), tra poco
ricominceranno gli allenamenti (verso gennaio, perché correre quando ancora c’è
un po’ di sole ci fa schifo, ci fa) ma ciò non toglie che una piccola
rappresentanza di Cityrunners ormai sia presente ad O G N Imanifestazione sportiva della zona.
Purtroppo
nonostante la mia fedeltà a Radio Deejay e al culto di Linus alla Deejay 10 non
potrò esserci ma sarò presente all’imminente Midnight Run, venerdì 26 settembre
perché dio non voglia ch’io abbia una vita sociale al venerdì sera ma una vita
sportiva sì.
Visto che
di leggings stampati fuxia non vi è mai l’armadio sufficientemente pieno, ecco
esattamente la nostra divisa da Cityrunner e dove acquistarla (online amiche,
evviva l’e-commerce, evviva le e-commerce manager evviva me!).
Reggiseno - Leggins (questi sono sold out ma abbiate fede) - T-shirt - Scarpe
Non vi sono bastate le foto? Qua il video dove potete godere della mia prima interpretazione da attrice (quella che corre storta nel buio, quella che corre da sola sui marciapiedi, quella con lo sguardo perso alla fine).