I telescopi di tutto il mondo sono puntati in direzione di quello che potrebbe rivelarsi un evento determinante per capire l’evoluzione dei buchi neri supermassicci. G2, che all’inizio era un blob informe che conteneva circa tre volte la massa della Terra, si sta dirigendo ormai da qualche anno in una linea retta quasi perfetta in direzione del suo inesorabile destino, e a 10 milioni di chilometri all’ora procede dritta verso Sgr A*. Dal momento che si tratta di un oggetto diffuso e allungato, non sappiamo esattamente quando avverrà l’incontro ravvicinato, ma, secondo i ricercatori, ogni giorno potrebbe ormai essere quello buono.
Non si tratterà di una grande abbuffata quanto piuttosto di uno spuntino galattico. Quando G2 si avvicinerà pericolosamente a Sgr A* solo alcune parti del gas scompariranno nelle fauci del buco nero. G2 sopravviverà in parte, ma con una forma diversa e una nuova dinamica, ancora non chiara. Anche così, però, si tratterà di un evento unico: non siamo mai riusciti a testimoniare in diretta e nel dettaglio un processo di questo tipo. E le osservazioni che verrano fatte potranno aiutarci a capire cosa sta succedendo esattamente al centro della Via Lattea.
“Questo lavoro è affascinante perché ci insegnerà molte cose sulla crescita e l’alimentazione dei buchi neri supermassicci “, ha detto Deryl Haggard, una borsista postdoc del Center for Interdisciplinary Exploration and Research in Astrophysics (CIERA). “Sappiamo che sono grandi, e sappiamo che sono là fuori – in gran numero – ma non siamo sicuri nel dettaglio di come ottengano la loro massa. Crescono rapidamente quando sono giovani , come fanno i nostri bambini, o crescono a singhiozzo, ogni volta che il carburante diventa disponibile? Nel guardare l’incontro tra Sgr A * e G2 possiamo osservare un buco nero massiccio nell’atto di affondare i denti nel suo prossimo pasto”, spiega Haggard.
Insomma, il destino di G2 è ormai segnato e il pasto del buco nero potrebbe essere rilevato dagli strumenti dei telescopi proprio in questo istante. Haggard sta sorvegliando la situazione grazie ai dati forniti da due dei più grandi e potenti osservatori disponibili su piazza, il Chandra (per i raggi x) e il Very Large Array (per le onde radio).
Quello che succederà durante l’avvicinamento massimo non è ancora chiaro. Sul tavolo ci sono diversi modelli che delineano scenari diversi. Per vedere quale previsione avrà la meglio bisognerà aspettare lo spettacolare incontro. In teoria G2 dovrebbe essere già sufficientemente vicino al buco nero da scaldarsi a temperature altissime e diventare visibile ai raggi X. Nulla di tutto questo è però ancora riscontrabile nei dati. ”La nostra più recente osservazione con Chandra non mostra una maggiore emissione nei raggi X “, spiega Haggard . “Possiamo dire che almeno dal punto di vista dei raggi X , la nube di gas è in ritardo per la festa. Resta da vedere se i raggi X di G2 sono in ritardo perché si fanno aspettare alle feste o perché invece non arriveranno mai”.
Fonte: Media INAF | Scritto da Matteo De Giuli