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Spunti di vita 13

Creato il 02 maggio 2014 da Marvigar4

Spunti di vita

MARCO VIGNOLO GARGINI

SPUNTI DI VITA

La collaboratrice Antonella Masi, segretaria tuttofare di Mario Tenich, avrebbe potuto avere la sua giornata speciale come Marta Elia in Altoviti, una giornata in cui il figlio quasi trentenne veniva chiamato la sera stessa in qualità di ospite alla puntata del più importante talk show televisivo: “Il Video sono Io”, condotto da Riccardo Hauser.

Avrebbe potuto sentirsi fiera di suo figlio, ma non lo era, e non perché nutrisse scarsa fiducia in lui. Temeva. Temeva che l’opportunità della vita potesse essere un boomerang, cioè un’attesa che si risolveva in un niente di fatto, o peggio in un disastro. Era preoccupata al pensiero di dover raccattare quello che restava di una speranza delusa.

Antonella Masi aveva chiesto consiglio a Mario Tenich, esperto di queste possibili trappole del mondo dello spettacolo, e non si era comunque messa l’animo in pace.

Mario Tenich conobbe il figlio di Antonella, gli fece anche un provino seguendo certe sue indicazioni mentali, però l’esito non fu pienamente positivo. Quel ragazzo aveva talento, senza dubbio, e disponeva di una discreta forza caratteriale, d’altro canto c’era un blocco che impediva la piena realizzazione delle premesse di per sé ottime, una specie di psicolabilità vacante.

Antonella Masi si rimproverò di non aver scoraggiato abbastanza suo figlio a scrivere la famosa lettera a Riccardo Hauser, convinta che il tentativo sarebbe andato a vuoto sicuramente. Cosa vuoi, gli disse materna e recisa, che stiano a considerare proprio quella lettera lì ? Invece…

Possibile? Nemmeno un urletto di gioia? Ci sarà stato un istante di buon umore, uno di quei lampi d’ottimismo che da soli illuminano i giorni consumati nel grigiore più assoluto? Lei aveva una fifa terribile e la ebbe da subito. Il nome della sua malattia è Sindrome dello sfigato, ossia l’insieme di malesseri, malumori e sospetti che popolano le persone inabili a concepire l’esistenza della buona sorte: per lei le cose sarebbero andate sempre nella direzione sbagliata o, nel caso meno cruento, non sarebbero andate affatto.

La sera stessa il figlio sarebbe stato visto da milioni di telespettatori, belve fameliche pronte a sbranarlo, e avrebbe parlato pungolato da quel vecchio marpione di Riccardo Hauser. Il probabile pericolo stava nelle immense capacità di Hauser di spettacolarizzare anche la frase più sciatta: in mano sua ogni occasione era buona e non importava se la faccia dell’ospite era messa a repentaglio. Diverso il suo atteggiamento nei riguardi dei casi cosiddetti umani, poiché con il vilipendio palese di una disgrazia si finiva per ferire il pubblico più sensibile, e di conseguenza la trasmissione avrebbe avuto un crollo degli ascolti.

Riccardo Hauser, cinico professionista, tuttavia irreprensibile nelle apparenze, comprese la delicatezza di alcune testimonianze in diretta dagli studi de “Il Video sono Io”, paladino com’era del politically correct, ma non cadde mai nell’eccesso moralistico di altri artisti televisivi. Nessuno lo vide stracciarsi le vesti in segno di scandalo per un sopruso, un’ingiustizia, o casi simili denunciati davanti alle telecamere dei suoi ospiti. Nel dubbio Riccardo Hauser non si schierava mai; di fronte all’evidenza lui lasciava esibire l’evidenza medesima. Un maestro della diplomazia.

Ci fu una puntata però nella quale il gioco di Hauser parve non funzionare, ciò avvenne durante la presa in esame di un contenzioso tra un operaio infortunatosi in fabbrica e le autorità competenti per il risarcimento dell’infortunio. In quella circostanza Hauser si mostrò freddo, quasi seccato di dover scomodare dei personaggi illustri della politica, del sindacato ecc.. Non che l’operaio fosse stato contraddetto e preso in giro, diciamo che ottenne poco risalto l’assoluta iniquità perpetrata ai danni del povero lavoratore, che si vide licenziato e privo di un braccio, amputatogli dopo che la macchina difettosa della fabbrica glielo aveva straziato completamente.

Le critiche per questo estremo e fuori luogo distacco di Hauser piovvero da tutti i settori, e obbligarono lo stesso conduttore a rettificare che “non per indifferenza, ma per il rispetto di una causa giudiziaria ancora aperta tra un dipendente e il suo datore di lavoro”, si era collocato in una posizione neutrale, non pregiudiziale. Hauser aggiunse anche parole di solidarietà per l’operaio e si fece garante egli stesso di una sua futura sistemazione.

In effetti, trascorsi tre mesi dall’incidente televisivo, si giunse a una soluzione assai soddisfacente: l’operaio veniva assunto da una azienda con mansioni che tenessero conto del suo arto mancante; la vertenza giudiziaria rallentò notevolmente il suo iter; gli spettatori de “Il Video sono Io”, rinfrancati dall’onestà di Hauser, non cambiarono programma e anzi aumentarono di numero.

Intanto l’irreparabile stava per accadere, il figlio di Antonella Masi si trovava attualmente tra gli ospiti de “Il Video sono Io”, introdotto all’attenzione del pubblico dalla voce stentorea di Riccardo Hauser.

Il vecchio cuore di mamma sperò ancora in un contrattempo, un black out, un’interruzione improvvisa del programma per un’edizione straordinaria del telegiornale… Sognava l’annunciatrice che si rivolgeva ai telespettatori: « Signore e signori, vi avvertiamo che le persone che vedrete e le parole che udirete stasera sono puramente immaginarie e non hanno alcun riferimento con la realtà. Vi preghiamo pertanto di non prendere sul serio niente di ciò che avverrà in questa trasmissione. Buon divertimento! »

Troppo tardi. Dopo la sigla e il consueto giro di domande e risposte con gli altri ospiti, venne il momento…



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