Anche Spotify, proprio come tanti altri sistemi (Google, ma anche siti di vendita come Amazon), ha un cervello pensante: in base alla musica che avete ascoltato è in grado di intuire le vostre preferenze e proporvi brani, album e artisti «simili a voi».
Se quindi, come la sottoscritta, vi siete ascoltati per l’ennesima volta Twins I & II di Pastorius, matematicamente Spotify vi proporrà cose del tipo The Very Best of Joe Zawinul, Joe Zawinul Tribute, album vari di Alex Acuña o brani di Lee Ritenour.
Finora Spotify ha sempre azzeccato i miei gusti.
Finora.
Proprio poco fa, come un fulmine a ciel sereno, ecco arrivare l’inatteso: la musica horribilis.
Immaginate la scena. Apro il programmino di music on demand e… sorpresa: vedo la seguente schermata, con un album di Mike Stern che sembra dire «ascoltami, ascoltami».
So solo che quando ho cliccato la copertina di The Rhythm Ep mi ci sono voluti meno di dieci secondi per sentire le tre tracce del mini album e chiudere con un certo ribrezzo Spotify. Una sola parola per commentare quando ascoltato: allucinante.
Andate a sentirvelo, se avete lo stomaco foderato: lo trovate QUI.
Chiunque sappia se questo Mike Stern è il Mike Stern che intendo io, e soprattutto se The Rhythm Ep è solo un brutto scherzo, è pregato di illuminarmi.
Nell’attesa, per sicurezza, eviterò gli album proposti da Spotify e andrò sul sicuro cercandomi da sola la colonna sonora dei miei giorni.