Spunti di vita 15

Creato il 08 maggio 2014 da Marvigar4

MARCO VIGNOLO GARGINI

SPUNTI DI VITA

La trasmissione non andò male. Anzi. Giovanni Masi, figlio di madre terrorizzata, ottenne un buon successo e fu presto invitato altrove a presenziare come ospite. Era diventato un personaggio. Con il tempo ha fatto carriera in tv, ha scritto numerosi libri, ma non è mai stato un campione nei rapporti umani: tre matrimoni, due figli e tanti rimpianti. La madre, Antonella, fino all’estremo respiro sarebbe rimasta a fianco del monumento attoriale Mario Tenich, scomparso improvvisamente a 94 anni per una banalissima influenza. Sull’arte del grande interprete di numerosi capolavori teatrali si sprecano ormai le pubblicazioni, le testimonianze, le celebrazioni.

La giornalista Marta Elia in Altoviti fu senza dubbio l’ultima a ricevere l’onore di un’intervista fatta al sommo Mario Tenich, e su questo è campata per anni inventando anche delle frasi che non erano mai state pronunciate durante quel fatale incontro. Lei si giustificava: « Mi chiedono particolari su particolari, dettagli, curiosità, là dove io ho già esaurito l’argomento… Allora tiro fuori una, due, tre sentenze che Tenich si sarebbe lasciato scappare senza autorizzarmi a pubblicarle, almeno finché fosse rimasto in vita. Io cerco di accontentarli, e basta. »

Più penosa fu la vicenda che vide protagonista la povera figlia di Marta, Lara, completamente soggiogata da quel miserabile del professor Alfonso Cardenotti. Tutto avvenne così in fretta che quasi non ci si crederebbe: a cinque mesi dalla fatidica lettura del brano joyciano i due avevano fatto il passo più lungo delle loro gambe, ovvero, in un pomeriggio nuvoloso, davanti al sindaco, si erano sposati… La disillusione per Lara fu un prezzo troppo alto da pagare: all’ennesimo tentativo di suicidio la ragazza riuscì a togliersi la vita.

Il professor Alfonso Cardenotti aveva sedotto e poi vigliaccamente abbandonato una ragazza che aveva creduto di trovare delle qualità che lui non possedeva. Quella sensibilità critica, che consolidò la fama del docente universitario, non si tradusse in altrettanta sensibilità nei confronti della sua giovane sposa. Un disastro! Alfonso Cardenotti finì la sua luminosa carriera accademica certificando il suo totale fallimento come persona.

Non fu affatto una frana l’assistente prediletto del professor Cardenotti, Giuseppe Ippia, detto Peppe. La differenza fu che lui conosceva i propri impulsi, le proprie emozioni, aveva in sintesi anche e soprattutto la professione di umano parallelamente a quella di docente universitario. Rimase per molti l’allievo di Cardenotti, ma amò intensamente le donne che lo accompagnarono. Giunse al matrimonio in tarda età, a cinquant’anni, e terminò la sua avventura su questo pianeta accanto alla moglie.

Alina, che abbiamo intravisto, ebbe un ruolo marginale nella vita di Peppe, fu una collisione non del tutto spiacevole… Con la coda fra le gambe se ne tornò da Tommy, il marito, e chiese mille volte scuse per il suo colpo di testa. Le cose si sistemarono.

A proposito, ricordate il geometra filosofastro Oscar Selleralto? L’avevamo conosciuto nel locale di Tommy intento a importunare i clienti… In un altro locale il suo metodo d’approccio con il prossimo non fu particolarmente apprezzato: Oscar Selleralto, ubriaco fradicio e per questo invadente come mai, si beccò pugni, calci e una seggiolata riassuntiva che gli fracassò il cranio da un delinquente appena uscito di galera… Superfluo aggiungere che con questa reazione smodata l’assassino di Selleralto fu ributtato in carcere definitivamente fino alla fine dei suoi giorni.

Delfo, l’uomo delle grandi passioni (lo Zen, il sociale, la natura), l’estroverso, il sensibile, continuò a caracollare qua e là, tra professioni e mestieri completamente diversi (dal carpentiere al public relation man), ma senza smarrire mai l’entusiasmo per tutto ciò che lo circondava. Delfo ha vissuto, anche se non è stato un personaggio memorabile.

Adesso una vera sorpresa. L’amica di Delfo, Adriana, si trasferì negli U.S.A. dove divenne una star del cinema, arrivando perfino a collezionare tre nominations all’Oscar! Chissà cosa successe? Il letto giusto, il copione fortunato, le circostanze… Adrianna Rousseau una volta attraversato l’Oceano non somigliò mai più all’antica attricetta. Nessuno ha mai saputo che cosa sia intervenuto per farla maturare in modo così netto. Talvolta lei tentava la carta di Broadway, ma poi si accontentava, si fa per dire, della fama conseguita a Hollywood.

Abbandonando l’Italia Adriana aveva detto hello anche al gagà maschilista e anticonformista Gustavo Furia. Tra i due, ovviamente, fu lui a rimpiangerla, però alla fine neppure l’idea di aver fatto l’amore con la diva del cinema lo fece cambiare più di tanto…

E la povera infermiera Doris che in lacrime intendeva telefonare a Donatella e sbagliando numero si imbatté nel già noto Gustavo Furia? Un’anima gentile la raccolse e le dette l’affetto che da tempo cercava. Quest’anima fu Agostino, l’orfano allevato e definitivamente adottato dal professor Stanos Vanatis due mesi dopo l’incidente famoso. Nel periodo delle sue visite ospedaliere Agostino approfondì la frequentazione con la timida infermiera Doris. I due confrontarono le loro storie diverse ma entrambe commoventi e queste divennero motivo ulteriore di attrazione; l’incontro tra i due cuori non tardò ad arrivare e fu subito il colpo di fulmine.

Stanos Vanatis non solo si riprese dalla botta, ma al suo ritorno a casa ritenne necessario sistemare meglio le cose: la casa stessa, le carte, i libri, l’insegnamento e naturalmente il rapporto legale con il giovane che lo aveva accompagnato nel corso degli anni. Agostino ereditò tutto dall’esimio intellettuale greco, pure la cittadinanza ellenica onoraria.

Vanatis continuò a non ricordare niente dell’avvenimento in cui rischiò di morire. Fu la fortuna di Dante Dati Atzori, fu anche l’evento sconosciuto a tutti, l’ignoto gesto non denunciato che determinò l’ascesa di un nuovo astro della politica nazionale e internazionale.

Nel suo cursus honorum Dante Dati Atzori ha collezionato incarichi quali la Presidenza del Consiglio (3 volte), il Ministero degli Interni (2 volte), il Ministero degli Affari Esteri (4 volte), il Ministero di Grazia e Giustizia (una volta, meno male!), il Segretariato delle Nazioni Unite (2 volte), la candidatura alla Presidenza della Repubblica Italiana (una volta) e la Presidenza dell’Unione Europea (una volta).

Non c’è male per una persona che avrebbe dovuto essere condannata per tentato omicidio!



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