Magazine Diario personale

Sposerò un toscano

Da La Strega Cattiva

Non so se vi è mai capitato di partecipare ad una cena aziendale, ma di un’azienda che non è la vostra.
Arrivi e nella folla di sconosciuti cerchi le uniche tre facce note, quelle stesse facce che fino a quattro ore prima erano solo degli indirizzi mail. Quelle stesse facce che ti vedono, ti salutano e inevitabilmente ti lasciano nella tua solitudine dopo circa cinque minuti di conversazione formale.

E tu sei lì… riesci a parlare per due minuti con qualcuno solo perchè all’accoglienza c’è un sommelier AIS che ti versa del Prosecco e ti propone una noce di Parmigiano. E poi ti metti in disparte, anche se il “disparte” sembra sempre troppo in mezzo alla sala, nella tragica ricerca di qualcosa da fare. Prendi inevitabilmente in mano il cellulare e fai finta di scriverci il messaggio più impegnato, e allo stesso tempo esilarante, della storia e intanto lo senti… Lo sguardo indagatore e inquisitore che si chiede: “Ma chi è quella?”.

Finisci il tuo Prosecco e ne prendi un altro, con quattro/cinque noci di Parmigiano, perchè, in mancanza del gelato, anche il Parmigiano riempie i vuoti – metaforici e fisici – delle streghe sole e sconsolate.

Finchè poi senti: “E’ pronto! I signori si possono accomodare…”, e tu sei lì, tra il “li seguo, ma non mi faccio vedere”, e il “e mo’ che faccio…”.
Alla fine la vedi, uno dei tre angeli conosciuti nel pomeriggio, che ti addocchia, ti punta e ti dice: <Andiamo, ti presento a qualcuno!>.

<A qualcuno?!?!?!>, ma anche no! <Mi vergogno>…..
E lei: <E cosa fai allora? Stai in silenzio tutta la serata in un angolino?>.

Alchè vieni presentata ai “toscani”, – e quanto questa strega adori i toscani diventerà presto cosa saputa – e la serata ad un tratto si rivela piacevole e “molto aspirata”. Si avvicina così sempre più la scala e la porta della sala da pranzo e un certo languorino comincia a farsi sentire, deliziata anche dalla esilarante compagnia. Finchè poi uno dei famosi angeli si trasforma in un lampo in una vecchia megera antipatica e ti dice: <Ho dovuto fare un cambio, ti metto al tavolo dei “pugliesi”>.

Che poi i “pugliesi” sono delle persone fantastiche: il problema fondamentale è mio, e cioè che sono ignorante (!), non so le “lingue”. Anzi, non conosco la loro lingua!

Ti trovi così per l’intera cena a sorridere e cercare di capire cosa diamine stiano dicendo, finchè poi – forse per imprinting, tipo “Il 13° guerriero” – capisci!
Certo, alcune idiomi rimarranno per sempre estranei a qualunque studioso di lingue, ma tu ti trovi ad un tratto a conversare, uscendo così dal ruolo di perfetta sconosciuta che ti era stato assegnato.

La cena prosegue e si conclude (!), e come il cocchio si ritrasforma in zucca, tu ritorni da semisconosciuta a completa sconosciuta.

Stai già ricadendo nella depressione pre-cena quando, come il coniglio dal cilindro, spuntano ancora i “toscani”. Scendi nell’atrio e prendi un caffè con loro, ti fai convincere a prenderlo corretto (<perchè è più buono…>) e poi… scatta la famosa ora X – quella che, per intenderci, ha quasi fatto saltare i piani a Cenerentola!

P.S. Anche la scarpetta poi è stata ritrovata, ma questa è tutta un’altra storia.

—–

Si ringraziano, per la partecizione al post, i “toscani” e i “pugliesi”, in incognito per mantenere la loro riservatezza.

Sposerò un toscano



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :