Spot Telecom 2011: vi raccontiamo chi era veramente “Francesca”

Creato il 05 aprile 2011 da Frankezze


“Le emozioni non cambiano. Il modo di comunicarle, sì.”: così si chiama lo spot istituzionale della Telecom per il 2011.

La storia che vi hanno propinato: il 12 ottobre del 1953, dal centro di un borgo medievale, un neopapà comunica ai suoi parenti – con un telefono nero fisso da parete -  che è nata sua figlia, Francesca. Nel 1957 la piccola Francesca gioca con un telefono da parete un po’ meno voluminoso e un po’ più moderno. 15 anni dopo, nel 1972, Francesca è una giovane contestatrice che insieme al suo riccioluto occhialuto e sorridente amico (o ragazzo?) chiama i genitori da una cabina telefonica. Nel 1981 un uomo quasi calvo solleva la cornetta del primo apparecchio telefonico “orizzontale”: è nella nuova casa con Francesca incinta e il suo ragazzo/marito (è l’amico occhialuto e sorridente di prima). 14 anni più tardi, nel 1995, Francesca, che indossa un camice da medico (primario?) discute al cellulare con il preside che deve aver messo in punizione suo figlio, che ha un occhio nero. Nel 2000 porta una tazza con qualcosa di caldo al figlio ventenne, occhialuto e sorridente, che sta studiando al computer. 2011: il figlio diventa padre di una bambina che chiama Francesca, chiama i genitori e con il suo smartphone gli dà su Skype la notizia. 2013: la sessantenne Francesca e la nipote giocano con un iPad. Ecco il video:

Come è andata veramente: Marzio Gelli, fratello del materassaio Licio, gestisce un emporio ma in realtà è il referente ad Arezzo di Scelba, potentissimo ministro degli Interni democristiano. Nel 1953 mette incinta Itala, esule istriana conosciuta durante la preparazione di un attentato a Trieste (del quale avrebbero poi incolpato i rossi). Nasce Francesca, che dopo una rigida educazione a libro e moschetto va a fare l’università a Roma, dove si unisce a un gruppo di evoliani. Poi per un anno se ne perdono le tracce.

La ritroviamo nel 1972 infiltrata per conto del Sid fra i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare. Le fa da spalla – nella vita e nel controspionaggio – Ermete Delle Chiaie, fratello sempre rimasto in ombra del più famoso Stefano. Nel 1975 è nella colonna romana delle Brigate Rosse (ma sempre sul libro paga dei servizi) passate sotto la guida di Mario Moretti. Per cinque anni non se ne anno notizie certe: si dice abbia partecipato al rapimento di Moro; si dice anche progettasse un attentato a Berlinguer.

Nel 1981 prende casa con suo marito Ermete a Milano, nell’ex covo Br di via Monte Nevoso. Che ruolo ebbe 9 anni dopo nel ritrovamento dei diari di Moro? Non si sa. Si sa però che riesce a farsi assumere al San Raffaele tramite un socialista corrotto che le doveva dei favori. Nel 1993 viene solo sfiorata da un indagine su tangenti per gli appalti sulle forniture ospedaliere. Nel 1994 Raffaele Costa la chiama a Roma come dirigente al ministero della Sanità del primo governo Berlusconi. Un anno dopo muore in circostanze misteriose il preside della scuola frequentata dal figlio di Francesca, Julius: viene trovato impiccato nel suo bagno, ma la corda è strappata e i piedi toccano terra.

Nel 2000 vengono ritrovate nel computer di Julius strane lettere minatorie firmate “Nuove Br”. Il cognome della madre pesa ma il caso finisce in un nulla di fatto. Nel 2011 Julius diventa padre di Francesca. La madre è Maria Borghese, nipote di Junio Valerio. Nel 2013 Francesca Gelli, assessore alla Salute della Regione Lazio, viene coinvolta e poi prosciolta in un’inchiesta sui regali d’oro a consiglieri e assessori a spese dello Stato: viaggi, macchine, iPad…


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