E forse mettere un primo passo nella produzione di contenuti e nella tv sul web. Secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, la società svedese avrebbe «iniziato a dialogare con diverse compagnie specializzate nella creazione di video per YouTube, ma anche per la co-creazione di serie video originali». Cioè, si lancerebbe pure nella produzione di contenuti, modalità che sta facendo la fortuna di Amazon e Netflix che da tempo si propongono come alternativa alla tv tradizionale. Spotify potrebbe annunciare lo sbarco nei video a New York il 20 maggio, giorno in cui ha chiamato a raccolta la stampa internazionale.
La mossa - oltre che una risposta a Music Key, il servizio di YouTube per vedere filmati di milioni di canzoni in abbonamento - ha il sapore di una sfida a Apple che pochi giorni dopo, dall'8 al 12 giugno, darà il via alla conferenza degli sviluppatori. Un appuntamento che potrebbe essere cruciale per i progetti di espansione dei servizi streaming della Mela. In primis il lancio della piattaforma musicale Beats, che secondo le stime potrebbe partire con una base di 75 milioni di utenti paganti. Secondo indiscrezioni stampa, per sbaragliare ulteriormente la concorrenza Cupertino starebbe facendo pressioni sulle etichette musicali per mettere in difficoltà proprio l'offerta gratuita di Spotify e servizi analoghi come Pandora e Rdio.
Per questo, l'azienda guidata da Tim Cook sarebbe finita sotto la lente delle autorità Usa e Ue. Al contempo, però, la Mela starebbe incontrando difficoltà negli accordi con le major, in particolare con Universal Music che nella sua scuderia annovera Katy Perry e Taylor Swift.
Altra novità che il colosso californiano potrebbe annunciare a giugno, riguarda i video e la nuova Apple Tv: l'azienda avrebbe infatti stretto accordi con numerosi gruppi televisivi per offrire un rinnovato servizio di tv online - in sfida a big come Netflix, appunto - con un pacchetto di canali più ristretto ma anche più economico rispetto al catalogo normalmente offerto dagli abbonamenti alla tv via cavo. E ci potrebbe essere pure un aggiornamento tecnologico: il telecomando touch come l'iPhone per interagire con applicazioni e interfaccia. Insomma, la sfida su video e streaming è aperta.
Spotify potrebbe essere agevolata dai dati che già possiede sulle abitudini di ascolto dei suoi utenti: 60 milioni, dei quali 15 milioni a pagamento. E la scelta di diversificare il suo business, oltre che parare i colpi della concorrenza, potrebbe essere dettata anche dalla speranza di rilanciare i ricavi. Nonostante l'aumento degli utenti, il servizio comunque fatica a ottenere profitti: nel 2013 ha registrato una perdita netta di 57,8 milioni di dollari.