Ogni giorno ricevo piacevolmente in Atelier le future spose in cerca del loro abito da sogno. Siano esse ragazze giovanissime alle prese con gli ultimi esami universitari o donne all'apice della loro professione, il comune denominatore è il naturale e condivisibile desiderio di essere uniche e speciali nel giorno delle nozze. Studentesse, impiegate, notai, insegnanti, medici, magistrati o architetti, quando indossano il primo abito da sposa dinnanzi allo specchio provano un'emozione unica e inaspettata e comprensibilmente le certezze di gusto, maturate sfogliando le pagine delle riviste di settore, crollano. L'abito può conquistare al primo sguardo, proprio come in un colpo di fulmine, o diversamente entrare nella vita della sposa con delicatezza e dopo una meditata riflessione, ma una cosa è indubbia: solo la sposa più decidere cosa indossare, sia nel corso dell'appuntamento che nel giorno del Sì. Sembrerà un concetto banale, ma non lo è affatto. Se la futura sposa lo ritiene opportuno, amiche, fratelli, sorelle, nonni, zie, future suocere o genitori devono partecipare all'importante momento, ma ricordandosi una cosa fondamentale: i tempi cambiano, i ricordi restano.
I ricordi restano: l'ultima prova di Cristina in Atelier,
con la stilista e le titolari di Galvan Sposa.
Anche se si è in grande confidenza fraterna o amicale è meglio, in un ambiente non casalingo e domestico come quello dell'Atelier, esprimere la propria opinione dopo una prima valutazione della sposa, sempre con delicatezza e misura, senza mai usare toni derisori o critici nei confronti di aspetti fisici, caratteriali o legati al gusto personale. Per intenderci: "quello non puoi sognare di provarlo perché hai un sedere come un baule" oppure "se decidi per questo io non vengo al matrimonio", sono commenti di basso profilo e scarsa lungimiranza che, oltre ad urtare la sensibilità del soggetto investito, in alcun modo aiutano ad affrontare con serenità una scelta molto importante e per nulla scontata. Allo stesso modo può creare frustrazione, stanchezza e confusione inutile, costringere una donna a provare un capo che chiaramente non incontra il suo gusto o peggio la fa sentir ridicola e inadeguata difronte allo specchio.Nessuno può sapere cosa vuole la sposa tranne la sposa stessa, e un altro elemento importante da tenere in considerazione prima di esprimere il proprio personalissimo, rispettabile e legittimo pensiero, è che l'alta moda sposa cambia ogni anno, esattamente come cambiano le collezioni e le relative tendenze nell'abbigliamento ordinario. Consigliare di scartare aprioristicamente un abito non ancora indossato perché non rispetta i canoni di bellezza in auge trenta, quaranta, cinquanta o sessant'anni fa, non è una cosa particolarmente producente. La moda, fortunatamente ed esattamente come ogni altro settore produttivo, si evolve, sia in termini di gusto estetico e stile, sia in termini vestibilità e funzionalità modellistica. Cambiano le generazioni, si modificano le modalità con le quali ci si sposa e inevitabilmente varia e aumenta l'alto grado di personalizzazione di un abito. la moda è in costante evoluzione e dettagli colorati o floreali, decori strass, fiocchi e materiali sempre nuovi e particolari rappresentano positivamente la sofisticatezza delle proposte, che ogni anno sono e devono essere sempre più varie ed in linea con i desideri delle spose. La varietà, anche inaspettata delle proposte, che si discostano quasi certamente dall'immaginazione di chi non vive la quotidianità nel settore, va vista come un sano e positivo "imbarazzo della scelta", perché in questo modo la sposa non sarà costretta ad optare per un vestito "fotocopia dei ricordi" che non la rappresenta, ma potrà invece creare sotto la guida di un teem di professioniste esperte la propria immagine.