Magazine Cucina
E' vero, un tempo lontano avevo un blog, me ne ero quasi dimenticata. Quasi fino a oggi quando, presa da un raptus di frenesia, ho deciso che dovevo passare un paio delle mie ultime 48 ore prima dell'esame, a fare dei cupcake. Che poi tra tutto, la preparazione si è protratta per tutto il pomeriggio. Le fasi sono state più o meno queste.
Ore 12.00: fatti prendere da una pazzia fulminante mentre stai ripassando disperata pensando che non farai MAI in tempo a fare tutto quello che devi fare. E' facile, girati intorno e osserva, hai talmente tante cose sparse in giro che di sicuro qualcosa trovi. Ovviamente dì al tuo nervo trocleare di abbassare lo sguardo lateralmente e in basso ogni volta che nel tuo campo visivo vedi un qualche libro/sbobinatura/appunto che riguarda quello che stai studiando, mentre quando vedi qualcosa di completamente inutile, dì al tuo riflesso oculo-cefalo-giro di tenere bene lo sguardo puntato in quella futilità anche se giri la testa da un'altra parte.
Ore 13.00: fai la lista di quello che ti manca, che da quando ti sei rimessa a studiare ormai dentro casa non c'è più niente. Certo, se non si contano le 3-4 buste piene di cose riportate dall'Austria, tutte catalogate per data di scadenza in un modo quasi ossessivo-compulsivo (e sottolineiamo il quasi...) ma ecco, se cerchi un uovo proprio non c'è. Cioccolata e preparati per Gulasch abbondano, sono le materie prime che scarseggiano.
Ore 13.30: compra quello che ti manca (cioè tutto) e poi ripassa almeno un capitolo.
Ore 14.00: inizia a preparare. E questa è semplice perché per fortuna il tuo circuito di Papez per l'apprendimento e la memoria funziona ancora nonostante gli innumerevoli tentativi di sabotaggio effettuati in questi anni, comprendenti il più delle volte delle bevande che sembrano succhi di frutta (ma non lo sono), acqua frizzante (ma non lo è) o birra (e lo è). Ma i cupcake ormai sono entrati talmente tanto nel mio DNA che ormai li faccio a occhi chiusi. Per fortuna, che mentre li facevo dovevo ripetere e quindi guardare dall'altra parte, verso i gatti che mi ascoltavano. Ovvio che intanto la mia maglia si è imbrattata di impasto, finito inavvertitamente sui capelli e sopra il gatto che nel frattempo stavo accarezzando.
Ore 15.00: vai a camminare con l'illusione di smaltire quello che poi riprenderai con gli interessi. Infatti è bello come, appena partita, ti dici: “Vai, vai a far fuori un po' di grasso con una bella camminata! Poi ti potrai concedere al massimo un cupcake, ma so che sei forte e resistere a tutte quelle belle tortine non sarà uno sforzo troppo grande per una come te!”. Prendersi in giro da soli in effetti è molto facile. Alla fine ti fai fuori 4 cupcake in una volta.
Ore 16.00: torna a casa, fatti una doccia e studia.
Ore 17.30: inizia a fare la glassa per i cupcake perché la fame aumenta e ne vorresti uno per merenda. Poi ti rendi conto che la glassa deve stare in frigo per 1 ora.
Ore 18.30: cena, perché gli orari austriaci ti sono piaciuti talmente tanto che li hai mantenuti anche tornata in Italia. E anche perché così hai il tempo di fare una seconda cena, all'occorrenza.
Ore 19.00: metti la glassa sui cupcake mentre guardi Big Bang Theory, rendendoti conto che ormai la serata è andata.
Ore 19.30: mangia il cupcake che avevi deciso di concederti, più un altro perché sei stata brava ad andare a camminare per due giorni di fila, più un altro perché ieri da nonna sei stata brava a mangiare solo il primo e il secondo, rifiutando il dolce, e un altro perché ormai l'hai tirato fuori e i gatti si avvicinano pericolosamente.
Ore 20.00: ok, capisci che lunedi all'esame... o la va o la spacca!
Ora, abbiate pietà di me, devo ancora mangiare il quinto cupcake (perché sono stata brava ad aggiornare il blog dopo tutto questo tempo e soprattutto sono stata molto brava a parlare a vanvera) e più tardi devo andare a prendere una di quelle bevande che sembrano succhi di frutta o acqua frizzante ma che in realtà non lo sono, quindi non ho il tempo di mettere la ricetta di questi cupcake. Ma sono buoni, quindi la prossima volta (magari dopo aver passato sto cavolo di esame) ve la metto, promesso!
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