Nell’aprire l’anno giudiziario, la Corte dei Conti ha reso noti i suoi risultati recenti, evidenziando uno dei fenomeni patologici della penisola: lo spreco. Variegato e spesso doloso, il malcostume si diffonde da Nord a Sud. La questione, di pari passo con l’evasione, dovrà essere affrontata seriamente dal Governo per recuperare soldi facilmente.
All’interno del calderone degli sprechi finisce anche il Ministero degli Esterni: qualche anno fa ha stanziato 20 milioni di euro per la costruzione dell’ospedale Nostra Buona Signora del Buon Consiglio a Tirana, in Albania. Peccato che non sia mai stato neppure iniziato e il progetto è stato revocato per l’impossibilità di realizzarlo: la Farnesina ci ha rimesso 10 milioni buoni.
Il vizio ha coinvolto anche due federazioni nazionali sportive: in quella di Hockey e Pattinaggio una serie di spese di rappresentanza ingiustificate e di indebiti rimborsi agli alti papaveri hanno generato 380 mila euro di danni erariali; in quella pugilistica una sequenza di furti e ammanchi di cassa hanno fatto volatilizzare un milione e trecentomila euro.
Prima di iniziare la carrellata regionale, ecco lo spreco più pesante di tutti. La società telematica pubblica Sogei era stata incaricata di connettere in rete tutte le slot machines, videopoker e giochi vari sparpagliati in Italia per controllarne l’attività. Tra il 2004 e il 2007 il servizio è stato scarsissimo e gli apparecchi effettivamente collegati davvero pochi: addio supervisione sull’evasione fiscale e sul riciclaggio. Lo Stato a causa della Sogei ha bruciato in totale 800 milioni.
Il viaggio nello spreco vede come prima tappa Roma, la Città Eterna, proprio come la Linea C della metropolitana, che dovrebbe collegare il Colosseo a Piazzale Clodio. Eterna non per lunghezza, ma per durata dei lavori. La linea doveva essere pronta per il Giubileo del 2000 (12 anni di ritardo, fate vobis) e il costo totale doveva essere di un miliardo e 925 milioni di euro. Attraverso vari balzelli, la linea è venuta a costare finora 3 miliardi e 379 milioni, a cui vanno aggiunti 485 milioni di maggiori esborsi per quattro arbitrati, 100 milioni stanziati dal Cipe e un miliardo e 108 milioni per opere complementari per la tutela archeologica. Totale: 5 miliardi e 72 milioni, il triplo della cifra in partenza e le proiezioni danno il costo finale oltre i 6 miliardi.
In Campania vanno forte le pratiche di invalidità false: i giudizi risarcitori hanno toccato quota 2,5 milioni di euro. Non può mancare l’emergenza rifiuti: l’ex sub-commissario Giulio Facchi ha dovuto sganciare 5,4 milioni per l’inutile stabilizzazione di Lsu destinati alla raccolta differenziata. Un chiaro esempio di come lo spreco vada a braccetto con la malagestione è Pompei dove sono stati organizzati dei corsi-fantasma presso la sovraintendenza archeologica: forse era il caso di farne qualcuno vero. Dietro la lavagna anche il Comune di Santa Maria Capua Vetere che ha dovuto risarcire 245mila euro per l’inefficiente gestione delle lampade volitive. Non scherza anche la Regione: gli assessori della giunta Bassolino sono stati pesantemente multati per aver attivato un mutuo destinato a spese non di investimento tra il 2006 e il 2007.
In Abruzzo si è speculato fin troppo sulla ricostruzione. 230mila euro di finanziamenti concessi per il mantenimento del reddito delle imprese sono stati assegnati con procedure non regolari. Inoltre, 500 coppie avrebbero riscosso un doppio contributo di autonoma sistemazione fingendo di essere separate. Infine, si sono verificati una trentina di casi in Valle Peligna in cui sono stati accreditati contributi ai terremotati non richiesti.
La Calabria paga la malasanità: 300 milioni in fumo per indennità illegittime, assunzioni ingiustificate, risarcimenti ai familiari deceduti a causa di errori umani. Nel 2011 le citazioni sono state 103 (17 l’anno prima). Le truffe hanno coinvolti anche settori potenzialmente molto utili: sono stati acquistati costosi materiali per lo screening dei tumori femminili, ma il progetto non è mai partito.
L’inspiegabile risiede in Lombardia. La Sogemi, la municipalizzata che gestisce l’Ortomercato, ha rinunciato a incassare dai grossisti dei crediti per i canoni di concessione per oltre 6 milioni di euro.
In Liguria costa invece caro l’assenteismo che ha toccato anche l’Università di Genova e professori illustri come l’economista Amedeo Amato e gli architetti Mosé Ricci e Marco Casamonti. In aggiunta, alcuni funzionari Inail avrebbero rilasciato false attestazioni di esposizione all’amianto a lavoratori in cerca di benefici previdenziali o assistenziali, per un danno di 34 milioni.
Anche nel Nord Est lavoratore si truffa: nel Friuli Venezia Giulia sono stati dilapidati 430 mila euro di fondi regionali a favore di una radio privata per una campagna elettorale per promozione turistica del Friuli, altri 60 per un’associazione di ginnastica e 190 mila che il Comune ha regalato ai consiglieri per interventi contributivi a favore di associazioni operanti sul territorio, ufficialmente. Poi si capisce com’è andata a finire.
L’ultima tappa è la Sicilia, dove lo spreco si è concretizzato attraverso operazioni di finanza straordinaria: la Provincia di Palermo ha affidato 30 milioni alla Ibs Forex di Como per realizzare facili guadagni investendo nei mercati monetari. La società è fallita e i soldi scomparsi. Da segnalare anche l’abnorme staff del Presidente di Provincia Giovanni Avanti: oltre un milione per i collaboratori. Sul taccuino pure la Fiera del Mediterraneo che ha continuato ad affidare incarichi pur versando in cattive acque arrivando così al fallimento.
Questo resoconto racconta solo la punta dell’iceberg della caterva di sprechi che pesano sulla comunità per una cifra che sfiora i 60 miliardi di euro.
Fonte: Repubblica