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Lo Spring Break è una tradizione consolidata negli USA così come le nostre vacanze di Natale o le ferie di Ferragosto ( per chi se le può permettere).
E' quindi ragione di vagheggiamento di un periodo senza pensieri, all'insegna del divertimento totale in mete il più esotiche possibile.
E il film di Harmony Korine partendo dalla mitizzazione dello Spring Break, sogno di quattro ragazzine in fregola che vogliono solo trasgredire solo per il gusto di farlo, lo demolisce pezzo per pezzo fino ad arrivare alle macerie totali.
E' difficile giudicare un film come questo: da una parte i detrattori si soffermeranno sulle tette e i culi che ballonzolano al rallenty in sequenze interminabili ad uso e consumo del guardoncello di turno, affamato di carne fresca e soda, dall'altra i sostenitori parleranno di un nuovo cult generazionale .
Eh , troppa grazia.
E' vero che Harmony Korine si dimostra un signor regista e questo gli permette di elevarsi senza problemi al di sopra e oltre l'estetica imperante MTV, tutta patinature e arzigogoli, ma da qui a elevare Spring Breakers a cult generazionale ce ne vuole.
E' un film furbetto , ammiccante che promette sesso droga e rock and roll e che concede poco sia di sesso che di rock and roll. Di droga invece ne circola in gran quantità .
Le quattro ochette protagoniste , lolite pruriginose pronte a suscitare scandalo fanno la loro figura ( porca, è il caso di dirlo), in bikini e mitra, ma nei loro eccessi , di tutti i tipi, sovente oltrepassano i limiti della caricatura.
E poi c'è James Franco: disgustoso, ultratamarro , con una bocca metallizzata che è uno schifo solo a vederla, discutibile, la sua voce fuori campo straccia i marroni ma che si fa ammirare in tutta la sua bravura e seppellisce senza problemi le quattro sgallettate.
In un film in cui tette e culi imperano , Franco emerge e di brutto anche , non so quanto volontariamente.
In fondo le quattro ochette da giardino di cui sopra non risaltano certo per qualità attoriali specifiche, forse solo per il mini bikini che vezzosamente indossano praticamente in ogni occasione.
Anche se siamo al mercato della carne, loro non mostrano un centimetro quadrato di pelle più del dovuto, mentre nei festini in riva alla spiaggia, nelle competizioni Miss maglietta bagnata si mostra abbondantemente .
Il tutto però assume una paradossale valenza antierotica: non c'è eros in tutto quel bailamme di nudità, c' una logica dell'accumulo che non ha nulla di eccitante.
Anzi è un qualcosa di funereo, la celebrazione di un amore libero che non ha nulla di gioioso.
Spring Breakers è la versione decerebrata di un percorso formativo con un finale alla Scarface ( sagra degli eccessi depalmiana) , un American Graffiti aggiornato al nuovo millennio, Un mercoledì da leoni dilatato artificialmente da droghe e alcool, senza l'alone di mito che circonda quei due film.
Ma lì c'era qualcosa di grosso che aspettava: la guerra. Bisognava crescere subito.
Qui è solo la vita.
La crescita arriva: non per tutte però.
( VOTO : 6 / 10 )
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